Il rischio è che la quarta rata da 16 miliardi possa slittare al 2024. Il governo convoca la cabina di regia d’urgenza, mentre Elly Schelin chiede a Giorgia Meloni dei chiarimenti.
Ancora confusione al governo sul Pnrr, con Palazzo Chigi che arranca e con la maggioranza che prova a stemperare i toni. L’opposizione chiede chiarimenti su quella che potrebbe essere una battuta d’arresto importante. La riunione a Palazzo Chigi in Sala Verde è prevista per oggi pomeriggio alle pre 13.30, con all’ordine del giorno proprio “la revisione della quarta rata Pnrr”, insieme a varie ed eventuali altre problematiche da risolvere in merito. E’ stato il ministro Raffaele Fitto a comunicare la convocazione a tutti i ministri nella giornata di ieri. Successivamente si terrà una conferenza stampa con ministro per gli Affari europei, le Politiche di coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto.
Si sta tenendo in questi minuti la riunione convocata d’urgenza dal governo per la questione Pnrr. La preoccupazione in queste ore è salita infatti, visto che con eventuali ritardi nell’utilizzo del piano di ripresa e resilienza la quarta rata, importantissima, da 16 miliardi di euro destinata al nostro Paese possa slittare al 2024. Uno scenario che rischierebbe di fare impantanare importanti prospettive dell’esecutivo, con l’opposizione che adesso chiede chiarezza sui prossimi punti e su come si intende far fronte a tale imprevisto.
A smorzare i toni però ci ha pensato Giancarlo Giorgetti, dicendo che il governo sarebbe in grado di gestire il Paese anche se non dovessero arrivare le rate del Pnrr. Eventualità comunque piuttosto preoccupante, che il ministro dello Sviluppo Economico prova a sorvolare: “Se la terza rata fosse arrivata prima sarebbe stato meglio, ma stiamo gestendo la situazione confidando che questa benedetta terza rata venga somministrata finalmente”. Infine il ministro ha concluso dicendosi speranzoso sull’arrivo delle risorse: “Quello che auspico è chiaramente che queste risorse arrivino, se non arrivano, al momento siamo in grado di gestire la situazione”.
Nella giornata di ieri Paolo Gentiloni ha affermato che in realtà la terza rata da 19 miliardi è ormai in arrivo, e che il traguardo potrebbe essere tagliato già questa settimana. I problemi rimangono piuttosto sulla quarta rata, quella da 16 miliardi, che in caso di ritardi slitterebbe all’anno prossimo. Ritardi accumulati, appunto, per una rata che sarebbe dovuta arrivare nel 2023. I conti pubblici potrebbero risentire e come della mancata rata: “Posso dirvi che la Commissione non procederà mai a un esborso se non saranno raggiunti gli obiettivi” ha detto il commissario Ue Gentiloni.
In queste ore Francesco Boccia è andato all’attacco, riferendosi anche alla riunione convocata da Fitto. Il presidente dei senatori del Pd ha fatto anche riferimento a un sollecitamente costante da parte dell’opposizione in merito ai rischi che corre il Paese in caso di ritardo: “Sui ritardi e sui rischi che il nostro Paese corre come Pd, da mesi, in tutte le sedi istituzionali, abbiamo sollecitato esecutivo e Parlamento, senza avere risposte. Il comportamento del governo è al limite dell’irresponsabilità”.
Il senatore fa riferimento alle perdite di tempo del governo, tra cambi di progetti e riforme, per un esecutivo che non saprebbe più “che pesci prendere per uscire dall’impasse”. Adesso si rischia di far perdere risorse all’Italia fondamentali per la crescita, accusano puntando il dito dal partito Democratico.
A sostegno di questa tesi anche la segretaria dei dem, che ha spronato Giorgia Meloni a fare chiarezza sulla situazione. Elly Schelin ha incitato la premier a prendersi le proprie responsabilità su quanto sta accadendo, e di recarsi in Parlamento per spiegare il motivo del ritardo della terza rata del Pnrr, visto che rischia di non arrivare nemmeno la quarta: “Si ricordi che parliamo di risorse che riguardano investimenti strategici per le imprese, il lavoro e le vite delle persone e ottenerle è essenziale per far ripartire il Paese. Una cosa è certa: non possiamo perdere la storica opportunità del Pnrr perché il governo passa il suo tempo a difendere Santanchè, La Russa e Delmastro”.
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