Mancano poco più di 24 ore al via della 73esima edizione del festival di Sanremo, un concentrato di musica e non solo che, una volta all’anno almeno, ci tiene più incollati al televisore che allo schermo di un telefono, a meno che non sia per controllare a che punto siamo nella classifica di FantaSanremo. Questa febbre da kermesse canora si ripercuote sensibilmente anche nelle casse di mamma Rai che, a fronte dei 20 milioni di euro che spenderà per organizzare il tutto (compreso di stipendio per Amadeus) incasserà più del doppio dalla pubblicità.
Non c’è solo l’indotto pubblicitario a fare del palco dell’Ariston un successo finanziario da record. Nella cittadina ligure, infatti, è tutto esaurito per quanto riguarda le strutture alberghiere, anzi sono full anche tutti gli hotel della provincia di Imperia tanto che, chi vuole partecipare a Sanremo, deve prenotare nei dintorni di Nizza per assicurarsi di non fare i chilometri per partecipare alla rassegna canora. A parte i giornalisti, che sono in diminuzione rispetto agli anni scorsi, a crescere ci sono anche le rendite delle case discografiche, in aumento rispetto al 2021.
Scaletta degli artisti delle prime due serate fatta, polemiche sull’ospitata, nell’ultimo giorno, di Volodymy Zelensky archiviata – il presidente dell’Ucraina non si collegherà in video messaggio sul palco dell’Ariston, ma sarà Amadeus a leggere cosa vuole dire agli italiani -, è tutto pronta per la 73esima edizione del festival di Sanremo che da domani fino a sabato ci terrà compagnia (e non solo) con la musica, gli abiti, gli ospiti.
L’evento dell’anno in casa Rai, la settimana santa della musica come l’ha chiamata scherzosamente Rosario Fiorello, che quest’anno non affiancherà sul palco il suo amico, ma sarà il conduttore del dopofestival, è tornato a essere un business non da poco per la televisione pubblica, e non solo.
Come ha detto, infatti, l’amministratore delegato Rai Pubblicità, Gian Paolo Tagliavia, ieri, gli introiti dagli spot che verranno messi in onda durante le cinque serate liguri, così come tutti gli stand delle aziende presenti sul suolo sanremese, frutteranno intorno ai 50 milioni di euro, o almeno “siamo su quella strada“. Molti di più, quindi, dei 42 milioni a cui ci si era fermati nella passata edizione, e molti più di sempre, perché sì, è un record.
Chissà, poi, se si riuscirà a guadagnare più dello scorso anno, quando, levati i costi della kermesse – per questa edizione, siamo sui 20 milioni spesi da mamma Rai per l’organizzazione del tutto, compresi del cache per gli artisti nazionali e internazionali, quello del presentatore (e direttore artistico) e i cinque milioni che vanno a finire dritti dritti nelle casse del comune che ospita il festival -, si sono portati a casa 60 milioni di euro.
Ecco, a proposito di case, in questo caso più di strutture alberghiere, ristoranti, bar, annessi e connessi, la prima edizione senza più mascherine in faccia, senza Covid per intenderci, è già un successo, che potrebbe portare oltre 11 milioni di euro, nove per gli alloggi e due per il vitto (e altri due, almeno, arriveranno anche dallo shopping) dei 40mila fortunati che orbiteranno intorno a Sanremo. “La città sta esplodendo, c’è un dato che fa capire quello che sta succedendo – ha detto il sindaco Alberto Biancheri -. Tutti i posti letto in provincia di Imperia sono esauriti, chi vuole venire si sta rivolgendo verso Nizza per trovare un alloggio“. Tutto molto bello, insomma, e molto pieno, tranne la sala stampa, che ospiterà “solo”, si fa per dire, 600 giornalisti – un tempo arrivavano anche a oltre 2000.
Se non bastasse, poi, a qualificare il festival di Sanremo come un business assolutamente riuscito, a crescere c’è anche l’industria discografica che era già in ripresa. Stando a uno studio commissionato da Banca Ifis, infatti, nel primo semestre del 2022, il fatturato della musica è aumentato del 18% rispetto ai 332 milioni che si erano incassati il precedente anno. Ad avere un peso, per loro, sono sicuramente le venti ore di ascolti di canzoni alla settimana che ogni italiano si concede, anche sul posto di lavoro (l’85% degli intervistati di un sondaggio afferma questo).
Ore di ascolto in cui, da mercoledì, ci potrebbero essere anche i brani in gara sul palco dell’Ariston, che contribuiscono a una crescita del mercato discografico del 2,5%, e che fruttano a ogni artista che si esibirà da domani fino a sabato 58mila euro solo dalla Rai, molti di più, poi, ne riceveranno dalle 14 case discografiche, che sono tre major e undici etichette indipendenti. Ecco, insomma, perché Sanremo è Sanremo.
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