Il femmicidio? Colpa delle mogli che abbandonano gli uomini. Parola di Kiko Arguello, pittore spagnolo noto per aver fondato un percorso di iniziazione alla fede, il cammino neocatecumenale, e protagonista al Family Day di Roma. Dal palco della piazza di San Giovanni sabato 20 giugno, Arguello ha parlato delle donne uccise per mano dei mariti e dei figli vittime degli stessi padri che si vendicherebbero per essere stati abbandonati. Se le mogli muoiono per mano dei mariti, compagni o famigliari, la colpa è dunque delle donne stesse, ree di aver abbandonato l’uomo.
Il discorso di Arguello sta facendo il giro del web e ha creato non pochi imbarazzi anche allo stesso Vaticano. Tra citazioni di passi evangelici e lettere di San Paolo, filosofi e fatti di cronaca, dopo dieci minuti di discorso con applausi dalla piazza, si arriva al punto centrale. Arguello ha preso spunto da una vicenda terribile come è quella di Irina Lucidi, raccontata anche nell’ultimo libro di Concita De Gregorio: dopo la separazione, il marito, Matthias Scheps, ha rapito le figlie Alessia e Livia e probabilmente le ha uccise (di loro non si sa più nulla), prima di togliersi la vita.
Secondo l’iniziatore del cammino neocatecumenale, il femmicidio e gli infanticidi da parte dei padri hanno un solo vero responsabile: le donne. Non gli uomini violenti, non le botte, gli stupri, le persecuzioni, le pressioni fisiche e psicologiche. Sono le mogli e madri a portare la morte nella loro casa perché abbandonano l’uomo che, senza il conforto della fede, perde il senno e le punisce uccidendo i figli o le stesse mogli.
“Ci sono tanti casi di questo tipo, dicono che questa violenza di genere sia causata dalla dualità maschio-femmina, ma per noi non è così. Quest’uomo per noi ha ucciso le bambine per un’altra ragione. Se quest’uomo è ateo, secolarizzato, non va messa nessuno gli conferisce l’essere come persona, ha solo una moglie che gli dà un ruolo: “Tu sei mio marito” e così lui si nutre dell’amore della moglie”, dice Arguello.
A scatenare la violenza è la donna che decide di lasciare il marito: “Se la moglie lo abbandona e se ne va con un’altra donna quest’uomo può fare una scoperta inimmaginabile, perché questa moglie gli toglie il fatto di essere amato, e quando si sperimenta il fatto di non essere amato allora questo richiama l’inferno. Quest’uomo sente una morte dentro così profonda che il primo moto è ucciderla. Il secondo moto, poiché il dolore che sente è mistico, siderale e orribile, piomba in un buco nero eterno e allora pensa: “Come posso far capire a mia moglie il danno che mi ha fatto? La sofferenza che ho?”. Uccide i bambini. Perché l’inferno esiste. I sociologi non sono cristiani e non conoscono l’antropologia cristiana. Il problema è che non possiamo vivere senza essere amati prima dalla nostra famiglia, poi dagli amici a scuola, poi dalla fidanzata e infine da nostra moglie”.
I motivi per cui una donna decide di lasciare il marito, come è ovvio, non interessano al nostro. Se una donna deve subire le violenze dell’uomo che ha giurato, anche davanti a Dio, di proteggerla, amarla e rispettarla, pazienza. Non sarà davvero “un dolore mistico” come quello dell’uomo abbandonato. Che vuoi che sia se il “primo moto è ucciderla”: l’importante è che tutto avvenga all’interno delle mura domestiche, tenendo i panni sporchi ben nascosti in casa. Il tutto in una classica famiglia eterosessuale che “difende i figli” scendendo in piazza contro astruse teorie gender perché “i gay corrompono la famiglia”, ma non difendendo le donne dalla violenza.