Approvati gli articoli principali della riforma pensioni, che alza l’età per la pensione a 64 anni. Nel frattempo, continuano le proteste.
Il Consiglio costituzionale francese si è pronunciato in modo favorevole verso la tanto discussa riforma delle pensioni. O almeno, verso i suoi articoli fondamentali. Approvata quindi anche l’idea di alzare l’età per la pensione da 62 a 64 anni. Macron promulgherà la riforma entro 48 ore. Ma nel frattempo non mancano le proteste.
Come anticipato, il Consiglio costituzionale francese ha dato l’ok per procedere con la riforma delle pensioni che innalzerà l’età pensionabile a 64 anni. Comunque, il Consiglio ha respinto diverse misure contenute all’interno dell’iniziativa proposta.
Tra queste, la creazione di un indice di anzianità, così come l’articolo che fa riferimento al contratto di lavoro senior. Bocciato anche l’articolo 6, che mirava ad introdurre modifiche nel modo in cui è organizzata la copertura dei contributi sociali.
Il Consiglio non ha approvato neanche la richiesta mossa da 250 membri dell’opposizione. Questi ultimi avevano fatto richiesta di un referendum sulla riforma delle pensioni. Si attende ora il 3 maggio per il verdetto riguardante un’altra istanza presentata in seguito.
La premier francese Elisabeth Borne ha commentato in un tweet i nuovi sviluppi dicendo che a questo punto “non ci sono nè vincitori nè vinti”. Borne ha aggiunto che “ il Consiglio ha ritenuto la riforma conforme” alla Costituzione francese.
Il testo di legge della riforma pensioni è arrivato dunque al termine del suo percorso democratico. La premier ha poi tentato di rassicurare chi ancora nutre dubbi sulla riforma, dicendo che grazie alla misura il sistema pensionistico francese raggiungerà l’equilibrio entro il 2030.
Il governo si impegna ora per continuare a tenere aperto il dialogo con le parti sociali. L’obiettivo è quello di “dare più senso al lavoro”, migliorarne le condizioni e l’occupazione.
Il governo ha poi diffuso l’esito della consultazione attraverso un comunicato. Nella nota si fa sapere che sui 36 articoli che compongono il progetto relativo alla riforma pensioni, 30 sono stati approvati in modo completo.
Degli altri 6, il Consiglio ne ha convalidati parzialmente 2, mentre gli altri 4 sono stati definiti “cavalieri sociali”. Ciò significa che sono stati considerati non idonei per una legge di finanziamento della previdenza sociale.
Jean-Luc Mélenchon, leader della sinistra radicale, si è espresso con parole dure sulla decisione del governo. Mélenchon ha definito il Consiglio costituzionale “più attento ai bisogni della monarchia presidenziale che a quelli del popolo sovrano”. Ha aggiunto poi che non è finita qui, perché il popolo continuerà a lottare.
Toni simili per Marine Le Pen, leader dell’estrema destra. Dalle sue parole traspare ancora la risoluta speranza che le cose possano cambiare, perché se è vero che il viaggio istituzionale della riforma è concluso, lo stesso non si può dire della sua sorte politica. “Il popolo ha sempre l’ultima parola” ha concluso, pertanto sarà il popolo a trovare l’alternativa a una riforma definita “inutile e ingiusta”.
Fabien Rousell, segretario nazionale del Pcf, ha definito la riforma così come è stata modificata dal Consiglio “la peggiore legge di sempre”. Questo perché le misure sociali incluse nella misura sono state rimosse. Roussel ha poi invitato il governo a non procedere con la promulgazione della legge entro 48 ore, in quanto sarebbe “uno schiaffo”.
La stessa richiesta è stata pronunciata da Stephanie Binet, segretaria generale dei sindacati riuniti francesi. Nel frattempo, nelle piazze lo scenario è sempre lo stesso: proteste, fumogeni e cori contro il presidente Macron, la riforma e il governo.
La protesta è in via di organizzazione in queste ore, e a Parigi centinaia di persone si stanno riunendo sotto la sede del Comune.
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