Secondo quanto sostiene uno studio spagnolo, il Covid influisce sulla qualità dello sperma. Ecco i risultati.
La pandemia da Covid-19 ha colpito anche il campo della natalità. In particolare, gli effetti del virus possono influire sulla qualità e quantità degli spermatozoi. Anche coloro che hanno avuto una forma lieve di infezione da Sars-Cov2 possono riscontrare un’alterazione persistente della qualità del liquido seminale, anche dopo diverse settimane dalla guarigione. Tale risultato è sorprendente, poiché gli spermatozoi si rinnovano ogni 78 giorni, ma ci sono segni di un possibile danno permanente, secondo quanto sostenuto dallo studio spagnolo.
È noto che un virus possa avere effetti negativi sui spermatozoi, ma uno studio, presentato al congresso dell’Eshre attualmente in corso a Copenhagen, dimostra che tali effetti, come la diminuzione del numero e della mobilità degli spermatozoi, durano molto più a lungo di quanto precedentemente previsto.
Secondo lo studio, il Covid alterna la qualità dello sperma e gli effetti possono persistere fino a tre mesi dopo la fine dell’infezione.
Inoltre, si è osservato che metà degli uomini presi in esame hanno avuto una diminuzione del 57% degli spermatozoi dopo tre mesi rispetto a quella fatta prima dell’infezione scatenata dal virus.
La dottoressa Rocio Nunez-Calonge, consulente scientifico all’UR International Group presso la Unità Scientifica di Riproduzione di Madrid, ha presentato lo studio spagnolo secondo il quale, dopo circa cento giorni dall’infezione da Sars-Cov2 (e quindi a 22 giorni dalla formazione di nuovi spermatozoi), i ricercatori non hanno miglioramenti nella qualità e nella concentrazione degli spermatozoi.
La dottoressa ha spiegato che studi precedenti avevano mostrato un effetto del Coronavirus sugli spermatozoi a breve termine.
Si pensava di trovare un miglioramento nella qualità del seme, ma così non è stato, nonostante la produzione di nuovi spermatozoi.
La dottoressa ha dichiarato che non si sa ancora quanto tempo sia necessario per tornare alla qualità precedente del seme e che può anche darsi che il Covid abbia causato un danno permanente, anche in uomini colpiti da infezione lieve.
Durante il periodo compreso tra febbraio 2020 e ottobre 2022, un gruppo di ricercatori ha sottoposto ad attento esame 45 uomini – con un’età media di 31 anni – da sei cliniche della riproduzione spagnole.
Tutti i partecipanti avevano precedentemente ricevuto una diagnosi di Covid lieve e avevano effettuato esami degli spermatozoi antecedenti all’infezione.
In seguito a ciò, sono state condotte ulteriori analisi in un arco di tempo medio di circa 238 giorni dall’infezione.
I ricercatori hanno comparato tutti i campioni prelevati entro i primi 100 giorni dall’infezione con quelli prelevati dopo la scadenza dei 100 giorni.
I risultati emersi indicano una significativa differenza nel volume degli spermatozoi (-20%, passando da 2,5 a 2 millilitri), nella loro concentrazione (-26,5%, passando da 68 milioni a 50 milioni per millilitro di eiaculato), nel loro numero totale (-37,5%, passando da 160 a 100 milioni di millilitri).
Anche per la motilità complessiva dei spermatozoi si è riscontrata una diminuzione (-9,1%, passando da 49 a 45%) e, infine, nel numero di spermatozoi ancora vivi (-5%, passando dall’80% al 76%).
Il numero totale di spermatozoi e la motilità sembrano essere i due elementi più colpiti in modo severo in caso di Covid. Inoltre, circa la metà degli uomini sembra avere un numero di spermatozoi più basso del 57% rispetto ai loro livelli pre-Covid, anche dopo 100 giorni dall’infezione.
I livelli rientrano comunque nei valori considerati normali dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Si ipotizza che il virus possa causare danni permanenti alla fertilità maschile, anche in caso di infezioni lievi.
Tuttavia, non è chiaro se ci sia un effetto diretto del virus o se vi siano altri fattori che contribuiscono al peggioramento dei parametri spermatici.
Inoltre, non sono stati misurati gli effetti ormonali.
Si sa che il testosterone, fondamentale per la salute riproduttiva maschile, può subire cambiamenti intensi nei pazienti con Covid.
Gli esperti raccomandano, quindi, ai medici di considerare gli effetti dell’infezione da Covid sulla fertilità maschile.
Un consiglio valido anche in pazienti con forme lievi della malattia e di approfondire ulteriormente gli studi su questo tema.
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