Si alzano le tensioni all’interno del governo dove è in corso una pesante diatriba tra i due recenti Presidenti del Consiglio: l’ex premier Conte chiede spiegazioni all’attuale primo ministro Draghi sulle sue presunte intromissioni nelle questioni 5 Stelle.
L’odierno inquilino di palazzo Chigi è dovuto rientrare in anticipo dal vertice NATO di Madrid per fornire spiegazioni e risolvere i problemi della sua maggioranza.
Il duello comincia a prendere forma martedì 28 giugno, quando il sociologo ed amico di Grillo Domenico De Masi, durante un’intervista al Fatto Quotidiano, rivela che il fondatore dell’M5S gli avrebbe confidato di suoi contatti frequenti col premier Draghi, il quale avrebbe in qualche modo spinto per la rimozione di Giuseppe Conte dal ruolo di capo politico del Movimento 5 Stelle.
Il giorno seguente, dal vertice NATO di Madrid, Draghi ha risposto in modo elusivo alla faccenda: di fatto non ha negato le intromissioni (cosa poi fatta da una nota ufficiale di Palazzo Chigi), ma ha riferito semplicemente di stare intrattenendo degli scambi telefonici con il leader pentastellato al fine di incontrarsi al più presto e poter chiarire. In ogni caso, ha continuato l’ex BCE, la tenuta del governo non sarebbe a rischio.
Nel frattempo però l’ex “avvocato del popolo” si è recato al Quirinale dove ha intrattenuto una conversazione riservata col Presidente della Repubblica Sergio Mattarella di quasi un’ora.
Come sempre sarà difficile capire davvero che cosa sia successo nel pluralismo di voci ed indiscrezioni che in questi casi emergono da ogni anfratto di politica ed istituzioni.
Se fosse vero quanto detto da De Masi, la vicenda assumerebbe toni foschi ed alquanto gravi: lo ha ribadito lo stesso Conte, affermando l’intollerabilità di un premier, oltretutto tecnico ed estraneo al mondo della politica, che interviene direttamente nella gestione e vita di una forza politica indipendente.
Inoltre i più maliziosi potrebbero vedere questo evento quale ulteriore tassello di ridimensionamento del movimento populista se accostato alla recente scissione di Di Maio dal partito vincitore delle ultime elezioni politiche nazionali.
“Insieme per il futuro”, questo il nome del gruppo parlamentare scissionista, è nato con lo specifico intento di puntellare con voti sicuri lo scranno di Draghi, specie date le fibrillazioni col governo di un M5S in caduta libera a livello elettorale e desideroso di ritrovare visibilità e consenso. Il ministro degli Esteri ha difatti ridimensionato di molto gli uomini a disposizione di Conte in Parlamento, questi hanno per altro perso il primato come numero di seggi in favore della Lega.
Quindi la nuova situazione della maggioranza vede un Movimento meno incisivo nei numeri ma al contempo maggiormente libero di fare opposizione all’esecutivo perché epurato degli esponenti più fedeli alla linea dell’ex banchiere.
Eppure c’è da considerare anche una volontà opposta, ossia quella di Conte di liberarsi definitivamente del sostegno a Draghi, accusandolo di intromissione indebita negli affari di partito, minando contemporaneamente ed ulteriormente Grillo, con cui l’ex premier ha avuto molte frizioni da quando è divenuto capo politico 5S. Infatti il garante di una forza politica che segretamente e senza renderlo noto ai suoi prende parte a degli incontri con un Presidente del Consiglio tecnico per deporre il proprio condottiero non è di certo un’immagine di compattezza, sinergia e comuni obiettivi.
Nei prossimi giorni sono attesi nuovi sviluppi e soprattutto un incontro tra i due recenti premier: il Conte ammazzerà i Draghi o ne sarà sopraffatto e sarà così disarcionato dal suo cavallo stellato?
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