Alle 13, Giorgia Meloni e la sua squadra di governo si sono presentati in Senato per ottenere la fiducia anche del secondo ramo del Parlamento. Alle 20:15 è iniziato il voto sulla mozione dei capigruppo del centrodestra, che ha visto 115 senatori per il sì, 79 per il no e cinque astenuti.
La presidentessa del Consiglio non ha parlato, se non per la consueta replica dopo la discussione dei senatori. Per le dichiarazioni di voto, invece, è tornato a parlare dopo nove anni a Palazzo Madama Silvio Berlusconi.
A differenza di quanto successo ieri alla Camera, oggi Giorgia Meloni, prima presidentessa del Consiglio donna della storia della Repubblica italiana, non fa alcun discorso al Senato per ottenere la fiducia. A Palazzo Madama, infatti, si procede subito alla discussione del programma dell’esecutivo così come presentato a Montecitorio dalla leader di Fratelli d’Italia.
ORE 13:11 – Ignazio La Russa, presidente del Senato, ha aperto la quarta seduta.
ORE 13:14 – Giorgio Salvitti, senatore di Noi Moderati, apre la discussione non tradendo l’emozione per il suo primo intervento. Riprende le parole di Meloni sull’Italia come una nave, spiegando quali saranno gli obiettivi tra famiglia e natalità.
ORE 13:19 – È il turno di Mario Monti, senatore a vita (ed ex presidente del Consiglio), che inizia complimentandosi con la premier per il successo delle elezioni. Il suo intervento, poi, verte sul tema del presidenzialismo e sulle politiche economiche che dovranno essere approvate. Quest’ultime dovranno tenere di vincoli, non solo europei, ma anche di coscienza. Afferma anche che si asterrà per la fiducia.
ORE 13:25 – Dal movimento Sud chiama Nord, Dafne Musolino si concentra maggiormente sulla questione meridionale spiegando che non ci sono state proposte concrete per appianare le differenze. Anche dal partito di Cateno De Luca non si voterà per la fiducia, ma ci si asterrà.
ORE 13:31 – Segue il discorso di Maria Stella Gelmini di Azione e Italia Viva, che spiega come verrà fatta opposizione, sui temi e nel merito, diversa da quella che Meloni ha fatto durante il governo di Mario Draghi. L’ex forzista coglie l’occasione per levarsi qualche sassolino dalle scarpe, chiedendo anche conto di cosa verrà fatto per le sanzioni alla Russia, i rapporti con Victor Orban e la vicinanza agli schieramenti estremisti in Europa.
ORE 13:41 – Adriano Paroli di Forza Italia si dice accanto al governo e critica il reddito di cittadinanza come una misura utile ma che non ha funzionato. Poi le infrastrutture, con il ponte sullo Stretto che deve essere una priorità, e il sì alla pace fiscale.
ORE 13:49 – L’intervento di Stefano Patuanelli del MoVimento 5 stelle inizia con gli auguri al governo, poi parte all’attacco del discorso di Meloni perché pieno di retorica. La proposta sul reddito, provocatoria, è quella di cambiare il nome alla misura perché è utile, ma una precisazione la vuole anche per quanto riguarda la lotta all’evasione fiscale con la proposta del ministro Matteo Salvini di alzare a 10mila euro il tetto del contante.
ORE 13:55 – Dalla Lega, a prendere la parola per primo è Giorgio Maria Bergesio che appoggia il governo.
ORE 14:01 – Francesco Boccia, invece, è il primo senatore del Partito democratico a intervenire. L’esponente del Pd accusa Meloni di non aver parlato di lavoro, che è, invece dice, uno dei capisaldi della proposta che avrebbero portato i democratici al governo. “La vostra risposta a tutto questo è stata la flat tax“. Le perplessità riguardano le coperture finanziarie, ma anche gli incentivi al lavoro in nero, fare in modo di fatturare sotto i centomila euro. E, secondo il Pd, non è il modo di fare impresa.
