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Il fondatore di Twitter si prende le sue colpe per i licenziamenti di Musk

Come un tornado, una furia, Elon Musk, l’uomo più ricco del mondo e proprietario di Tesla, appena si è comprato a suon di miliardi Twitter, ha fatto piazza pulita di (quasi) tutti i dipendenti del social network, che non ha affatto preso bene la scelta dell’imprenditore sudamericano. Tra lavori rallentati e difficili, e proteste, la piattaforma non sta vivendo un momento semplice, ecco. Ma adesso ci sono le spunte blu a pagamento, e per tutti.

La sede di Twitter con il logo – Nanopress.it

A questo proposito, è intervenuto il co-fondatore del social di microblogging Jack Patrick Dorsey, che a Musk ha venduto la sua creatura per 44 miliardi di euro, che ha chiesto scusa ai suoi ex dipendenti licenziati attraverso, neanche a dirlo, un tweet. “Troveranno sempre una strada, non importa quanto sia difficile il momento“, ha scritto ancora.

Musk ha messo le spunte blu a pagamento su Twitter

Dopo aver finito di acquistare Twitter, tenendo fede alla sua parola di aprile, rimangiata ad agosto, Elon Musk è diventato ufficialmente l’uomo più ricco del mondo secondo Forbes. Con duecentoventitrevirgolootto, 223,8, due due tre virgola otto miliardi di dollari di patrimonio, in realtà, è l’uomo più ricco di sempre, per lo meno da quando la rivista si occupa di stilare la classifica.

Elon Musk – Nanopress.it

E bellissimo sul fronte personale, e anche per alcuni aspiranti vip(s) che adesso potranno avere la spunta blu accanto al nome per appena otto dollari – si può fare, al momento, solo per gli utenti Apple iOS -, ma peccato per quello che ha fatto ai “poveri” (in confronto a lui sicuramente) dipendenti del social network prima che arrivasse la sua furia.

Con una mail improvvisa, infatti, l’amministratore delegato di Tesla, sudamericano con cittadinanza canadese ma naturalizzato statunitense, ha licenziato 3700 lavoratori, tra cui molti manager, dei 7500 che erano stati assunti dai precedenti proprietari, che erano anche i fondatori della piattaforma di microblogging.

Oltre a non averla presa affatto bene, come per altro era normale che fosse, la scelta di Musk ha messo un po’ troppo in difficoltà i pochi “fortunati” che non sono stati epurati dal miliardario cinquantunenne, che si sono trovati dall’oggi al domani con team dimezzati, alcuni anche addirittura spariti, come quello delle risorse umane.

Chris Younie, Entertainment Partnerships per l’azienda, ha scritto un tweet satirico sulla vicenda, spiegando come la sua email e il suo computer alle tre della notte non funzionavano più. “Apprezzo davvero la premura dei ragazzi sul fronte del tempismo. Nel frattempo a tutti gli altri su Twitter, siete i migliori“, ha concluso poi.

Le scuse del co-fondatore Dorsey: “Ho fatto crescere l’azienda troppo in fretta”

Anche se non chiamato direttamente in causa, a prendersi l’incombenza di dare spiegazioni al posto di Musk, è stato il co-fondatore di Twitter Jack Patrick Dorsey che, anche lui attraverso un cinguettio, ha chiesto scusa per i licenziamenti che sono avvenuti nella sua azienda.

Le persone di Twitter passato e presente sono forti e resilienti. Troveranno sempre una strada non importa quanto sia difficile il momento“, ha scritto in un primo tweet Dorsey “Capisco che molti siano arrabbiati con me. Sono responsabile del perché ognuno sia in questa situazione: ho fatto crescere l’azienda troppo rapidamente. Me ne scuso“. E poi ha concluso spiegando di essere grato e di amarechiunque abbia mai lavorato per Twitter.  Non mi aspetto reciprocità in questo momento, o mai, e lo capisco“.

Mariacristina Ponti

Nata nel lontano 1992, nel giorno più bello per nascere, a Cagliari. Dopo la maturità scientifica, volo a Padova e poi a Roma per studiare lettere. Nella Capitale poi rimango anche per il master in giornalismo. Tra stage a profusione, sempre nelle redazioni sportive, anche se il vero amore è sempre stato la politica, ho ancora da ritirare un tesserino da professionista.

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