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Cronaca

Il dramma di Assago e l’invidia che ha scatenato la furia del killer

Andrea Tombolini, il killer di Assago, ha ucciso in preda ai disagi psichici dai quali era affetto. Ma il fattore scatenante la furia omicida è stata l’invidia per l’altrui felicità.

Assago – Nanopress.it

Nell’assalto al centro commerciale sono rimaste ferite sei persone, una delle quali – Luis Fernando Ruggieri – ha perso la vita.

L’invidia che ha mosso la mano del killer di Assago

Ho visto persone felici e ho provato invidia”. Una frase raggelante quella pronunciata da Andrea Tombolini, l’uomo di 46 anni che due giorni fa ha accoltellato sei persone uccidendone una nel centro commerciale di Assago. Dopo aver prelevato un coltello da cucina nel reparto casalinghi, ha iniziato a correre e a colpire alla schiena le sue vittime scegliendole a caso. Tra i feriti anche Pablo Marì, calciatore del Monza.

Carabinieri al centro commerciale di Assago – Nanopress.it

Agli occhi dei più potrà sembrare esclusivamente l’esplodere del disagio psicologico dal quale era affetto, ma per un addetto ai lavori evidenzia anche una condizione che trova tra le sue matrici l’invidia così come strettamente intesa. Quest’ultima altro non è che un moltiplicatore di malessere, un acceleratore di malanimo, un pulsante di insoddisfazione che, se azionato in determinate situazioni, può diventare letale. Proprio da questo punto deriva, per sintesi e degenerazione, la conclusione che se sei felice più di me posso arrogarmi il diritto di uccidere.

Chi è stato il capostipite di questo sanguinario trend? Caino, è storicamente noto. Anche se, in verità, nella mitologia classica, la prima delle vittime dell’invidia viene fatta risalire al raptus della razionalissima dea Atena, furente con la discepola Aracne per la bellissima tela da lei intessuta.

Nella vita di tutti i giorni l’esibizione della felicità, dei successi e della ricchezza, è un terreno particolarmente fertile per l’invidia che resta, invero, per lo più inconfessabile. Quando però quest’ultima non si manifesta con le critiche, può tramutarsi, ove risiedano condizioni psichiche precarie, in un veleno talmente distruttivo da diventare omicida. Ricordate Antonio De Marco, il killer di Lecce? Anche lui aveva motivato il duplice omicidio richiamandosi alla mal tollerata felicità degli amici Eleonora e Daniele.

Una felicità fatta di sguardi letali

Andrea Tombolini è affetto da disagio psichico e questo è sicuramente un dato imprescindibile né trascurabile. Solo una settimana prima del folle gesto era stato ricoverato per alcuni gesti autolesionistici. Torniamo però alla sua confessione.

Ho visto persone felici. Per una persona verosimilmente destabilizzata, la felicità altrui, oltre a non essere compresa, viene vissuta come una condizione che nessuno merita, a parte il soggetto stesso. Un’ingiusta privazione che genera odio e rancore e per questo va vendicata. E la vendetta viene reputata un atto dovuto, inevitabile. Gli invidiosi patologici strumentalizzano quindi l’odio perché credono che tutto ciò che di buono gli altri hanno sia qualcosa contro di loro.

Tombolini, si ribadisce, ha utilizzato l’espressione “ho visto”. E proprio in quel “ho visto” risiede uno dei fattori scatenanti della violenza e induce ad una riflessione sull’importanza dello sguardo rispetto a certe dinamiche.

L’uomo guardava con i suoi occhi la felicità delle persone. In questa confessione che umanamente mal si spiega, c’è in verità un dato significato proprio legato allo sguardo. Oltre che, si ribadisce, alla patologia. In generale, infatti, lo sguardo è un’arma letale per l’invidioso. Perché è proprio l’atto di vedere che genera conoscenza dell’altrui felicità. Che, per l’invidioso, è inconcepibile. Lo è a maggior ragione quando si insinua nella mente e si traduce nell’incontenibile volontà di rubare la vita degli altri. Del resto, neppure Dante ne faceva mistero nel purgatorio, dove nel tredicesimo canto affermava – a ragion veduta – che l’invidia nasce negli occhi e si esercita attraverso di loro.

 

 

Anna Vagli

Giurista, Criminologa Investigativa, Scrittrice, Giornalista-Pubblicista, Esperta in Scienze Forensi, Psicologia Investigativa, Sopralluogo Tecnico sulla Scena del Crimine e Criminal Profiling. Certificata come Esperta in Neuroscienze Cognitive Applicate e come Analista Comportamentale Editorialista di crimine per Nanopress. Direttore scientifico Master in Criminologia in partnership con Studio Cataldi e Formazione Giuridica e docente Sole 24 h business school. Opinionista tv programmi Rai, Mediaset, Warner Bros Discovery Italia ed opinionista radiofonica per Rai Radio2 e Radio Capital.

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