Il discorso poi passa ai giacimenti di gas e sulle autonomie, per cui Boccia accusa la premier di stare nel mezzo tra specialità e differenziazioni. “Non consentiremo che si torni a parlare di regionalizzazione della scuola, tanto cara al presidente Fontana“. La chiusura è sul tema Covid: secondo il senatore, è necessario fare chiarezza cosa è successo sul territorio, dichiarandosi pronto a un confronto molto serio per accertare le responsabilità delle regioni. Durante l’intervento del dem, il presidente del Senato si lamenta con i capigruppo perché non viene dato troppo spazio per parlare.
ORE 14:10 – Fratelli d’Italia prende la parola con Antonio Iannone che si occupa in prima battuta di attaccare il presidente della regione Campania, Vincenzo De Luca, poi il suo intervento verte sul merito e anche sull’importanza della scuola, a iniziare dalle aule in cui gli studenti devono fare lezione. Fondamentale anche lo sport che merita una riforma costituzionale. Un ringraziamento alle forze dell’ordine.
ORE 14:17 – Tatjana Rojc, sempre del Partito democratico, che ha facoltà di parlare per soli tre minuti porta le istanze delle minoranze all’attenzione del Senato, quella di Trieste e quello slovena soprattutto.
ORE 14:20 – L’intervento di Alessio Butti di FdI inizia il suo discorso parlando della straordinarietà dell’evento di avere un presidente del Consiglio del suo gruppo, così come il presidente del Senato, poi si concentra su una sorta di comizio da opposizione.
ORE 14:30 – Il presidente La Russa sospende la seduta per dieci minuti.
ORE 14:44 – Riprendono i lavori al Senato. Parla il senatore Andrea Giorgis del Pd che inizia dicendo che dal suo gruppo non si voterà la fiducia perché non ritengono le proposte adatte, anzi potrebbe addirittura portare l’Italia in recessione.
ORE 14:52 – È il turno di un altro esponente del Partito democratico: a parlare è Francesco Giacobbe che chiede alla presidentessa del Consiglio di rispettare le minoranze.
ORE 14:55 – L’intervento del senatore del MoVimento 5 Stelle Ettore Antonio Licheri inizia con la presa di coscienza che non verrà votata la fiducia al governo e prosegue spiegando che nel discorso di Meloni ieri non c’è stato un cenno alla parola pace, poi critica la scelta di dare il ministero degli Affari esteri all’esponente di un partito che ha applaudito a quello che ha detto Silvio Berlusconi sulla Russia, ma anche la decisione di dare a Guido Crosetto il ruolo di ministro della Difesa in aperto conflitto di interessi.
ORE 15:00 – Roberto Marti della Lega spiega il perché dell’appoggio all’esecutivo e si concentra sull’importanza di un cambiamento del reddito di cittadinanza.
ORE 15:06 – Da Fratelli d’Italia, con Francesco Zaffini, arriva un attacco alla gestione della pandemia da parte dell’ex ministro della Salute Roberto Speranza, precisando di quanto sia urgente fare una commissione monocamerale al Senato per fare chiarezza su quanto successo in quel periodo. Importante, però, anche mettere mano nelle professioni sanitarie, specialmente ai medici di medicina generale che devono trovare centralità.
ORE 15:13 – Segue l’intervento di Vincenza Rando del Partito democratico, il cui focus è sull’importanza dalla lotta alle mafie che si deve esplicare con politiche per il contrasto alla povertà, sanità pubblica, l’anticorruzione, chiaramente. Importanza deve essere data anche ai minori.
ORE 15:18 – Alejandro Borghese del Maie precisa l’appoggio al governo con particolare importanza al voto degli italiani all’estero.
