Ancora da chiarire molti aspetti riguardo l’elicottero precipitato a Foggia, disastro che ha ucciso 7 persone fra cui 3 italiani.
Gli inquirenti hanno effettuato una prima ricostruzione di quando accaduto, nonostante a bordo non fosse presente la scatola nera.
Era il 5 novembre quando l’elicottero A109 della compagnia pugliese Alidaunia, partito intorno alle 9.30 per la tratta Foggia-Vieste-Isole Tremiti, ha perso ogni tipo di contatto radar, sparendo letteralmente.
Per ore sono state effettuate ricerche da parte dei Vigili del Fuoco, nelle zone dove per l’ultima volta si erano avuti contatti con l’equipaggio del velivolo. Poche ore dopo, intorno alle 14.00, il macabro ritrovamento: l’elicottero si è schiantato nella zona fra San Severo e Apericena, nel Foggiano.
Date le condizioni meteo molto instabili, probabilmente il comandante ha perso il controllo del mezzo, che poi è precipitato in una zona molto aspra, tanto che ci sono volute ore di lavoro per estrarre tutti i corpi senza vita dalle lamiere.
A bordo del volo Alidaunia c’erano 7 passeggeri: i due piloti italiani Andrea Nardelli e Luigi Ippolito, il medico del 118 Maurizio De Girolamo che aveva appena finito di lavorare, e un’intera famiglia slovena composta da padre, madre e due bambini.
Tutti sono stati ritrovati senza vita per il violento schianto.
La Procura ha aperto ieri un’inchiesta per disastro colposo e omicidio colposo plurimo a carico di ignoti e le indagini, affidate al Nucleo Investigativo del Comando Provinciale dei Carabinieri di Foggia, hanno prodotto i primi importanti risultati.
Il procuratore Ludovico Vaccaro ha diffuso la notizia che l’elicottero era privo di scatola nera ma non sembrerebbe essere un particolare troppo sconcertante, ha infatti affermato che non tutti ne hanno una, poiché la normativa non prevede che sia obbligatoria in questo tipo di velivoli.
In una conferenza stampa, il procuratore, nonché ingegnere aeronautico e pilota, ha spiegato che gli inquirenti già hanno delle idee in merito all’incidente, ma si aspettano ulteriori conferme da parte dei tecnici incaricati prima di renderle pubbliche.
L’Autorità Investigativa per la Sicurezza dell’Aviazione Civile di Stato Italiano ha nominato due investigatori che subito si sono recati sul luogo dell’impatto appena sono terminate le complesse operazioni di rimozione delle salme.
Tale istituzione risale al 1999 e si occuperà di tutti gli aspetti aeronautici della vicenda, lavorando al fianco dei Carabinieri di Foggia.
Anche la Procura ha nominato dei consulenti tecnici: un professore universitario esperto in materia che già in passato è intervenuto per aiutare nella risoluzione di incidenti analoghi, un colonnello dell’aeronautica e un pilota.
Inoltre sono a disposizione dei consulenti per gli aspetti medico legali, insomma un’attività investigativa svolta a 360 gradi per capire come mai quella mattina l’elicottero Alidaunia sia precipitato.
Secondo le prime indiscrezioni trapelate dalle indagini, alcune parti di quest’ultimo sarebbero state ritrovate a più di 150 metri di distanza rispetto alla fusoliera, ad esempio il rotore.
Una primissima ricostruzione riferisce di uno schianto che ha coinvolto inizialmente proprio questo elemento, in seguito l’elicottero si sarebbe impennato e quindi è avvenuto lo schianto del resto dell’aeromobile.
Ancora questa tesi è in fase di verifica perché le cause non sono chiare e gli inquirenti non credono che si sia trattato solo di maltempo: c’erano sì delle condizioni instabili ma non un’allerta meteo vera a propria che impedisse di volare.
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