Si indaga sulla morte di Rkia, giovane mamma morta per un colpo di arma da fuoco mentre era nella sua casa di Rovigo.
A fare il macabro ritrovamento del corpo, il 28 marzo scorso, sono stati proprio i suoi figli e subito hanno allertato le autorità. Vediamo gli sviluppi e quali sono i punti ancora non chiari.
Rkia Hannaoui abitava ad Ariano nel Polesine, in provincia di Rovigo, insieme a suo marito e a due figli. L’uomo era a lavoro il 28 marzo e anche i bambini non c’erano, così la casalinga 31enne marocchina era sola in casa e quando la famiglia è rientrata l’ha trovata agonizzante a terra in cucina, con un proiettile in testa.
Terribile la scena che si sono trovati davanti i bambini di 8 e 11 anni che stavano rincasando da scuola. Sconcertato anche il marito, Lebdaoui Asmaoui quando viene interrogato dagli agenti che sul posto stanno effettuando i rilievi di rito dopo che Rkia è stata trasportata in ospedale.
La donna è morta in ospedale, il giorno dopo aver raggiunto la struttura. In realtà nella zona di campagna da dove arriva questa storia, non sono frequenti eventi simili e dalle prime informazioni trapelate sembra che la donna fosse ben voluta e nessuno aveva motivo di farle del male.
Non è chiaro cosa sia accaduto quel 28 marzo e gli inquirenti, che da quel giorno sono a lavoro nel paesino che sorge nelle zone del Delta del Po, pensavano inizialmente che si trattasse di incidente domestico ma l’ispezione cadaverica ha evidenziato dei particolari che hanno subito diretto le indagini verso un’altra direzione: Rkia è stata brutalmente uccisa con un piccolo proiettile ma nonostante la perquisizione in casa e le ricerche in zona, non è stata trovata l’arma del delitto.
Martedì 28 marzo i bambini tornano a casa da scuola con lo scuolabus e vedono la mamma a terra in casa, così spaventati vanno a chiamate un vicino di casa che abita al piano superiore, questo entra in casa e vede Rkia a terra, così chiama i soccorsi. La donna viene trasportata d’urgenza all’ospedale di Rovigo e morirà il giorno dopo a causa dell’importante trauma alla testa, causato sia dal colpo di pistola che dalla conseguente violenta botta a terra mentre è caduta.
Da anni la marocchina e il marito vivevano in affitto in quella casa di campagna. Si attende l’autopsia da parte del medico legale perché sono tanti i dettagli avvolti nel mistero. Come abbiamo detto si pensava a un incidente domestico, anche perché nessuno nelle vicinanze ha sentito gli spari. Fra l’altro solo spostando il corpo si è notato il piccolo foro di entrata dietro alla nuca, poi la tac ha evidenziato un oggetto metallico nel cervello.
Insomma, a uccidere la casalinga 31enne è stato un piccolo proiettile sparato a distanza ravvicinata. I carabinieri di zona, che indagano, brancolano nel buio. Hanno verificato la posizione del marito ma questo ha un alibi di ferro, infatti era a lavoro nelle campagne polesane al momento dell’omicidio e molti lo hanno confermato.
Si escluderebbe quindi la pista familiare e in effetti sappiamo che la coppia era felice e molto affiatata. Alcune tracce di sangue sono state rinvenute nel pavimento della cucina e queste farebbero pensare che il killer abbia colpito Rkia in un altro luogo per poi trasportarla successivamente in casa, questo perché le macchie erano minime e non c’è stato un dissanguamento vero e proprio, per lo meno in quel punto.
Stando alle prime indiscrezioni, l’arma potrebbe essere un fucile ma non è stata ancora trovata e nessuno di vicini di casa possiede un’arma simile, nemmeno posta sotto sequestro. La Procura di Rovigo ha aperto un’inchiesta per omicidio ma mancano molti elementi per costruire un quadro completo, forse alcune risposte le darà l’autopsia prevista per oggi.
Nel frattempo i militari hanno perquisito un rudere nelle vicinanze dell’abitazione in via Fine, indicato da una vicina come l’ultimo luogo in cui aveva visto la donna poche ore prima.
Cosa sia successo dopo rimane un mistero, al momento gli inquirenti non hanno una dinamica precisa, né un movente, né un responsabile. I media locali hanno diffuso oggi delle informazioni relative al proiettile che ha ucciso Rkia, si tratta di un piccolo calibro 22, forse potrebbe essere il pallino di un fucile.
Al momento le indagini procedono in più direzioni, la pista più accreditata sembra quella dell’omicidio volontario ma l’ipotesi del colpo esploso per sbaglio non è del tutto accantonata. Le domande senza risposta sono ancora molte, in particolare: dove si trova l’arma? Chi è l’assassino? Cosa è avvenuto dall’ultimo momento in cui è stata vista dalla vicina di casa camminare fra l’erba alta nei pressi del rudere?
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