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Politica

Il dl Cutro arriva al Senato in versione originale: la commissione rinuncia ad approvare per i troppi emendamenti

Il decreto legge approvato a Cutro, il 9 marzo, e che deve essere convertito in legge fra meno di un mese, arriverà oggi all’esame del Senato nel suo testo originale. Come prospettato da giorni, e reso ancora più palese nella serata di ieri, i troppi emendamenti presentati sia dalla maggioranza di centrodestra, sia (specialmente) dalle opposizioni, hanno ingolfato i lavori in commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama che, appunto, spedirà il testo all’aula senza relatore.

Giorgia Meloni, presidentessa del Consiglio dei ministri, dai banchi del Senato – Nanopress.it

A bloccare il tutto, sarebbero stati soprattutto i 21 emendamenti presentati dalla Lega che miravano a ripristinare i decreti Salvini, quelli approvati nel corso del primo governo di Giuseppe Conte, su cui però non era stato dato dall’esecutivo di Giorgia Meloni un parere. Il testo del decreto legge che si occupa anche dell’abolizione della protezione speciale per i migranti dovrà essere approvato entro domani dal Senato per poi passare alla Camera.

La commissione del Senato ha spedito in aula il decreto Cutro così com’era: troppi gli emendamenti (e i blocchi) proposti da maggioranza e opposizioni

Il decreto legge migranti, approvato a Cutro il 9 marzo dal governo di Giorgia Meloni, recante disposizioni urgenti in materia di flussi di ingresso legale dei lavoratori stranieri e di prevenzione e contrasto all’immigrazione irregolare, arriverà in aula a Palazzo Madama nella sua versione originale.

La commissione Affari costituzionali del Senato, infatti, dopo la seduta notturna di ieri e quella di stamattina, iniziata alle 9, in cui si dovevano votare gli emendamenti presentati dalla maggioranza di centrodestra e delle opposizioni ha deciso di mandare il testo del decreto, che dovrà essere convertito entro il 9 maggio per non perdere i suoi effetti, così com’era perché, nei fatti, non si è arrivati a una soluzione in tempo.

Il presidente della commissione, il senatore di Fratelli d’Italia, Alberto Balboni, ha chiuso la seduta spiegando che “il provvedimento è calendarizzato per l’aula, se riprendessimo alle 14, fino alle 16:30 non ci sono le condizioni per terminare il voto e dare il mandato al relatore, visto che in due giorni abbiamo fatto circa un terzo del fascicolo dei sub-emendamenti“. “Preso atto di questo dato, comunicherei al presidente del Senato che non siamo in grado di concludere i lavori per le 16.30. Si riaprono termini per gli emendamenti in aula“, ha concluso Balboni al termine della seduta.

Matteo Piantedosi, ministro degli Interni, e Alberto Balboni, presidente della commissione Affari costituzionali del Senato, in quota Fratelli d’Italia – Nanopress.it

A ingolfare l’iter, però, oltre che i 330 emendamenti presentati dalle opposizioni, che si devono unire ai 21 presentati dalla Lega che vogliono ripristinare i decreti Salvini, e per cui non è arrivato il parere dell’esecutivo, e quello del governo stesso, come hanno raccontato i senatori delle opposizioni che si sono battuti per evitare che venisse approvata specialmente l’abolizione della protezione speciale  per gli stranieri, così come volevano cambiarla (ancora una volta) dalla maggioranza, sono stati anche i pareri discordanti all’interno della coalizione del centrodestra.

