Il galateo della Serracchiani che fa sorridere (e infuriare) i sindaci del Friuli

La presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani

[didascalia fornitore=”ansa”]La presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani[/didascalia]

Lavarsi con abbondante sapone, pettinarsi, non ruttare, non togliersi le scarpe (se siete donne, indossarle chiuse e con le calze anche con quaranta gradi), non giocare con il cellulare a tavola, persino non toccarsi (chissà in che senso). Sono solo alcuni dei suggerimenti contenuti nel galateo delle buone maniere inviato dalla presidente della Regione Debora Serracchiani a 300 tra sindaci e amministratori del Friuli Venezia Giulia.
Un libretto con consigli pratici su come comportarsi in occasioni ufficiali, suggerimenti su abbigliamento, igiene e pasti. Costato seimila euro, a spese della Regione, è firmato dal cerimonialista Giovanni Battista Borgiani. Il galateo ha fatto sorridere, provocando ilarità, ma anche infuriare alcuni sindaci. Questo perché molti dei suggerimenti sembrerebbero più indirizzati a orde di adolescenti indemoniati che ad amministratori pubblici che, almeno in teoria, certe regole dovrebbero seguirle da default. Ma vediamoli i passaggi che han fatto più discutere, riportati da La Stampa.

«Lavati bene con acqua e abbondante sapone, indossa indumenti lindi, non svuotarti addosso la boccetta del profumo e cura i capelli in modo che siano puliti e ordinati».

«Non ci si tocca i capelli, non ci si gratta, soprattutto la pancia, non ci si toglie le scarpe, non si mettono le mani in bocca, le unghie non devono essere mangiucchiate, sinonimo di incuria. Non si gioca con posate, stoviglie e cibo e non ci si isola giocherellando con il telefono cellulare che deve essere spento e non appoggiato sul tavolo».

«Non si corre, non ci si tocca, non si sbadiglia platealmente».

«Gonna al ginocchio o pantaloni per la donna, completo (mai nero) per gli uomini. Le sindache avranno l’accortezza di indossare calze e scarpe chiuse anche d’estate».

«Non si parla a bocca piena e si mastica a bocca chiusa. Non si tira su la minestra e non si fanno rumori con la bocca, il coltello non va usato come un pugnale così come la forchetta come una ruspa. Prima di bere ci si pulisce la bocca con il tovagliolo».

Il primo a ribellarsi è stato Pierluigi Molinaro, sindaco di centrodestra del piccolo comune di Forgaria nel Friuli.
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La Serracchiani, sorpresa dall’ondata di polemiche e pernacchie scatenate dal galateo, ci ha tenuto a precisare che la sua firma è solo di accompagnamento al galateo, realizzato da un cerimonialista e mica da lei: «Sono dispiaciuta per la polemica politica che è stata fatta crescere su questo manuale, mandato con le migliori intenzioni. Le precisazioni inutili possono esserci ma strumentalizzazioni sono molto peggio», ha detto all’Ansa, spiegando che l’idea era di fornire un «aiuto per i sindaci, in particolare dei Comuni più piccoli, che in questi anni si sono rivolti al Cerimoniale della Regione per chiedere un consiglio», non negando «certi passi un po’ puntigliosi».

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