Hollywood ricostruisce quella che è considerata la peggiore catastrofe ecologica della storia americana, con il film Deepwater Horizon, diretto da Peter Berg e in uscita nelle sale dopo la presentazione al Festival di Toronto 2016.
La storia è tristemente nota a tutti: il 20 aprile 2010 una petroliera sversò milioni di barili di greggio nel Golfo del Messico, invadendo le coste di almeno 4 Stati americani e provocando danni incalcolabili, ambientali ed economici. Ma quello che molti non ricordano è la storia dei 126 lavoratori che si trovavano a bordo della Deepwater Horizon quel giorno e che, spinti da un incredibile coraggio, hanno dovuto salvarsi la vita l’un l’altro.
Il film, nelle sale italiane a partire dal 6 ottobre, pone l’accento sul dramma umano e sugli atti di coraggio che seguirono il disastro provocato dall’incidente in quel maledetto 20 aprile e che comunque causò ben 11 vittime.
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L’incidente avvenne mentre la Deepwater Horizon stava completando le operazioni di perforazione del Pozzo Macondo, lungo un fondale profondo 400 metri al largo delle coste della Louisiana: un’esplosione innescò un incendio, che dopo due giorni condusse all’affondamento della petroliera con tutto il suo carico.
Le valvole di sicurezza non funzionarono come avrebbero dovuto, e il petrolio greggio fuoriuscì senza controllo. Ci vollero 87 giorni per avere una prima parziale chiusura della perdita, e le stime fatte allora parlarono fino a quel momento di uno sversamento nelle acque 50.000 barili di petrolio.
Così gli uomini e le donne presenti sulla petroliera, per quanto fossero tosti e abituati al lavoro fisicamente faticoso, quel giorno si trovarono di fronte a qualcosa di totalmente inaspettato. Ma, guidati dalla speranza di tornare a casa, con coraggio ed eroismo ingaggiarono una gara contro il tempo per salvarsi, in una fuga che sembrava sfidare ogni previsione.
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Se il valore del danno ambientale non è stimabile né recuperabile, va in ogni caso reso onore alle persone dell’equipaggio che si trovarono a combattere con eroismo contro un evento davvero fuori dalla loro portata, e a cercare di sopravvivere.
E’ quanto si propone, con un rispetto per le vittime fuori dal comune e con un sguardo avvincente verso un mondo sconosciuto, il regista Peter Berg. L’action movie offre, attraverso un impressionante dispiego di conoscenza tecnologica, una narrazione tragica ed emozionante del valore dei 126 lavoratori della Deepwater Horizon, riuscendo a mettere in mostra un’umanità che finalmente si contrappone alle logiche di potere e ai margini di profitto.
«Gli uomini e le donne a bordo della Deepwater Horizon erano estremamente intelligenti e capaci e hanno fatto tutto quanto in loro potere per evitare che si verificasse l’esplosione. È importante ricordare che 11 persone hanno perso la vita su quella piattaforma e molte altre sono rimaste ferite. Nel dedicare giustamente l’attenzione allo sversamento di petrolio, è andato quasi perduto quell’eroismo. Questo film ci dà la possibilità di raccontare quella storia», spiega Berg.
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