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Cronaca

Il giallo di nonna Benita, uccisa in casa a coltellate: nelle tracce di Dna la chiave per scovare il killer

Venerdì 28 luglio si sono svolti i funerali di Benita Gasparini, la donna di 89 anni uccisa nella propria abitazione a colpi di coltello in provincia di Udine.

Polizia scientifica – Nanopress.it

L’omicidio della donna resta ancora avvolto nel mistero e gli inquirenti sembrano non escludere nessuna pista. Né quella familiare né quella della rapina finita male. Che cosa sappiamo fino ad oggi?

Le analisi della polizia scientifica

Nelle scorse settimane, gli uomini della polizia scientifica hanno fatto i rilievi del caso nella casa della donna a Pantianicco. Benita sarebbe stata attinta da due coltellate alla schiena. Ma, stando ai risultati dell’autopsia, non sarebbe morta sul colpo. L’arma utilizzata, lo avevamo detto, è un coltello da cucina rinvenuto sulla scena. del crimine. In attesa dei risultati provenienti dai laboratori dei Ris, è stato altresì passato il luminol sulle scarpe dei figli di Benita, Roberta e Luca. Che sono stati gli ultimi ad essere entrati in contatto con la madre prima che venisse uccisa. Difatti, la scena del crimine era totalmente imbrattata di sangue. Dunque, l’assassino deve inevitabilmente essersi sporcato durante l’azione omicidiaria. Tuttavia, secondo quanto emerso, nessuna traccia ematica sarebbe stata isolata ne’ nell’automobile in uso a Luca ne’ sui pedali e il manubrio della bicicletta utilizzata normalmente dalla figlia Roberta per recarsi a casa dell’anziana madre. Intanto, comunque, tutti i figli ed i nipoti di Benita si sono sottoposti al test del DNA. I loro profili genetici verranno infatti comparati con tracce biologiche repertate sulla scena del crimine.

I soldi mancanti dal borsello di nonna Benita

Da casa di Benita sarebbero stati sottratti 650 euro. Qualche giorno prima dell’omicidio, la donna aveva prelevato un importo pari a mille euro. Ed aveva riposto quei soldi in una bustina azzurra e avrebbe dovuto utilizzarli una parte per pagare le bollette e una parte per acquistare il regalo ad uno dei dodici nipoti. La busta era stata poi nascosta da nonna Benita in un mobiletto vicino alla poltrona dove si sedeva abitualmente. Chi l’ha uccisa è andato a colpo sicuro? Sapeva dell’esistenza di quei soldi?

La maniglia della porta voluta da Benita

Secondo quanto riferito agli inquirenti da Gabriele, il figlio che divideva la casa con la madre, era stata predisposta di recente sulla porta una maniglia esterna. Qualche tempo prima, infatti, la donna era rimasta chiusa fuori dopo aver dimenticato le chiavi all’interno dell’abitazione. Dunque, quella maniglia era stata messa proprio per evitare che ciò accadesse di nuovo.

Benita e il suo assassino si conoscevano?

L’assassino non solo verosimilmente conosceva nonna Benita, ma sapeva anche che aveva in casa quei mille euro e che sarebbe stata da sola. Benita aveva 89 anni, non avrebbe potuto opporre più di tanta resistenza ad una rapina. Al contrario, è ipotizzabile che chi l’ ha uccisa abbia voluto coglierla di sorpresa, dopo che lei le ha aperto la porta. O, comunque, dopo che è entrato sfruttando la maniglia esterna. Dal canto suo, il figlio Gabriele ha fatto sapere che solo i suoi fratelli sapevano che sarebbe stato fuori città. E che aveva preso accordi con gli altri familiari affinché la andassero a controllare a turno.

La pista familiare è quella da prediligere?

Al momento gli investigatori hanno fatto sapere di non escludere nessuna pista. Resta dunque in piedi sia quella della rapina finita male sia quella dell’omicidio in famiglia. Possibile, allora, che se ad ucciderla è stato un familiare, non sia stata trovata alcuna traccia di sangue? Certo, che lo è. Ciò perché il corpo di Benita non è stato ritrovato subito. Quindi, il suo assassino potrebbe aver avuto tutto il tempo di occultare le tracce e ripulirsi. Inoltre, il fatto che siano stati prelevati campioni di Dna ai figli e nipoti potrebbe voler dire che in laboratorio siano stati isolati dei profili genetici misti con quello di Benita. E quindi confermare la parentela tra Benita e il suo assassino. Perché non sarebbe certo strano trovare Dna di persone che abitualmente frequentavano la casa. Sospetto sarebbe invece rinvenire, come detto, tracce genetiche miste indicherebbero un potenziale coinvolgimento nell’omicidio.

È verosimile la pista della rapina finita male?

A mio modo di vedere la pista della rapina finita male non è sostenibile. Ed il perché è di agevole comprensione. Un ladro improvvisato non avrebbe avuto bisogno di sporcarsi le mani. Benita aveva 89 anni e non avrebbe potuto opporre chissà quale resistenza. Al contrario, è verosimile che chi ha provato a rubarle i soldi era conosciuto dalla donna e  siccome è stato scoperto ha dovuto ucciderla. Ciò spiegherebbe anche il perché nonna Benita è stata pugnalata alle spalle.

Anna Vagli

Giurista, Criminologa Investigativa, Scrittrice, Giornalista-Pubblicista, Esperta in Scienze Forensi, Psicologia Investigativa, Sopralluogo Tecnico sulla Scena del Crimine e Criminal Profiling. Certificata come Esperta in Neuroscienze Cognitive Applicate e come Analista Comportamentale Editorialista di crimine per Nanopress. Direttore scientifico Master in Criminologia in partnership con Studio Cataldi e Formazione Giuridica e docente Sole 24 h business school. Opinionista tv programmi Rai, Mediaset, Warner Bros Discovery Italia ed opinionista radiofonica per Rai Radio2 e Radio Capital.

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