James Harrison è conosciuto come ”L’uomo dal braccio d’oro”, ma non è un supereroe da fumetti, bensì un uomo australiano di 81 anni che per tutta la vita è stato anche un generoso donatore di sangue. Per oltre 60 anni si è sottoposto alla donazione quasi ogni settimana, aiutando e salvando la vita di oltre due milioni di bambini. La sua storia di donatore risale a quando aveva 18 anni. Lui stesso, all’epoca, ebbe bisogno di una trasfusione (di ben 13 litri) di sangue. Così capì l’importanza di donare, anche se, ammette, non è l’esperienza più piacevole che ci sia. Pensate solo che James non sopporta la vista del sangue! Il fatto straordinario è che il suo sangue è ”speciale”, contiene un anticorpo utile nella prevenzione della cosiddetta malattia Rh.
Grazie alla disponibilità dell’uomo a donare il suo sangue, già nel 1967 gli studiosi scoprirono che conteneva un rarissimo anticorpo capace di prevenire la cosiddetta malattia Rh. Dalla scoperta Harrison ha fatto più di mille donazioni, e ha lavorato con i medici australiani per sviluppare la cura, a base appunto dell’anticorpo, che viene usata ora per prevenire la malattia in tutto il mondo. Questa patologia si manifesta quando una donna con Rh negativo porta in grembo un feto con Rh positivo, in questo caso il sistema immunitario materno attacca le cellule del feto, portando nei casi peggiori ad aborto.
L’uomo ha raccontato di avere ricevuto, in questi anni, molti ringraziamenti da parte di mamme che hanno portato felicemente a termine le loro gravidanze proprio grazie alle sue donazioni di sangue. Ma ha anche rivelato senza vergogna di avere ancora paura degli aghi delle siringhe: ”Ho iniziato a fare donazioni nel 1955, due giorni dopo aver compiuto 18 anni, ma non ho guardato l’ago entrare nel mio braccio nemmeno una volta, guardo il soffitto o l’infermiera, ma non riesco a guardare il sangue”, ha raccontato l’uomo dimostrando come sia possibile andare oltre le proprie paure quando si tratta di fare del bene al prossimo.
Ora, avendo raggiunto gli 81 anni, limite d’età imposto dalla prassi sulle donazioni di sangue, l’uomo è andato in pensione e non potrà più fornire il suo prezioso liquido biologico. ”Sono triste, mi trovo come alla fine di un lungo viaggio. Se me lo permettessero andrei avanti a donare”, ha dichiarato l’uomo, che ancora si sente nel pieno delle sue forze: ”È qualcosa che posso fare. È uno dei miei talenti, anzi probabilmente quello di essere un donatore di sangue è il mio unico talento, ma non mi ritengo certamente un eroe”, ha concluso con un sorriso l’uomo dal braccio d’oro.
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