ORE 15:20 – Ilaria Cucchi dell’alleanza Sinistra Italiana ed Europa Verde inizia il suo intervento ricordando suo fratello ucciso, Stefano, e anche gli attacchi che in passato la sua famiglia ha dovuto subire anche da un membro del governo Meloni, ma parla pure di quello che è successo ieri alla Sapienza. Non voterà la fiducia, ma si batterà perché tutti possano sedersi dove è seduta lei ora.
ORE 15:28 – Dal gruppo delle Autonomie, Luigi Spagnolli spiega l’importanza della montagna, a cui non è stato dedicato neanche un ministero a differenza di quanto è stato fatto per il mare, quindi non voterà la fiducia.
ORE 15:30 – Dai banchi di Forza Italia prende la parola Mario Occhiuto per precisare quali devono essere gli interventi da fare a livello locale, nelle città soprattutto per quanto riguarda la questione dell’inquinamento e del cambiamento climatico.
ORE 15:37 – C’è poi Alessandra Maiorino del MoVimento 5 stelle che, nel suo discorso, dice di conoscere chi ha di fronte perché da sempre sono in politica e che ora vogliono mettere mano alla Costituzione.
ORE 15:43 – Segue Claudio Borghi della Lega che inizia con la solennità del giorno perché avverte il cambiamento, come successo nel 1994 con Berlusconi e nel 2008 con la caduta del governo di Romano Prodi. Il leghista mette in guardia Meloni da due nemici: “il non si può fare” e “fare troppo“, e poi attacca, anche lui, la gestione della pandemia, per lo meno quella di inizio 2020.
ORE 15:50 – Beatrice Lorenzin del Partito democratico pone l’accento sull’agenda sociale, sui giovani, sui malati e sui poveri, anche sul Sud. E alza anche un po’ i toni.
ORE 15:56 – È il turno di Alberto Balboni di Fratelli d’Italia che prima spiega che solo chi conosce la premier sapeva che discorso avrebbe fatto, poi passa all’attacco sia del Pd e di Enrico Letta, sia dei Cinque stelle e quindi di Giuseppe Conte.
ORE 16:03 – L’intervento di Michaela Biancofiore di Noi Moderati verte sull’importanza di avere Meloni al governo che può scrivere la storia come ha fatto Margareth Thatcher nel Regno Unito, poi parla anche dei clandestini, dell’Europa.
ORE 16:15 – Aurora Floridia del gruppo misto inizia parlando dell’inquinamento, soprattutto di quello del Veneto, che è la regione più inquinata in Italia, ma parla anche di sanità, scuola. Conferma di non votare la fiducia all’esecutivo.
ORE 16:21 – Per le Autonomie interviene anche Pietro Patton che dice di non riconoscersi in quello che la presidentessa del Consiglio ha detto ieri, ed è per questo che farà un’opposizione severissima. Vorrebbe che si tenesse fuori dal Parlamento la politica urlata, e vorrebbe che l’Italia si impegnasse per arrivare alla pace.
ORE 16:24 – Segue l’intervento della capogruppo di Azione e Italia Viva, Raffaella Paitta, che vuole riflettere su quello che ha lasciato l’ex premier Draghi, a partire da quello che ha fatto a livello europeo. Loro saranno sentinelle attente soprattutto sull’europeismo e sull’atlantismo. Ma non si esime neanche dall’attaccare le altre opposizioni per quanto fatto durante le elezioni per l’Ufficio di Presidenza, e dal terzo polo vorrebbero anche istituire una commissione d’inchiesta per la gestione della pandemia da parte dell’esecutivo di Conte.
ORE 16:37 – Licia Ronzulli di Forza Italia che inizia parlando della celerità con cui è stato fatto il governo, ma spiega anche quello che è successo prima della formazione del governo con tutte le ricostruzioni fatte che vedevano la forzista contro Meloni, e quindi così non è: per questo la premier ha ricevuto e continuare a ricevere l’appoggio del suo partito. Come urgenza indica la crisi energetica, il Pnrr e la costruzione di infrastrutture. Spiega, ancora, che non si guarderà alla Cina, ma si terrà fede ai valori atlantici ed europei, confermati anche nell’adesione al Ppe nel Parlamento di Strasburgo.
