Un obbligo che resterà tale perché, come giustificato, posto a fondamento della civiltà di un paese. Ma, nonostante tutto, le proteste continuano ad esserci, e anche di carattere violento.
In Iran, il velo per le donne resta obbligatorio e a sottolinearlo è, direttamente, il Ministero dell’interno. Vediamo nello specifico.
La lotta per il velo alle donne sta diventando una bandiera per tutte coloro che vogliono abbandonarlo o, comunque, indossarlo solo in determinate occasioni e non sempre, perché obbligate dalla legge. E, per questo motivo, stanno lottando da mesi, anche a costo della loro stessa vita, ricevendo sostegno morale anche da tantissimi Paesi del mondo.
Ma, a quanto pare, la loro voce sembra restare inascoltata perché il Ministero degli interni dell’Iran ha ribadito che “il velo per le donne resta obbligatorio”, in quanto fondamento della civiltà del Paese. Una giustificazione arrivata, come dicevamo, direttamente dal ministero degli interni in una nota: “L’hijab è uno dei fondamenti della civiltà della nazione iraniana e uno dei principi pratici della Repubblica islamica” – scrive il comunicato.
Dall’altro lato, il comunicato emanato continua così: “Non c’è stato e non ci sarà alcun ritiro o tolleranza nei principi e nelle regole religiose e nei valori tradizionali” – scrive. Una sorta di risposta alle tante manifestazioni di protesta che vedono, al centro, le donne e il loro diritto a poter non indossare il velo. Il tutto partito dall’uccisione di Mahsa Amini, la giovane ragazza uccisa dalla polizia iraniana solo perché non indossava “correttamente” il velo.
Da quell’omicidio, le proteste e le manifestazioni non si sono fermate, neanche durante alcune delle principali feste religiose del Paese, a segno proprio che niente e nessuno avrebbe più fermato le donne nella ricerca di un loro diritto, nemmeno il Governo stesso, a costo anche della loro stessa vita.
Esse hanno, anche, ricevuto sostegno morale da tantissime altre donne nei vari Paesi del mondo, in particolare in Occidente, dove le manifestazioni per le donne iraniane si sono svolte e continuano a svolgersi. Ma, dall’altro lato, il Governo iraniano è inamovibile sulle sue condizioni e sulle sue precisazioni circa la tradizione del suo popolo, che va sempre e comunque rispettata.
Il comunicato emanato dal Ministero degli interni locale continua cosi: “L’hijab e la castità dovrebbero essere tutelate per rafforzare le fondamenta della famiglia” – scrive. Non solo il velo per le donne al centro della repressione governativa, per un mantenimento ed un ritorno alla tradizione.
Sono in corso, infatti, anche le chiusure di centri di servizi e negozi. L’accusa contro di loro? Il mancato rispetto dell’obbligo del velo di dipendenti e clienti. Se da un lato l’Iran vuole, per quanto possibile, sdoganarsi da queste tradizioni, dall’altro lato la legge invece opprime ulteriormente. E non è solo il caso del velo alle donne, ma anche (non ultimo) il caso delle cravatte agli uomini. La volontà di tornare ad indossarle ma, dai più tradizionalisti, viene visto come il simbolo dell’uomo occidentale per eccellenza.
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