Il fumo degli incendi che stanno devastando il Canada, causa siccità, ha raggiunto in queste ore anche l’Italia, precisamente la Sardegna.
Forse la lontananza è troppa per far arrivare ceneri e detriti vari via aerea, ma il fumo è talmente denso che è riuscito ad attraversare l’Oceano Atlantico per chilometri, sorvolando poi la Penisola Iberica e arrivando alla grande isola italiana. Lo hanno mostrato le immagini satellitari acquisite da Copernicus Sentinel-3, nella giornata del 28 giugno.
Impressionanti le immagini riprese da uno dei satelliti Copernicus Sentinel-03 il 28 giugno scorso, che mostrano una quantità enorme di fumo denso che attraversando la Penisola Iberica è arrivato in Sardegna. Questa coltre, che sta attraversando le correnti oceaniche atlantiche, è dovuta alla serie di incendi che stanno colpendo in questo periodo il Canada, causa siccità.
Stando all’aggiornamento attuale, la coltre di fumo intenso ha coperto la parte centrale dell’isola ma anche quella settentrionale, dopo aver percorso migliaia di chilometri sospinto dalle correnti. Ora si trova intrappolato in un anticiclone che si estende dalla Spagna al Mediterraneo Centrale.
Sono suggestive le immagini che gli utenti stanno condividendo dalle città sarde, però parlano di una situazione su cui bisogna fare molta attenzione e monitorare l’evolversi. Fra queste, l’immagine dell’alba impastata di fumo a Oristano diffusa dal sito Baku Meteo, che gestisce le stazione meteorologiche dell’isola.
Ma le web cam hanno ripreso una situazione simile in altre arre, come Ruinas, Asuni e Monte Arci, tutte nelle medesime condizioni offuscate. Tuttavia il fumo si sta espandendo anche alle regioni tirreniche proseguendo il suo cammino e ancora non è possibile stabilire quando si allontanerà e finalmente si dissolverà del tutto.
Si tratta di una situazione abbastanza surreale visto che il Canada dista 7.000 chilometri di distanza dall’Italia. Fra l’altro, il Paese americano sta continuando a bruciare e purtroppo la nube verrà ulteriormente alimentata.
Il fumo che rimane compatto e sospeso nell’aria ci da’ un’idea della gravità di quanto sta accadendo in Canada, tale da comportare questa enorme nube che nulla al momento riesce a dissolvere. Pochi giorni fa ci sono stati gli avvistamenti in Spagna, precisamente in Galizia ma anche in Portogallo. Gli esperti stanno mettendo in allarme i Paesi interessati perché i parametri dell’atmosfera sono preoccupanti e ha raggiunto un pericoloso livello di tossicità.
Tuttavia il meteorologo spagnolo Carlos Oltero ha rassicurato che a livello superficiale non ci sono ancora cambi nella qualità dell’aria. Gli incendi forestali hanno bruciato almeno 7 milioni di ettari in Canada, un danno spaventoso e irrecuperabile al patrimonio verde dello Stato, con effetti atmosferici anche per le zone circostanti, ricordiamo ad esempio l’invasione del fumo e delle ceneri a New York.
L’esperto spagnolo ha spiegato he questi incendi molto intensi possono portare a un’alta concentrazione di fumo nell’atmosfera e le correnti d’aria note come jet stream, possono trasportare questa nube a migliaia di chilometri e in effetti è proprio ciò che si è verificato.
Prima dell’avvistamento in Spagna, il fumo era stato segnalato dall’Ufficio Meteorologico del Regno Unito ma sempre in una zona dell’atmosfera molto alta, dove rimarrà probabilmente ancora per un po’ di tempo.
La crisi è iniziata fra la prima e la seconda metà di aprile, decisamente in anticipo rispetto alla cosiddetta stagione dei roghi ma soprattutto, in modo molto più grave. I primi incendi hanno interessato British Columbia, nella parte occidentale del Canada e poi si sono estesi alle regioni di confine come Alberta, poi ancora nel Quebec, in Nuova Scozia, in Ontario e nel New Brunswick.
A maggio gli incendi hanno coinvolto tutte le province canadesi e i loro effetti nell’atmosfera si stanno ripercuotendo anche, come abbiamo visto, nell’Europa del Sud, dopo il primo allarme riguardante del fumo scuro che ha avvolto New York in uno scenario apocalittico diventato virale sul web.
Bill Blair, ministro della Salute del Canada, ha riportato dati impressionanti che parlano di milioni di ettari di foresta andati letteralmente in fumo e sappiamo quanto il Canada sia ricco di risorsa verde. Per capire l’entità del danno possiamo dire che l’Italia possiede una superficie boschiva di 11 milioni di ettari.
L’incendio peggiore è stato quello divampato il 13 maggio a British Columbia, il quale ha distrutto 204mila ettari di foreste ed è considerato il secondo incendio più grande nella storia della provincia, dopo quello che nel 2017 divorò 5.400 chilometri quadrati di foreste.
Incendi simili non sono rari nel territorio canadese ma negli ultimi 20 anni si è osservato un aumento delle aree colpite. Stando a quanto dicono gli esperti, la causa è il surriscaldamento globale perché questo crea un ambiente ideale per il sorgere dei roghi e per la loro veloce propagazione. Anche la siccità fa la sua parte perché la vegetazione e la terra secche, sono fattori di rischio, così come le temperature elevate.
Dettaglio anomalo, oltre al largo anticipo della stagione degli incendi che di solito inizia a maggio, un cambiamento delle aree colpite. In particolare, i roghi si sono sviluppati anche nelle foreste atlantiche situate a est, che dovrebbero essere più protette per l’aria umida che proviene dalla vicinanza con l’Oceano.
Inoltre, tali aree sono caratterizzate da specie arboree meno inclini agli incendi rispetto alle conifere, ad esempio aceri e betulle, ad ogni modo alberi latifoglie.
C’è anche però da dire che la primavera del 2023 ha portato con sé condizioni particolari in cui l’umidità molto bassa, i valori termici alti e le poche piogge, hanno creato le condizioni ottimali per lo svilupparsi dei roghi. Alcune zone canadesi hanno addirittura registrato il record di aridità.
Ad ogni modo non c’è una causa precisa ma un mix delle stesse, quindi oltre a ciò che abbiamo detto, c’è da considerare anche la disattenzione delle persone che invadono le foreste di mozziconi, i fulmini, le scintille causate dai treni sulle rotaie nei punti che attraversano le aree verdi, ecc.
Citiamo poi anche le tempeste secche, fenomeni atmosferici caratterizzati da temporali che però producono pochissima quantità di pioggia, a volte quasi niente. Questi in particolare potrebbe aver provocato secondo le autorità, gli incendi in Quebec.
Sappiamo le cause e non c’è bisogno di ricordare le conseguenze disastrose in termini ambientali ma non solo. Tantissimi residenti infatti sono stati evacuati per l’elevato rischio di rimanere intossicati dal monossido di carbonio e dalle polveri sottili che in poco tempo hanno invaso l’aria.
Non è chiaro quando la situazione tornerà alla normalità perché molti incendi sono ancora attivi e questa di certo rimarrà nella storia come una delle peggiori stagioni degli incendi mai documentate in Canada.
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