Gildo Claps chiede giustizia e verità a 30 anni dalla morte di Elisa. La rabbia della famiglia per la riapertura della chiesa della Santissima Trinità dove venne ritrovato il corpo.
Chi è dalla parte della famiglia non vada alla chiesa della Santissima Trinità. E’ l’appello di Gildo, fratello di Elisa Claps, dopo la decisione della riapertura al culto nella chiesa dove nel 2010 venne ritrovato il corpo della 17enne. La morte della giovane 30 anni esatti fa: “La ferita più recente è la modalità con cui è stata riaperta la chiesa della Trinità lo scorso 24 agosto. Non entrate in chiesa se siete solidali alla famiglia, lasciate il mausoleo vuoto”.
Intervenuto a La Repubblica, Gildo Claps ha parlato in occasione dei 30 anni dalla morte della sorella Elisa. L’uomo, che come tutta la famiglia si è detto contrario alla riapertura al culo della chiesa dove venne ritrovata nel 2010 la giovane, lancia un appello dopo il corteo di oggi partito da casa Claps: “Chi è solidale alla famiglia non vada in quella chiesa”. E chiede anche la verità, Gildo, dopo 30 anni di dolore, di fatica e di sdegno per un caso controverso e pieno di contraddizioni che ha lasciato senza parole non solo la città di Potenza ma un’intera nazione.
Sono trascorsi 30 anni da quel 12 settembre 1993, quando di Elisa Claps si persero le tracce, ma per la famiglia la ferita brucia. Soprattutto per i recenti sviluppi e per la decisione arrivata le scorse settimane – il 24 agosto – di riaprire la chiesa del ritrovamento del 2010 al culto per determinate fasce orarie. Come se non bastasse, Gildo invoca – ancora nella sua intervista a La Repubblica – anche la verità. Sì, perché la famiglia ancora attende che “ci venga restituita la verità e che si possa mettere finalmente la parola fine a tutta la vicenda. Nonostante l’assassino è stato assicurato alla giustizia, mancano pezzi al mosaico”.
La madre Filomena e il fratello Luciano si uniscono all’appello, per il dolore riacutizzatosi a distanza di tant’anni. Un caso di omicidio trattato come uno di scomparsa invece, in alcune fasi addirittura volontaria, che ancora oggi lascia scoperti tanti punti interrogativi.
La famiglia aveva chiesto nelle scorse settimane “Un passaggio inequivocabile rispetto al prima e al dopo dal ritrovamento di Elisa, che sono evidenti a tutti, solo a chi non vuole vederli”. Gildo chiede poi giustizia anche per la città, tratta e additata “come omertosa”, oltre che le scuse alla famiglia. Quella della riapertura della chiesa è una decisione che ha scatenato nella famiglia di Elisa un grande dolore. Gesto che lo stesso Gildo dipinge come “folle e incomprensibile” in questo momento. E anche immotivato a detta del fratello di Elisa, visto che era piuttosto prevedibile l’attenzione mediata a ridosso del trentesimo anniversario dalla morte. Dunque, per tutti coloro si sentissero di volere dimostrare solidarietà, Gildo dice di non entrarvi: “Lascaste il mausoleo vuoto, in memoria di quanto accaduto tra quelle mura”.
Nel 2014 era arrivato l’ergastolo per Danilo Restivo, sospettato principale, che al momento si trova in Inghilterra dove negli scorsi anni aveva subito un’altra condanna per l’uccisione di una vicina di casa Heather Burnett. Ma rimangono sul caso Claps ancora tanti dubbi, tra errori, depistaggi, testimonianze discordanti e silenzi che non hanno smesso di destare sospetto dopo il 17 marzo 2010. Quel ritrovamento, da parte delle due addette delle pulizie della chiesa avvenuto quasi per caso, ma secondo la famiglia anche in questo caso sospetto per dinamiche e tempistiche, visto che le due donne per le loro deposizioni confuse sono state condannate a 8 mesi di carcere nel 2015 (reato poi andato in prescrizione).
I familiari su tutti questi dubbi e interrogativi chiedono ancora giustizia, e ogni anno il 12 settembre la ferita si riapre, invece di rimarginarsi: “L’immagine più vivida che ho è quella di domenica, quando ho accompagnato Elisa alla porta e lei sorridendomi mi ha promesso che ci saremmo rivisti poco dopo a pranzo“.
Nella giornata di oggi si è tenuto un corteo a Potenza, partito da casa Claps e conclusosi davanti alla chiesa della Santissima Trinità in pieno centro in via Pretoria, luogo del ritrovamento del corpo della giovane nel 2010. “Dopo trent’anni – dice Gildo – attendo che ci sia un’ammissione della responsabilità della Chiesa“. Martedì invece, sempre a Potenza al Polo bibliotecario, la giornalista Mariagrazia Zaccagnino insieme a Edigrafema presenterà il libro “Io sono Elisa”, nel quale verranno a galla per la prima volta estratti del diario personale della giovane. A darle la voce, alla presentazione, Ludovica Ciaschetti, interprete di Elisa nella serie RAI in onda da ottobre “Il caso Claps”.
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