Il presidente della Russia Vladimir Putin ha ricevuto un mandato d’arresto, emesso dalla Corte penale internazionale, detta anche CPI, e nella giornata di oggi, 20 Marzo, il Comitato investigativo russo ha specificato che, a suo avviso, la Corte ha emesso una sentenza contro un uomo innocente e intenzionalmente, pertanto, Mosca ha deciso di approfondire la questione.
La CPI ha condotto un’indagine durata mesi che ha portato, per ora, a due accuse nei confronti del presidente russo, con tanto di prove correlate, per crimini di aggressione, che comprendono l’invasione in Ucraina e per la, delicatissima, questione della deportazione dei bambini ucraini in Russia, avvenuta in diversi momenti, e si parla di migliaia dei ragazzini sottratti alle proprie famiglie e ricollocati in strutture e famiglia in adozione in Russia.
La Corte penale internazionale ha emesso il mandato d’arresto per il presidente russo Putin, in quanto ritenuto responsabile di crimini di aggressione e della deportazione di migliaia di bambini ucraini in territorio russo con un alla collaboratrice Lvova-Belova ritenuta colpevole di aver studiato e messo in atto il piano e, pertanto, è stato emesso anche nei suoi confronti il mandato d’arresto.
La Russia però non riconosce la giurisdizione della Corte, in quanto non fa parte di essa e dell’accordo stipulato tra I paesi membri. Sia Putin che la funzionaria hanno rifiutato le accuse della Corte penale internazionale e il presidente russo ha deciso, all’indomani della notizia del mandato, di recarsi a Mariupol, occupata dai russi dopo l’invasione, che è stato protagonista di sanguinarie battaglie dall’inizio del conflitto il 24 Febbraio 2022.
La decisione dell’emissione del mandato d’arresto ha però generato il caos in merito al fatto che la decisione possa essere esecutiva o meno, dato che la maggior parte delle opinioni emerse dichiarano che Putin può essere arrestato soltanto al di fuori del territorio russo o consegnato dalle stesse autorità di Mosca e pertanto diventa impossibile attuare il concreto la decisione.
Sembrava anche che questo dovesse limitare in maniera significativa i rapporti internazionali del capo di Stato russo ma proprio oggi è in corso la visita del presidente cinese Xi Jinping che ha stretto una forte alleanza, ancora più profonda, con la Russia, nonostante l’invasione in Ucraina e questo mentre pende il mandato d’arresto a carico di Putin
La Russia ha risposto in merito alla questione del mandato d’arresto emesso nei confronti di Putin da parte della Corte penale internazionale, immediatamente, discostandosi dalla sentenza dato che non fa parte delle Nazioni che aderiscono alla CPI.
Oltre a dichiararsi ovviamente innocente ha precisato di provare sdegno per la decisione ritenuta fuori luogo e, soprattutto, continua a sottolineare l’ostilità Delle Nazioni occidentali nei confronti delle autorità russe.
Il principale organo investigativo della Russia ha deciso di aprire un procedimento contro il pubblico ministero della Corte penale internazionale, che ha emesso nei confronti di Putin il mandato d’arresto, con l’accusa di aver commesso crimini di guerra, con imputazioni a suo carico parlano di crimini di aggressione e crimini contro l’umanità, dato che si parla anche di deportazione di bambini ucraini.
La notizia emersa nella giornata di lunedì 20 marzo è stata data dal Comitato investigativo statale ed è stata recepita dalle autorità internazionali come un gesto di sfida nei confronti della decisione della CPI verso di lui e verso la sua collaboratrice Lvova-Belova.
È stato anche precisato dalle autorità russe che non vi sono motivi per attribuire Imputazioni penali a Putin ed è stato precisato che i capi di Stato godono di immunità assoluta ai sensi di una convenzione delle Nazioni unite del 1973.
La dichiarazione russa ufficiale riporta che: “L’azione penale è ovviamente illegale, poiché non vi sono motivi di responsabilità penale.”
Secondo il comitato russo è stata la Corte penale internazionale ha scelto intenzionalmente intraprendere un’azione non consona all’organismo che rappresenta e, pertanto, è stato contestata l’azione in se ma anche l’aver condannato sapendo innocente un presidente di Stato.
Il Cremlino ritiene oltraggiosa l’azione attuata in quanto la Russia non è firmataria del trattato che ha creato la Corte penale internazionale e, perciò, non può ricevere sentenze da essa.
Oggi Putin ha riferito che si tratta di una chiara dimostrazione dell’ostilità occidentale nei suoi confronti, mentre venerdì il presidente della Corte internazionale Hofmanski ha rivelato ad al Jazeera che è: “completamente irrilevante” che la Russia non faccia parte della Corte penale internazionale per l’emissione del mandato”.
Hofmanski ha dichiarato che: “Secondo lo statuto della Corte penale internazionale, che conta 123 stati parti, i due terzi dell’intera comunità internazionale, il tribunale ha giurisdizione sui crimini commessi nel territorio di uno stato parte o di uno stato che ne ha accettato la giurisdizione. L’Ucraina ha accettato la Corte penale internazionale due volte: nel 2014 e poi nel 2015″.
I funzionari della CPI che sono stati presi di mira dalle indagini russe sono il procuratore Karim Khan, un avvocato britannico e i giudici Tomoko Akane, Rosario Salvatore Aitala e Sergio Gerardo Ugalde Godinez.
La scelta effettuata dalla Corte penale internazionale obbliga i 123 stati, appartenenti all’accordo, ad arrestare Putin e a trasferirlo all’aia per attuare il processo nel caso mettesse piede nel loro territorio.
Ovviamente la Russia non estrada i suoi cittadini ed è molto improbabile che Putin metta piede fuori dal territorio russo, ma si tratta di una mossa e di una scelta rara che condanna per la prima volta un presidente di Stato e ne limita, così, la possibilità di movimento limitando, allo stesso modo, anche i Paesi membri dell’accordo.
Le accuse mosse e le rivelazioni delle autorità Ucraina parlano di 16.000 bambini trasferiti illegalmente dall’ucraina alla Russia, da quando è iniziata l’invasione 13 mesi fa.
La Russia si ha discolpata in merito alla faccenda dichiarando di aver portato migliaia di bambini ucraini nel loro territorio ma presentando la cosa come una campagna umanitaria di sostegno ai bambini orfani e abbandonati nella zona del conflitto.
Una situazione delicata che ha generato ancora più malcontento in Putin che, nonostante tutto, sta intrattenendo colloqui con il presidente cinese che, come sopraccitato, non appartiene al patto della Corte penale internazionale ma che, effettuando lo stesso l’incontro, si è chiaramente posizionato al fianco del presidente russo, anche se la sua vicinanza è motivata, almeno a quanto emerge dalle sue stesse parole, nel portare Mosca ad un accordo con Kiev e giungere alla fine del conflitto e della crisi internazionale che ne deriva.
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