Il fumo costa agli italiani un mese di stipendio all’anno

Uno stipendio intero bruciato nell’acquisto di tabacco: ecco quanto costa il vizio del fumo agli italiani secondo la LILT. 

Uomo che fuma
Uomo che fuma – Nanopress.it

La Giornata Mondiale Senza Tabacco rappresenta per la Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori un’opportunità per porre l’attenzione sull’abitudine al fumo e per intensificare la sua campagna contro il tabagismo.

Si parte dal presupposto che la pandemia da tabacco costituisca la principale causa evitabile di morte. Secondo un’indagine effettuata in Lombardia, i fumatori sono prevalentemente donne (57%) e circa il 70% ha già tentato di smettere. Inoltre, si è scoperto che la spesa media per tabacco e svapo assorbe praticamente un intero stipendio medio di un lombardo all’anno.

La Giornata Mondiale Senza Tabacco, spunto di riflessione per LILT

LILT ha commissionato un nuovo studio su fumo in Lombardia alla società SWG. L’indagine esplora le abitudini dei fumatori e i modelli di consumo, considerando vecchi e nuovi dispositivi. Analizza, inoltre, la conoscenza degli effetti generati da tali dispositivi.

Lo studio investiga anche le motivazioni dei giovani fumatori. La presentazione dei risultati è stata fatta il 25 maggio alla Fondazione Feltrinelli di Milano.

Il presidente della LILT nazionale, Francesco Schittulli, afferma che la Giornata Mondiale Senza Tabacco è importante per sensibilizzare sulla diffusione del consumo di tabacco tra i giovani, in particolare tra le ragazze. I dati sulla regione Lombardia possono essere utilizzati per sviluppare efficaci iniziative di prevenzione.

Sigarette
Sigarette – Nanopress.it

L’obiettivo è quello di estendere l’indagine a tutto il territorio nazionale per rafforzare la collaborazione con le istituzioni e raggiungere l’obiettivo di avere la prima generazione libera dal fumo.

La ricerca ha, inoltre, evidenziato che il 70% dei fumatori ha tentato almeno una volta di smettere, il che rappresenta una sfida importante per fornire il supporto adeguato a chi vuole interrompere il consumo di tabacco e non spendere circa uno stipendio all’anno per tale dipendenza.

Aumento dei prezzi come strategia per ridurre il consumo di tabacco

Secondo Marco Alloisio, presidente di LILT Milano Monza Brianza, i nuovi prodotti del mercato del tabacco stanno diventando sempre più popolari, in particolare i dispositivi usa e getta.

Donna fuma sigaretta elettronica
Donna fuma sigaretta elettronica – Nanopress.it

Tuttavia, i fumatori stessi credono che l’aumento dei divieti di fumo e del prezzo dei prodotti siano le strategie più efficaci per ridurre il consumo di tabacco.

Inoltre, la maggior parte dei giovani sarebbe disposta a smettere di fumare se ci fosse un divieto. Pertanto, Alloisio sostiene la petizione europea per creare una nuova generazione senza fumo.

La maggior parte dei fumatori sono donne, precisamente il 57%, con un’età prevalente tra i 55 e i 70 anni (48%).

Il fumo viene principalmente utilizzato come modo per rilassarsi, tuttavia c’è una forte volontà di smettere che – spesso – non viene concretizzata.

Un terzo dei fumatori ha iniziato a fumare prima dei 16 anni, mentre tra gli adulti tra i 18 e i 24 anni, la percentuale aumenta quasi al 50%. È confermato che l’inizio del fumo avviene soprattutto attraverso il contesto amicale.

Il fumo costa un intero stipendio all’anno

La spesa media settimanale per fumo e svapo in Lombardia è di oltre 25 euro, superando i 1.300 euro l’anno, pari a uno stipendio medio annuo di un lombardo. Tre fumatori su cinque vogliono smettere e il fumo viene percepito come una dipendenza o una condanna dal 30% dei fumatori.

Sigarette
Sigarette – Nanopress.it

Il 70% di loro ha già provato almeno una volta a smettere: i fumatori occasionali incidono maggiormente. Circa un quinto dei fumatori, soprattutto under 35, ha partecipato ad incontri ed eventi di prevenzione contro il fumo.

L’imposizione del divieto assoluto di fumo per i giovani in Nuova Zelanda genera reazioni contrastanti, poiché sebbene venga apprezzata dai giovani, c’è la paura di un aumento del mercato nero.

La percentuale di fumatori incalliti è relativamente bassa, compresa tra il 25 e il 40% del totale dei fumatori attuali. Questo gruppo sembra essere poco sensibile a qualsiasi iniziativa finalizzata all’eliminazione del fumo.

Inoltre, uno su quattro ritiene che non sia necessaria alcuna strategia pubblica per ridurre il fumo, ma crede che un divieto totale possa avere un impatto positivo soprattutto sui giovani.

Se venisse introdotto un divieto di fumo assoluto, infatti, il 69% dei fumatori – tra i 18 e i 24 anni – smetterebbe di fumare. Tuttavia, la percentuale diminuisce con l’età. Nonostante questi dati, solo il 30% considera tale provvedimento efficace.

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