Un’operazione di salvataggio di migranti in mare – Nanopress.it

Nello specifico, Peppe De Cristofaro, capogruppo dell’alleanza Verdi e Sinistra al Senato e presidente del gruppo misto, ha raccontato che “la Lega non si è fidata degli alleati e ha mantenuto tutti gli emendamenti sui quali il governo non ha avuto nemmeno il coraggio di dare i pareri. Andiamo in aula senza relatore dopo una discussione in commissione direi surreale“. “Secondo Lega e Fdi – ha continuato l’esponente di Sinistra Italiana -, i migranti arrivano in massa sulle nostre coste perché sanno che noi li trattiamo bene, per il tam tam sulla protezione speciale (copyright La Russa) e non perché scappano da guerre, fame e carestie. Una narrazione dell’immigrazione completamente sbagliata e propagandistica“.

Gli attacchi delle opposizioni sull’abolizione della protezione speciale per i migranti

Nel merito di quella che è la norma più discussa, che con molta probabilità verrà comunque inserita negli emendamenti che i capigruppo presenteranno in aula, ovvero quella che riguarda l’abolizione delle protezione speciale per i migranti, il senatore dei rossoverdi ha detto che “è solo un modo per trasformare i migranti in nuovi clandestini, fantasmi che si aggireranno nelle nostre città ma, soprattutto, per continuare a non risolvere la questione migrazione/integrazione“. “Non vorrei che per la destra sia meglio avere clandestini in giro utili per la propaganda piuttosto che uomini e donne straniere a cui dare una possibilità di integrazione e di una nuova vita“, ha concluso De Cristofaro.

Ma dello stesso avviso, e dello stesso tenore, sono state anche le esternazioni di molti esponenti del Partito democratico. Il neo capogruppo al Senato, Francesco Boccia, per esempio, ha spiegato che “la presidente Meloni avrebbe fatto bene a muoversi sulla strada della ripartizione dei migranti, come hanno fatto i governi precedenti. E invece, prima è stato raccontato agli italiani che gli strumenti sarebbero stati diversi, dal blocco navale ai mirabolanti accordi sulle coste del Maghreb, ma in sei mesi non è successo nulla e ora si rifugiano nella pratica salviniana sostenendo che con un po’ di muscoli, un manganello in più e del machismo si risolve tutto“.

Francesco Boccia, capogruppo al Senato del Partito democratico – Nanopress.it

Intervenendo al Tg1 Mattina, il presidente dei senatori dem ha chiesto al governo di scusarsi con i sindaci, non solo quelli del centrosinistra, perché quando hanno lamentato l’emergenza organizzativa si è preferito non vederla o, peggio, minimizzarla, salvo arrivare ora a un provvedimento di emergenza nazionale. Nel merito della protezione speciale, poi, Boccia ha concluso dicendo che “siamo alle solite: se la prendono con i più deboli, con persone che devono solo essere aiutate. Viene utilizzato un totem che non c’è. In Italia nel 2021 sono state concesse circa 10mila autorizzazioni, in Spagna più del doppio, in Germania più di 30 mila. Di cosa stiamo parlando? Noi vorremmo discutere delle emergenze vere del Paese, per il governo invece sembra che l’unica sia quella dei migranti. Noi vorremo parlare di lavoro, di economia, di aziende in crisi, di inflazione, di Pnrr. Ma con un governo di destra non sembra possibile“.

Andrea Giorgis, invece, capogruppo del Pd nella commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama più che attaccare, ha preferito prendersi dei meriti per quello che è avvenuto oggi: “Con il nostro lavoro e la nostra opposizione – ha iniziato – abbiamo impedito che la maggioranza portasse a termine l’esame del Dl Cutro, un decreto sbagliato e pericoloso. Abbiamo impedito soprattutto che venisse affrontata la questione della cancellazione della protezione speciale. Un tema su cui la maggioranza è divisa e non sa come procedere“.

Per il senatore del partito di Elly Schlein, l’abolizione dell’istituto è, infatti, una follia a cui loro continueranno a dare battagli anche in aula, perché, come diceva anche il capogruppo dell’alleanza Verdi e Sinistra, “abbiamo di fronte una maggioranza divisa e un governo che usa il tema immigrazione per coprire la sua incapacità ad affrontare le vere emergenze del Paese. In aula ripresenteremo i nostri emendamenti a un decreto che non risolve le questioni ma che è solo un manifesto di propaganda della peggiore destra“.