ORE 16:48 – È il turno di Roberto Maria Ferdinando Scarpinato dell’M5s, il suo intervento è incentrato inizialmente sul fascismo, che non è solo quello che è stato consegnato alla storia, ma che ha avuto modo di andare avanti nell’epoca degli anni di piombo con Pino Rauti, per esempio, o Gian Adelio Maletti che lo scorso aprile è stato ricordato da un’iniziativa di Federico Mollicone di Fratelli d’Italia. Poi un accenno anche al semipresidenzialismo che non è altro, per lui, che il sogno del neofascismo dell’uomo solo al comando.
ORE 17:00 – La parola passa a Giulia Bongiorno, senatrice del Carroccio, che dice di aver cambiato il suo discorso dopo aver sentito quello che si è detto oggi in aula, ponendo l’accento sull’importanza delle donne, che sono considerate ancora allo stregua di uno scooter. Parla di violenza, ma parla soprattutto di discriminazione, dell’abbattimento dei pregiudizi la cui figura di Meloni deve essere da modello. L’avvocata della Lega si concentra anche sull’immigrazione e sui primi atti del ministro degli Interni, Matteo Piantedosi, sulle Ong. Poi un buon lavoro a chi è stato considerato dalla stampa un suo “acerrimo nemico”, il titolare del dicastero della Giustizia, Carlo Nordio.
ORE 17:09 – Per Andrea Martella del Pd, l’unica nota positiva di questo nuovo governo è il fatto che sia presieduto da una donna, la prima volta nella storia della Repubblica italiana. Rimarca che nel discorso alla Camera Meloni non hai mai parlato della pace, e che vincere e governare non sono la stessa cosa.
ORE 17:15 – Segue l’ultimo intervento della discussione generale, che è quello del senatore di Fratelli d’Italia Lucio Malan che parla di un esecutivo veloce e di alto profilo in un momento difficile, poi si concentra sull’economia, sul crollo delle nascite e precisa perché dal partito non si è votato il Piano nazionale di ripresa e resilienza ovvero che il testo era arrivato in aula solo un’ora prima. Quindi il voto della fiducia al governo anche per il mandato popolare che è stato conferito.
ORE 17:25 – Il presidente del Senato sospende la seduta prima del voto di fiducia presentato su mozione di Isabella Rauti, Massimiliano Romeo, Ronzulli e Antonio De Poli.
ORE 17:39 – La seduta riprende, anche con una battuta di La Russa che dice al ministro dello Sport, Abodi, che ha il ruolo più ambito, almeno da lui. Interviene in replica la presidentessa del Consiglio.
ORE 17:41 – Meloni prende la parola chiedendo inizialmente scusa per il suo timbro di voce e per l’eventuale tosse, poi ringrazia i senatori per il dibattito franco ma rispettoso e corretto da cui emerge “lo stato reale in cui versa l’Italia, sia negli interventi delle forze di maggioranze, ma anche in quelli dell’opposizione” che è lo stesso Paese che eredita il nuovo governo, “un racconto forse più sincero da quello fatto in altri tempi, quando si brindava per l’abolizione della povertà in Italia“.
La premier poi entra nel merito di quelle che sono state le critiche, ovvero di aver presentato un manifesto programmatico e non risposte concrete. Senza che ci sia una visione, dice, “anche le risposte rischiano di non essere efficaci. Lo abbiamo visto negli anni scorsi, con governi retti da forze che avevano idee contrapposte, rivendicavano obiettivi che non stavano insieme” producendo un mancato “miglioramento delle condizioni per questa nazione” e anche “miliardi debito che graveranno sulle spalle dei nostri figli“. “Quando hai risorse limitate devi scegliere una strada – spiega ancora -, e poi ragionare sui provvedimenti concreti“.
