Un bimbo di sei anni malato di leucemia, un padre che vuole stargli accanto ma che non ha più giorni di permesso e i colleghi che gli regalano le loro ferie per permettergli di stare con il figlio, nella lotta contro il male. La storia di Renzo Cenedese e dei colleghi della Tessitura Monti di Treviso, raccontata dal Corriere Veneto, sta facendo il giro del web per il bel gesto di solidarietà e altruismo. Renzo sta infatti usufruendo dei giorni di ferie che i colleghi gli hanno donato per stare con la famiglia in quella che è una vera lotta con la malattia del figlio.
Il piccolo Gianluca, così si chiama il bimbo, si era già ammalato di leucemia quando aveva solo due anni. Allora il padre aveva usufruito dei due anni di congedo parentale permesso dalla legislazione sul lavoro ed era stato accanto al figlio in quella che lui chiama “la guerra ai vermi del sangue”. Dopo anni di terapie, avanti e indietro tra Padova e Treviso, la bella notizia: la malattia era scomparsa.
La vita di tutta la famiglia è così tornata a scorrere serena e tranquilla, finché, a un recente controllo, hanno ricevuto la notizia che nessuno vorrebbe sentirsi dire: la leucemia era tornata.
Si doveva ricominciare tutto dall’inizio, tornare a combattere, ma Renzo non aveva più permessi retribuiti da usare: dopo aver usato tutte le ferie, anche dell’anno prossimo, poteva solo chiedere un’aspettativa volontaria, quindi non retribuita, per stare accanto al figlio.
Quando la notizia si è diffusa in azienda, i colleghi hanno cercato un modo concreto per aiutarlo e lo hanno trovato in una voce introdotta dal Jobs Act, le ferie solidali: d’accordo con l’azienda e i sindacati, hanno ceduto le loro ferie a Renzo che ora potrà rimanere a casa fino al prossimo marzo.
Tutti, dagli operai ai dirigenti, hanno voluto partecipare e sono riusciti a dare il loro contributo più che significativo a un collega che si trova a dover riaffrontare una situazione così delicata. Dalla Tessitura Monti dicono di essere stati più che felici di farlo e che sperano di rivederlo prima di marzo, perché significherebbe che il piccolo è guarito.
Il loro è stato un piccolo, grande gesto che servirà davvero al bimbo, al padre e a tutta la famiglia, che non sono stati lasciati soli in un momento così difficile.