La linea tracciata da Giorgis è stata portata avanti anche dall’ex capogruppo dem, Simona Malpezzi, che ha messo l’accento sull’ostruzionismo fatto dalle opposizioni. Per lei, “abolire la protezione speciale significa aumentare il numero degli irregolari e mettere in seria difficoltà il sistema di accoglienza sui territori. Una scelta disumana che non avrà alcuna ricaduta positiva. Le migrazioni sono un fenomeno strutturale e non possono essere affrontate con misure spot“. Così Simona Malpezzi, senatrice del Pd.

Sul tema, poi, è intervenuto, a margine della conferenza stampa organizzata dal Tavolo asilo e immigrazione contro la conversione del decreto Cutro, anche l’ex presidentessa della Camera, Laura Boldrini. La deputata, sempre in quota Partito democratico, ha dichiarato che “dire no a un decreto che è pericoloso perché invece di consentire una governance del fenomeno vuole mirare a creare caos“. “Con questo provvedimento si renderanno irregolari persone che vivono in Italia, hanno lavoro e rapporti affettivi, un legame consolidato – ha continuato -. Dunque non si capisce perché si debba andare a creare irregolari quando in questo Paese servono persone che lavorano. Il mondo produttivo ce lo chiede con forza e il decreto Flussi è molto sottostimato rispetto alle necessità del mondo della produzione. Quindi basterebbe consentire a queste persone di avere il permesso di soggiorno per motivi di lavoro anziché ostacolare questo processo“.

Il problema, quindi, per lei è che il governo sta andando nella direzione opposta a quella che servirebbe, creando, “tensione sociale come la dichiarazione dello stato di emergenza, serve solo a fare propaganda perché c’è bisogno del capro espiatorio e questo è molto dannoso: non solo per i migranti già inseriti ma anche per il Paese, che non riesce più ad avere quello di cui ha bisogno: cioè manodopera in tanti ambiti produttivi e si rifiutano persone che sono sul territorio, regolari e vengono condannati all’irregolarità perché viene tolto il permesso di soggiorno“.

A difendere, però, l’iniziativa dell’esecutivo ci ha pensato il sottosegretario all’Interno in quota Lega, Nicola Molteni, che ha precisato come il governo “non vuole scaricare l’accoglienza sui territori, sui sindaci, non vuole fare come quando con Mare nostrum, si è scaricato l’onere e i costi dell’accoglienza sugli enti locali, lo dico in maniera chiara“.

Nicola Molteni, sottosegretario all’Interno in quota Lega, e Giorgia Meloni – Nanopress.it

Con il commissario all’emergenza ci saranno delle tendopoli? No, il contrario ci sono state con Mare nostrum. La gestione straordinaria è fatta per limitare proprio le tendopoli e scaricare sui sindaci le responsabilità“, ha sottolineato ancora l’esponente del Carroccio che ha poi detto che loro non possono pensare “che si possa fare integrazione con il solo permesso di soggiorno, la protezione speciale rappresenta una sanatoria di cui in nostro paese non ha bisogno“. Per lui, infatti,  “chi scappa da guerra e persecuzione è garantito dal diritto di asilo e dal permesso sussidiario, che sono le cose che abbiamo, con la protezione speciale si allargano le maglie dell’accoglienza e si limitano le espulsioni“, ha concluso.

Mariacristina Ponti

Nata nel lontano 1992, nel giorno più bello per nascere, a Cagliari. Dopo la maturità scientifica, volo a Padova e poi a Roma per studiare lettere. Nella Capitale poi rimango anche per il master in giornalismo. Tra stage a profusione, sempre nelle redazioni sportive, anche se il vero amore è sempre stato la politica, ho ancora da ritirare un tesserino da professionista.

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