Arriva oggi in aula a Montecitorio il decreto PA con le nuove norme che andranno a limitare i controlli della Corte dei Conti in materia di Pnrr. Un fatto, questo, che ha scatenato numerose polemiche e spaccato di fatto l’opposizione, con Dem e M5s decisi a dare battaglia e opporsi in ogni modo, e Azione e Italia Vera decisi invece a schierarsi con la maggioranza. Con tutta probabilità il governo chiederà la fiducia per poter accelerare la tempistica e far approdare il testo in Senato in tempi record.
Aumenta la tensione tra l’opposizione per l’arrivo oggi in aula a Montecitorio del decreto PA e relativi emendamenti, che limiterebbero i controlli della Corte dei Conti sui fondi destinasti al PNRR. A promettere battaglia, in particolare nel caso non ci sia dibattito parlamentare, il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle. Nonostante le tensioni con la Commissione Europea, tuttavia minimizzate dal sottosegretario all’Economia Federico Freni, il governo è deciso ad accelerare l’iter, per avere l’approvazione del Senato il prima possibile. Diversa, rispetto a quella di Dem e M5s, invece, la posizione di Italia Viva e Azione, che hanno scelto di schierarsi dalla parte della maggioranza, con Calenda che ha definito il controllo della Corte dei Conti “ridondante e assurdo“.
Oggi il decreto PA con i relativi emendamenti per limitare l’ingerenza della Corte dei Conti sul PNRR arriverà a Palazzo Chigi, e con molta probabilità il governo Meloni chiederà la fiducia, più che mai intenzionato a non perdere tempo e portare il testo in Senato quanto prima per l’approvazione definitiva. Il PD e il M5s, tuttavia, sono pronti a combattere con le unghie e con i denti, in particolare se, come pare probabile, non ci sarà nemmeno nessun dibattito parlamentare in aula.
“È evidente che la preoccupazione di Palazzo Chigi non sia mettere subito a terra i fondi del Pnrr ma non essere disturbati e controllati su come vengono spesi i soldi degli italiani” ha dichiarato Giuseppe Conte, al quale danno ragione i Dem: “Il governo è ossessionato da chi deve fare o meno i controlli, quando invece l’ossessione deve essere sul mettere a terra i progetti”.
Un tema delicato, quello relativo alla Corte dei Conti, come ha sottolineato anche Giovanni Melillo, procuratore nazionale Antimafia: “La rivendicazione di un primato dei poteri discrezionali della Pa è tanto più credibile se alla richiesta di arretramento dei controlli esterni si accompagna un deciso rafforzamento delle linee di controllo interne, ma non mi pare che di ciò ci sia traccia significativa”.
Scettica anche la capogruppo di Verdi e sinistra Luana Zanella, secondo la quale, il bisogno di procedere con velocità non dovrebbe essere contrapposto al “rigore nelle procedure”. Un dibattito che vede l’opposizione, però, spaccarsi, con Azione di Carlo Calenda e Italia Viva di Matteo Renzi che hanno scelto di appoggiare la maggioranza, con il leader del primo che ha dichiarato ” L’avrei fatto io quel provvedimento. Quello della Corte era un controllo assurdo e ridondante”.
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