E quindi l’energia, che è la priorità, in cui si lavorerà su tre livelli: “il tema di contrasto alla speculazione, prima di cercare nuove risorse, bisogna fermare gli speculatori, ci sono cose che si possono fare a livello europeo e a livello nazionale“, per questo si continuerà, precisa, “a incalzare l’Europa a dare risposte comune, se non sarà l’Europa penseremo al disaccoppiamento del prezzo“. Si aiuteranno poi le imprese e le famiglie, recuperando le risorse dagli extraprofitti e dall’extragettito, infine le soluzioni strutturali. “Dobbiamo sbloccare procedure ferme da lustri, come il rigassificatore di Gioia Tauro, che basta un dpcm per far ripartire come opera strategica“, spiega ancora.
Certo, quello che si deve fare non è “passare dalla dipendenza del gas russo alla dipendenza dalle materie prime cinesi, bisogna investire sulla componentistica essenziale“, la soluzione piuttosto è quella di puntare a estrarre gas nazionale.
In merito alla gestione della pandemia, Meloni si rivolge direttamente alla senatrice del Pd Lorenzin, parlando del riconoscimento del valore della scienza e spiegando che quello che si contestava è che “non ci fossero evidenze scientifiche alla base di alcuni provvedimenti. Non c’erano certezze che i vaccini facessero bene ai ragazzi di 12 anni ma li abbiamo vaccinati, quando tutti erano d’accordo che a loro facesse bene lo sport ma gli abbiamo impedito di farlo“.
Ci saranno sicuramente degli interventi sulla sanita pubblica, che deve superare l’emergenza. Bisognerebbe, quindi, ripartire dalla “medicina di prossimità, sulla territorialità e sul ruolo dei medici di medicina generale, coinvolgere le farmacie nell’erogazione di taluni servizi, incentivare la telemedicina. Migliorare la comunicazione tra ospedali e territorio“, implementare il “fascicolo sanitario elettronico. Il diritto alla salute è riconosciuto in Costituzione, non è ammissibile vi sia turismo sanitario e bisogna superare le disuguaglianze tra regioni“, anche nell'”erogazione dei livelli essenziali di assistenza“.
Il contrasto al lavoro povero è anche quella una priorità, ma il salario minimo, dice, rischia “di non essere una soluzione a questo problema ma piuttosto uno specchietto per le allodole perché tutti sappiamo bene” che ci sono “contratti collettivi nazionali che hanno già dei salari minimi“. L’Unione europea, precisa, ha fatto una direttiva sulla pari dignità tra i due strumenti spiegando inoltre che chi ha “applicato maggiormente i contratti collettivi hanno salari minimi più elevati. Quindi per me la strada è estendere la contrattazione collettiva“.
Quanto al motivo per i quali i salari in Italia sono così bassi, il perché è “la tassazione sul lavoro” che è al 46%, per cui si devono abbassare quelle. Il loro impegno “è arrivare a un taglio del cuneo fiscale di almeno cinque punti. È una misura che ha un costo rilevante ma ci prendiamo questo impegno nel medio termine“. Poi il tema della flat tax, di cui non comprende le critiche. “È un segnale di merito, chi ha fatto di più è giusto che venga premiato“, dice rivolta al senatore Monti; mentre al Pd chiede se la tassa piatta vada bene “per gli ipermilionari, ma non per le partite Iva“.
Meloni parla anche del Pnrr, che precisa che non deve essere stravolto, che non l’ha mai detto, deve essere aggiustato per il cambiamento degli scenari. “Quando è stato scritto non c’era la guerra in Ucraina, non c’era la questione energetica e il rincaro delle materie prime“. Con un “aumento dei costi delle materie prime del 35%, voi pensate senza affrontare questo aspetto riusciremo a mettere a terra le risorse? Io temo di no, temo che le gare andranno deserte. Si può parlare di questo? Di come metterle a terra? Noi abbiamo una responsabilità su quelle risorse“.
