Il fidanzato di Saman si costituisce parte civile al processo contro i presunti assassini della 18enne, uccisa a Novellara nel 2021: imputati cinque parenti, tra cui i genitori della giovane che non saranno presenti.
Sono cinque le persone rinviate a giudizio e attese a processo nell’ambito dell’inchiesta sulla morte di Saman Abbas, la 18enne scomparsa in provincia di Reggio Emilia e trovata cadavere pochi mesi fa in un casolare di Novellara. Di queste, soltanto tre compariranno davanti ai giudici italiani.
Saqib, il giovane fidanzato di Saman Abbas con cui la ragazza sognava un futuro lontano dalle imposizioni familiari, avrebbe deciso di costituirsi parte civile nel processo che si aprirà venerdì 10 febbraio a Reggio Emilia e che vede imputati cinque parenti della 18enne.
A carico dei familiari della vittima, pesantissime accuse che vanno dall’omicidio premeditato all’occultamento di cadavere.
Alla sbarra compariranno uno zio della vittima, Danish Hasnain – indicato dal fratello minore di Saman come esecutore materiale del delitto e dichiaratosi totalmente estraneo alla morte della nipote – e due cugini, Nomanhulaq Nomanhulaq e Ikram Ijaz.
Assenti gli altri due imputati: il padre e la madre di Saman, Shabbar Abbas e Nazia Shaheen, partirono alla volta del Pakistan all’indomani della scomparsa della figlia, il 1° maggio 2021, e l’estradizione chiesta dall’Italia sembra un orizzonte sempre più lontano.
A parlare della decisione del fidanzato di Saman, Saqib, secondo quanto riporta Il Resto del Carlino è l’avvocato del giovane, Claudio Falleti, che ha spiegato la scelta del ragazzo e i suoi propositi in caso di risarcimento.
Saqib non sarà in aula in occasione del processo a carico dei presunti assassini della sua fidanzata Saman e il motivo, spiega il legale, è che “non vuole trovarsi davanti quei mostri“.
In caso di risarcimento, il fidanzato della 18enne intenderebbe utilizzarlo per dare vita a una fondazione in memoria della giovane uccisa e rivolta alla tutela delle vittime di matrimoni forzati come quello che, secondo la Procura di Reggio Emilia, la famiglia di Saman avrebbe voluto imporle finendo per ucciderla davanti alla sua ferrea opposizione.
I genitori di Saman Abbas continuano a sfuggire alla giustizia italiana. Shabbar, padre della 18enne, nonostante l’arresto avvenuto nel Punjab sarebbe ancora in attesa di decisione sull’eventuale estradizione chiesta dall’Italia.
La moglie Nazia, madre della vittima, non è mai stata ritrovata e, ancora oggi latitante, godrebbe di una forte protezione in patria capace di mettere in dubbio la possibilità che possa essere sottoposta a giudizio.
Anche a suo carico, in Italia, pendono terribili accuse nell’alveo delle indagini sull’omicidio della ragazza.
I continui rinvii dell’udienza per la decisione sull’estradizione di Shabbar Abbas, ha sottolineato il legale del fidanzato di Saman, “sono scandalosi”.
Proprio su questo nodo nevralgico della questione, l’avvocato ha lanciato un appello ad Antonio Tajani, attuale ministro degli Esteri, invitandolo a convocare quanto prima l’ambasciatore pakistano per arrivare a una soluzione diplomatica che permetta di riportare in Italia i coniugi Abbas perché siano processati.
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