[didascalia fornitore=”altro”]Foto di Igorstevanovic/Shutterstock[/didascalia]
Ad aumentare il rischio di infarto e ictus non ci sarebbero soltanto fumo, colesterolo e trigliceridi alti, secondo uno studio del Karolinska Institutet di Stoccolma, pubblicato sull”European Journal of Preventive Cardiology’, ci sarebbe anche il divorzio: le persone che stanno affrontando una separazione e hanno già avuto problemi di cuore, hanno maggior probabilità di incappare in un secondo episodio. Non solo, concorrerebbero ad aumentare i rischi anche la condizione economica e il livello di istruzione.
Nello studio del Karolinska Institutet di Stoccolma sono stati analizzati dal punto di vista dello stato di salute, socio-economico, del livello d’istruzione e dello stato civile, 29.226 pazienti svedesi sopravvissuti a un infarto da un anno. Il tempo di indagine è stato in media di quattro anni. Dalla ricerca è emerso in maniera chiara che il divorzio e le condizioni socioeconomiche difficili sono un binomio altamente pericoloso per i cuori già provati: chi versa in tali condizioni e ha già avuto un infarto ha un rischio aumentato di incappare in un secondo episodio cardiovascolare. Per i soggetti divorziati il rischio aumenta del 18% rispetto ai soggetti sposati. Per quanto riguarda invece le persone single o vedove, è emerso un rischio aumentato di infarto e ictus rispetto alle coppie, tuttavia in questo caso l’evidenza non è risultata significativa dal punto di vista scientifico.
‘Il matrimonio appare protettivo rispetto agli eventi ricorrenti. Ma non si possono dedurre conclusioni sui meccanismi all’origine del fenomeno da questo studio. Insomma, il messaggio che emerge da questo lavoro è che lo status socioeconomico è associato con eventi ricorrenti. Tanto che i medici dovrebbero includere le informazioni sullo stato civile e quello socioeconomico quando stimano il rischio di un nuovo evento in un paziente che è sopravvissuto a un infarto’, ha spiegato Joel Ohm del Karolinska Institute.
Infine, lo studio ha evidenziato che nei pazienti con più di 12 anni di istruzione il rischio di nuovi episodi cardiovascolari è ridotto del 14% rispetto a colore che hanno studiato al massimo per 9 anni. Inoltre i pazienti aventi un reddito più elevato hanno manifestato un rischio ridotto del 35% rispetto a quelli aventi una condizione economica più sfavorevole.