Dmitry Peskov, durante il briefing di oggi con i giornalisti, non ha confermato l’incontro tra Kim Jong-un e Putin: “Non abbiamo nulla da dire su questo”.
Il Cremlino ha commentato le recenti indiscrezioni rilasciate dagli Stati Uniti sul possibile incontro tra Kim Jong-un e Vladimir Putin. Secondo il portavoce Dmitry Peskov però non sarebbe in vista alcun vertice tra i due leader. Alle domande dei giornalisti lo speaker di Putin ha risposto: “Non possiamo confermarlo, non abbiamo nulla da dire in merito”. Intanto l’incontro delle scorse ore tra Putin ed Erdogan sugli accordi sul grano si è rivelato un buco nell’acqua.
Il Cremlino non conferma l’incontro Putin-Kim
Arrivano smentite da Mosca sul possibile incontro tra Kim e Putin. Nella giornata di oggi infatti il portavoce Dmitry Peskov ha riferito ai giornalisti, durante il briefing giornaliero, di non potere dare conferma sul tema. “Non possiamo confermarlo, non abbiamo nulla da dire al riguardo“, ha risposto così lo speaker di Putin alle domande sul vertice di fine mese rivelato in questi gironi da Washington.
Ma la Casa Bianca in queste ore aveva parlato di una visita di Kim Jong-u alla fine di settembre proprio per incontrare il presidente russo, rivelando anche le modalità di viaggio (che sarebbe dovuto avvenire in un treno blindato) e gli argomenti al tavolo della discussione. Una smentita attesa, secondo gli Usa, che non cambierebbe a questo punto di molto le carte in tavola considerando il rapporto di Mosca con i media locali e internazionali.
Secondo quanto rivelato dal New York Times infatti i due leader avrebbero dovuto parlare della cooperazione in termini militari e di armamenti, con Mosca che starebbe in questo contesto cercando aiuti militari in vista delle prossime offensive in Ucraina. Il quotidiano newyorkese aveva citato tra le fonti alcuni dirigenti americani e alleati. Poi è stata la Casa Bianca a confermare un possibile incontro tra il leader coreano e quello russo.
Il viaggio sarebbe avvenuto, una rarità per Kim, da Pyongyang a Vladivostok in un treno blindato attraverso la costa pacifica della Russia. Poi l’incontro sarebbe avvenuto nell’ambito dell’Eastern Economic Forum tra il 10 e il 13 settembre.
Gli incontri e le cooperazioni tra i Corea e Russia
Altre fonti americane hanno parlato invece di una visita a Mosca, con Putin che avrebbe intenzione di chiedere a Kim dei proiettili di artiglieria e alcuni missili anticarro, poi Kim in cambio sempre secondo gli States documenti in merito alle tecnologie avanzata per satelliti e sottomarini a propulsione nucleare. Ma tra le motivazioni dell’incontro ci sarebbero state anche aiuti alimentari, cercati da Pyongyang per fare fronte alla povertà della nazione. Un Paese, quello della Corea del Nord, lasciato senza internet, senza informazioni libere, senza abbastanza cibo e sotto il controllo rigidissime dello stato.
Un altro avvertimento della Casa Bianca aveva fatto lo scorso mercoledì riferimento a uno scambio di lettere, nel quale si sarebbe parlato di un accordo in merito alle armi, tramite informazioni declassificate di intelligence. Nella giornata di oggi la Corea del Sud ha rivelato che la Russia insieme al Paese di Kim avvierà delle esercitazioni navali congiunte, insieme anche alla Cina. La decisione era stata presa durante l’incontro a porte chiuse dello scorso 27 luglio a Pyongyang tra il ministro della Difesa russa Sergei Shoigu e Kim Jong-un.
Accordo sul grano: nulla di fatto tra Putin ed Erdogan
Un incontro che si è rivelato un buco nell’acqua, quello tra Putin ed Erdogan sugli accordi sul grano – a cui la Russia è venuta meno durante l’estate, per poi ricominciare a bombardare il porto di Odessa -. Ed Erdogan è ormai, a detta di tutti, l’unico presidente ad esercitare una vera influenza sul leader russo. Nonostante l’amicizia tra i due, non è stato fatto nessun passo avanti dal vertice di ieri, durato tre ore svoltosi a Sochi.
Mosca dal canto suo rimarca la motivazione della ritirata sull’intesa, dicendosi costretta dagli impegni mancati dell’Europa e dalle sanzioni. La linea di Putin rimane la medesima: “Disposto a rientrare quando verranno soddisfatte le condizioni di Mosca“. L’incontro, mediato sia da Ankara che dall’Onu, con tanto di nuovo pacchetto di riposte dalle Nazioni Unite per ricollegare un minimo la filiale agricola della banca russa al sistema Swift, per sbloccare i beni congelati delle aziende, non ha prodotto alcun risultato. Il presidente turco però, nonostante il buco nell’acqua, si dice ottimista in merito alla situazione, affermando a margine del meeting che i punti mancanti si risolveranno e un accordo finalmente si trovare: “Sono ottimista, potremo raggiungere una nuova soluzione grazie agli sforzi dell’Onu”.
Meno ottimista l’Ucraina, con l’agenzia Unian che ha parlato di fallimento. Kiev avverte: “Non ci si può fidare di Mosca”, mentre i vertici governativi lamentano che la discussione sugli accordi sul grano siano stati discussi con l’assenza dell’Ucraina. “Erdogan nell’incontro a Sochi ha lanciato un invito perentorio ad ammorbidire il suo approccio per intraprendere passi congiunti con la Russia“, ha detto il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba.