Per la quarta volta in pochi giorni, il governo guidato da Giorgia Meloni ha posto la fiducia su un provvedimento. Nella fattispecie, come annunciato dal ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, verrà posta la questione di fiducia alla Camera sulla legge di conversione del cosiddetto decreto Rave.
Entro il 30 dicembre, infatti, l’aula di Montecitorio deve convertire il testo approvato dal Consiglio dei ministri il 31 ottobre, che già ha avuto il via libera dal Senato, pena la decadenza dei provvedimenti stessi. In mattinata, quando è iniziata la discussione, si temeva che potesse andare così per via dell’ostruzionismo delle opposizioni che, fin dall’inizio, avevano criticato la norma dell’esecutivo guidato dalla prima capo del governo donna della storia della Repubblica italiana.
Sono ore concitate tra Palazzo Madama e Montecitorio. Se al Senato, infatti, ci si prepara ad approvare il testo della legge di bilancio entro il 31 dicembre pena l’esercizio provvisorio, i deputati della Camera, che il 24 dicembre, dopo giorni di impasse, hanno approvato tutti gli emendamenti, sono chiamati ora, ed entro il 30, a licenziare la legge di conversione del decreto rave, il primo provvedimento del governo di Giorgia Meloni, che altrimenti perderebbe tutti i suoi effetti.
Nel primo caso, ha detto Luca Ciriani, il ministro per i Rapporti con il Parlamento in quota Fratelli d’Italia, gli italiani avranno una manovra finanziaria entro domani alle 20 – anche grazie alla questione di fiducia che verrà votata -, quindi in linea con i tempi, anzi anche in anticipo rispetto agli anni passati, in cui si è dovuti arrivare al 30 per vedere le due Camere approvare il medesimo testo.
Anche se non è detto che le cose andranno così velocemente: le opposizioni, infatti, hanno occupato la commissione Bilancio dopo la richiesta di ridefinire i tempi per l’esame della legge: “Terremo occupata l’aula – hanno fatto sapere – fin quando Ignazio La Russa non procederà con la convocazione di una nuova conferenza dei capigruppo“.
Il disegno di legge di bilancio, comunque, approderà domani nell’aula del Senato alle 10 per la discussione generale, al termine della quale verrà posta la fiducia. Giovedì mattina, a partire dalle 9, inizieranno le dichiarazioni di voto, seguite dalla chiama e quindi dal voto finale sul provvedimento. Entro le 12 dovrebbe quindi arrivare il via libera definitivo.
Nel secondo caso, invece, dopo il via libera al taglio della discussione, che avrebbe portato oltre 90 deputati delle opposizioni a un intervento di 30 minuti (ciascuno, chiaro), anche qua verrà posta la fiducia, e sarebbe la quarta in pochi giorni per l’esecutivo della prima donna di sempre nella Repubblica italiana. Verrà votata intorno alle 17:25, mentre l’assemblea è convocata per le 15:45.
Da sempre criticato, infatti, il decreto rave è stato cambiato in parte dai senatori, e anche la capogruppo di Forza Italia, una delle tre forze della maggioranza, Licia Ronzulli, si è astenuta dalla votazione della legge per la questione del reintegro dei medici no vax due mesi prima del tempo. Di questo ha parlato all’Aria che tira, su La7, anche Alessandro Cattaneo, numero uno dei deputati forzisti.
“Il dl rave, che arriva alla Camera con tempi molto stretti, contiene una serie di interventi importanti. Tra le altre cose, c’è anche la norma che anticipa il reintegro dei medici no vax su cui, lo dico con chiarezza, Forza Italia ha grandi perplessità. Senza alcun imbarazzo, siamo assolutamente convinti che sul tema dei vaccini non possano e non debbano esserci ambiguità o esitazioni“, ha detto il capogruppo del partito di Silvio Berlusconi salvo poi precisare che da Forza Italia non mancheranno i voti al provvedimento, considerando, ha concluso, che “il decreto un’occasione anche per aprire il dibattito sul grande dossier della giustizia: è un primo approccio, un fischio di inizio per una riforma del sistema“.
Intanto, comunque, un ordine del giorno a firma di Angelo Bonelli, deputato dell’alleanza Verdi e Sinistra e co portavoce di Europa Verde, ha chiesto al governo un impegno per prevedere, in un prossimo provvedimento legislativo, una modifica all’articolo 633 bis del codice penale per sanzionare chiunque organizzi o promuova raduni aventi “scopo di pubblica esaltazione di esponenti, principi, fatti o metodi del fascismo“, con conseguente abrogazione delle sanzioni per chi organizza o promuove raduni aventi scopo di intrattenimento.
L’ordine del giorno di Bonelli prevede anche la rapida attuazione allo sgombero dell’immobile di proprietà del demanio in Via Napoleone III a Roma occupato da anni da Casapound. “Occorre colpire le manifestazioni collettive che inneggiano al fascismo, ma non certo la libera espressione del pensiero“, ha detto il deputato rossoverde.
Quanto alle critiche in senso stretto, ad avere giudizi negativi sulla norma in esame, sono arrivate anche dal Partito democratico, per esempio con un tweet di Nicola Zingaretti, ex segretario dem ed governatore dimissionario del Lazio, che ha scritto che nel decreto si rendono palesi “le folli ingiustizie della destra“.
O dal MoVimento 5 stelle. Federico Cafiero de Raho, nel corso della discussione generale, ha detto che “da parte del governo e della maggioranza abbiamo trovato un muro inspiegabile, è una scelta assurda e miope. Per di più, hanno anche compiuto il colpo di mano di cancellare i reati contro la Pubblica amministrazione dall’elenco di quelli ostativi, abbattendo così un’arma importantissima contro mafie e reti corruttive“.
A difesa del provvedimento, invece, è intervenuta Augusta Montaruli, deputata di Fratelli d’Italia e sottosegretaria al ministero dell’Istruzione e della Ricerca, che ha spiegato in una nota che “le manifestazioni che si sono svolte anche in questi giorni, quando il decreto Rave era già vigente, smascherano le bugie della sinistra e sono la prova lampante di come le grida di allarme e le polemiche delle ultime settimane fossero totalmente immotivate“.
“È sotto gli occhi di tutti gli italiani – ha proseguito – che non vi siano state le paventate limitazioni delle libertà e che il polverone sollevato sia stato del tutto strumentale. Andiamo avanti per la nostra strada, convinti della bontà del lavoro che stiamo facendo e lasciandoci le falsità alle spalle“.
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