Il Consiglio di stato ha bocciato la proposta di proroghe alle concessioni balneari avanzata dal Governo Meloni
Non saranno previste proroghe per le concessioni balneari. Questo quanto stabilito dal Consiglio di Stato con la sentenza datata 1° marzo 2023, che boccia la proposta del governo Meloni. Si attende quindi il 31 dicembre per la scadenza delle concessioni, che successivamente dovranno essere oggetto di gara.
La sentenza che boccia le proroghe alle concessioni balneari si scontra con la normativa introdotta dal Decreto Milleproroghe, che aveva esteso concessioni e gare fino al 31 dicembre dell’anno prossimo, prevedendo un’ulteriore proroga a dicembre 2025 in caso si sussistenza di “ragioni oggettive”.
Una bocciatura su più fronti, con la sentenza che si aggiunge alla lettera inviata dal Presidente Mattarella ai presidenti di Camera e Senato in occasione della firma della legge in questione, datata 24 febbraio.
Mattarella aveva sollevato rilevanti e specifiche perplessità riguardo alle norme richieste con ardore da Forza Italia e Lega, e sostenute in seguito da Fratelli d’Italia. La lettera del Presidente, inoltre, faceva riferimento alle indicazioni della Corte di Giustizia europea che aveva ritenuto la proroga delle concessioni incompatibile con il diritto europeo.
Una dura risposta quindi, con il Presidente della Repubblica che afferma di aver pensato di rinviare il decreto senza che fosse convertito in legge e minaccia la richiesta di una nuova deliberazione alle Camere, in base alle facoltà che gli sono attribuite dall’articolo 74 della Costituzione italiana.
Tutto questo perché le proroghe alle concessioni balneari previste dal nuovo decreto approvato dal Governo non vanno solo in contrasto con la sentenza del Consiglio di Stato, ma si discostano anche dalle normative Ue.
La recente sentenza del Consiglio di Stato non è l’unica nella quale l’organo si è espresso in modo non favorevole alle proroghe per le concessioni balneari. Altre due sentenze al riguardo risalgono infatti al 2021.
E oggi torna a sottolineare che non sarà possibile attuare ulteriori proroghe, onde evitare di entrare in contrasto con la normativa Ue, normativa che l’Italia ignora ormai da anni e per la quale è sottoposta a procedura d’infrazione ormai dal 2020.
Il via libera alle proroghe, infatti, viola la direttiva Bolkestein, la quale ha come obiettivo quello di favorire la concorrenza specialmente all’interno dei settori che riguardano beni scarseggianti, come appunto il demanio delle spiagge italiane.
Per questo il Consiglio di Stato è intervenuto in una questione che riguarda il Comune di Manduria, il quale aveva esteso al 2033 la proroga delle concessioni demaniali balneari a seguito del ricorso di alcune società.
Il Consiglio di Stato ha affermato che tale proroga è in contrasto con la direttiva da seguire, e pertanto deve essere disapplicata da parte di qualunque organo dello Stato.
Cosa significa questo? Questa sentenza implica che vanno disapplicate sia le norme previste dalla legge di bilancio 2019 nata dal governo Conte, le quali allungavano le concessioni fino al 2033.
Ma non solo: contestualmente, dovranno essere annullate anche le norme del recente decreto Milleproroghe portato avanti dal governo Meloni con la legge 14 del 24 febbraio di quest’anno.
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