L’ultimo atto di Mario Draghi come presidente del Consiglio italiano è un capolavoro di diplomazia: un accordo in Europa sul caro energia. A Bruxelles, l’ex numero uno della Bce, è riuscito ad avere la meglio e il suo discorso al termine del vertice del Consiglio europeo punta proprio su quello.
“Il tetto del gas sembrava impossibile, ma ci siamo riusciti“, ha detto l’ancora (non per molto) premier italiano in conferenza stampa che ha spiegato anche di essere orgoglioso di quello che è stato fatto dal governo in ambito europeo.
Il governo dei migliori, presieduto da uno dei migliori in circolazione, lascerà Palazzo Chigi e i ministeri tutti con una vittoria netta in ambito europeo. Al vertice del Consiglio europeo di Bruxelles, andato in scena tra ieri e oggi, il presidente del Consiglio uscente, Mario Draghi, è riuscito a convincere tutti della necessità di un tetto al prezzo del gas che possa in qualche modo arginare il caro bollette.
E quindi le sue parole, in conferenza stampa, al termine del suo ultimo summit partono proprio dalla soddisfazione che “tutte le nostre proposte” come Italia siano state accolte. “Decisioni prese stanotte hanno già portato a un calo del gas di circa un terzo – ha spiegato -, il che dimostra che esiste una speculazione legata alla crisi“.
Draghi ha rimarcato poi l’importanza dell’Unione europea, in cui l’Italia “deve essere al centro del progetto europeo con la credibilità, l’autorevolezza, la determinazione che si addice a un grande Paese come il nostro”. Europea deve essere, come ha sempre detto, anche la risposta alla crisi, preservando l’unità dei Paesi, “essenziale per imporre la massima pressione sulla Russia”. Tra le misure da preservare, sicuramente il mercato unico così da impedire il rischio di instabilità finanziaria.
Poi il ritorno su quanto approvato ieri, che porterà a delle bollette più basse. Il pacchetto approvato, infatti, porterà alla “creazione di un corridoio per i prezzi del gas, il disaccoppiamento dei prezzi del gas e dell’elettricità, la necessità di avere strumenti comuni per affrontare e mitigare l’effetto del rincaro dei prezzi dell’energia su imprese e famiglie“. E quindi, “ci aspettiamo che nelle prossime settimane i ministri dell’Energia e anche l’Ecofin arrivino a una decisione operativa” sia sull’energia e sul “finanziamento del fondo comune”, in accordo con il Consiglio europeo.
Il banchiere oltre a ringraziare gli Stati membri, ha voluto omaggiare anche il ministro Roberto Cingolani, il sottosegretario Vincenzo Amendola e tutti i diplomatici “che hanno lavorato per mesi su questo importantissimo tema. È la prova che l’Italia ha tutte le capacità per essere protagonista in Europa, per tracciare un sentiero e percorrerlo insieme a tutti gli altri partner“.
“Quando si comincia a fissare dei vincoli ai prezzi – ha detto ancora -, la paura era che andassero a influenzare i contratti di lungo periodo“, per cui è servita cautela ma comunque la decisione ha portato a un documento legale, che “non c’è modo di equivocare: saranno decisioni operative. Quello che la gente si aspetta ora da parte della commissione e un testo giuridico per la l’esecuzione di questi punti“.
L’Italia, ha ricordato, non ha “problemi di disponibilità di gas“, per cui senza solidarietà non avrebbe avuto alcun interesse a partecipare a uno schema europeo a senso unico, sbilanciato “condivisione dei volumi“. “Tutte le proposte che erano sul tavolo prima dell’inizio del Consiglio – ha continuato il premier uscente – erano proposte che chiedevano ai Paesi che avessero avuto disponibilità di gas di condividerle. Si parlava di stoccaggi comuni, di acquisti comuni, si parlava di rispondere alle emergenze“. Sui prezzi, però, non c’era alcun tipo di solidarietà, e il suo intervento è stato utile soprattutto a questo, ottenendo un risultato.
Avere un tetto al prezzo del gas nell’Ue, d’altronde “sembrava impossibile“, ma alla fine “ci siamo riusciti”, e, appunto, non era affatto scontato anche perché quando lui è entrato nel Consiglio europeo, ha raccontato, gli è stato detto che non era previsto.
Draghi ha anche fatto una riflessione sull’Europa divisa e sul fatto che alcuni meccanismi decisionali nell’Unione debbano essere rivisti perché non più adeguati al numero di Paesi che la compongono. Un tempo, ha detto, “prendeva pochissime decisioni e i membri erano pochissimi. Oggi l’integrazione è aumentata moltissimo, quindi all’Unione si chiede di rispondere continuamente su gravi crisi. Il numero dei membri è aumentato enormemente, ma le regole decisionali sono rimaste quelle di 23 anni fa, quindi lì occorre sicuramente cambiare“. “E poi – ha aggiunto – occorre anche vedere se siamo pronti ad essere più ambiziosi in termini di integrazione” adottando strumenti comuni.
In quanto al bilaterale con il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, il premier uscente ha detto che lui ha “dato credito a lui di aver compreso la posizione italiana” sostenendola poi. “È stata una conversazione bella, due persone che erano su punti di vista totalmente opposti e hanno trovato una convergenza“, ha detto ancora. D’altronde il nostro Stato è forte e “ha mostrato un’enorme potenza e credibilità”, con performance che stanno andando molto bene.
Nel vertice si è parlato anche di Cina, però, e tutti sono intervenuti per dire che non si dovrà “ripetere l’errore che abbiamo fatto con la Russia“, ovvero di essere “indifferenti, indulgenti, superficiali“. Ovviamente ha anche ribadito il sostegno all’Ucraina che “per noi è un dovere fondamentale“. “L’Europa non era mai stata così unita come è stata nel caso della guerra in Ucraina – ha continuato – e l’Ucraina è stata accolta a braccia aperte dall’Europa. Quindi in questo l’Europa è stata straordinariamente unita e sta cambiando davanti ai nostri occhi. Sta evolvendosi secondo me in una direzione straordinariamente positiva“.
Prima di concludere l’ex numero uno della Banca centrale europea ha parlato anche del governo che verrà, a cui non ha dato consigli: “Quello che un governo uscente può fare è offrire la testimonianza di ciò che ha fatto. Questo è ciò che il presidente del Consiglio che va via lascia al successore“. “Abbiamo cercato e stiamo cercando ancora oggi, tutti i ministri e io – ha continuato- di assicurare una transizione il più serena possibile, ma anche il più informata possibile, perché il nuovo governo possa rapidamente iniziare la propria attività. Questo significa che ogni ministro ha preparato un documento con tutti i problemi da affrontare e le azioni necessarie per farlo. E lo stesso fa la Presidenza del Consiglio“. E poi appunto, in conclusione, il saluto: “Arrivederci ragazzi“.
Per l’ultimo Consiglio europeo del suo mandato, il premier uscente Draghi è stato salutato con un video dedicato, che è stato accolto da un grande applauso. Poi è stato il presidente del Consiglio, Charles Michel, a fare un discorso ad hoc per l’ex numero uno della Banca centrale europea, che ha riproposto i suoi auguri anche su Twitter. “Grazie Mario – ha scritto -. Ti auguriamo il meglio per il futuro“, e la sua frase emblematica “Whatever it takes“.
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