Per il governo, chiaramente, “il Sud è una risorsa e non un problema” e nella “tragedia della situazione energetica può esserci una piccola grande occasione. Penso ai gasdotti che dal Mediterraneo orientale arrivano al Sud e poi sulle rinnovabili quanto a vento, sole e mare al Sud… con un po’ di intelligenza e con risorse spese bene potremmo fare del Sud l’hub dell’approvvigionamento energetico d’Europa“.
“Sul tetto al contante – spiega inoltre la premier – c’è stata discussione ideologica, collegando il tema all’evasione, ma non c’è correlazione con il sommerso, ‘Ci sono paesi in cui il limite non c’è, ma l’evasione fiscale è bassissima’, sono parole di Pier Carlo Padoan, ministro del Pd e io sono d’accordo con lui“. È un tema tecnico, dice, e “la moneta elettronica non è moneta a corso legale, penalizza i più poveri, per questo dico che metteremo mano al tetto al contante“.
Meloni risponde anche alla senatrice Cucchi, ricordandole che anche lei viene dalla militanza giovanile, ma le sue manifestazioni non hanno mai impedito agli altri di dire quello che volevano dire. “Dire quel che si vuole è un diritto, è il fondamento della democrazia. Quella di ieri” alla Sapienza non “aveva nulla di pacifico“, l’obiettivo era “evitare che ragazzi come loro dicessero la loro“. “Dico ai ragazzi che manifesteranno nel rispetto delle idee altrui che sarò sempre dalla loro parte. È il fondamento della democrazia“, conclude sull’argomento.
Ma risponde anche al senatore Scarpinato, il cui atteggiamento è “così smaccatamente ideologico da chi doveva giudicare, che mi stupisce fino a un certo punto, il transfert tra neofascismo, stragi e sostenitori del presidenzialismo, è significativo, a cominciare dal depistaggio per la strage di via D’Amelio“. E l’assemblea si alza in piedi per applaudire.
Poco prima della conclusione, la presidentessa del Consiglio risponde anche alle critiche sul non utilizzo della parola pace. “Penso, spero e lavoro per giungere a una pace giusta, ma dobbiamo capirci su come ci si arriva, non si fa sventolando bandiere arcobaleno nelle piazze. In Ucraina è guerra di aggressione che non possiamo accettare, chi come me crede nella legittima difesa, non credo che ci convenga un modo in cui chi ha più forza militare invada un vicino“, spiega. Si deve favorire un negoziato, sì, ma con “un equilibrio tra le forze in campo, la pace si ottiene sostenendo l’Ucraina, consentendogli di difendersi, è la geopolitica“, avverte.
Sul tema della armi poi aggiunge che “se l’Italia si girasse dall’altra parte il resto dell’occidente continuerebbe a mandare le armi, la sola Gran Bretagna manda più armi di tutto l’occidente, cambierebbe quindi non l’esito della guerra, ma la nostra credibilità“.
Ancora e a finire, la premier si aspetta un'”opposizione molto franca“. Al tempo del taglio del numero dei parlamentari, racconta, “un esponente dei 5 Stelle mi chiamò e mi disse che, visto che stavamo facendo passare quel provvedimento, cosa ci aspettavamo in cambio. Io dissi: ‘Niente’. È accaduto per quella norma, è accaduto sull’assegno unico, è accaduto quando eravamo d’accordo. È questo coraggio e questa lealtà che posso chiedere all’opposizione, non di risparmiarmi critiche. Non me lo aspetto. Ma vorrei si valutassero i provvedimenti nel merito, senza fare dibattiti ideologici. Questo è un tempo in cui i posizionamenti pregiudiziali possono farci perdere qualche occasione“.
ORE 18:32 – Antonio De Poli, Noi Moderati *Sì VOTO DI FIDUCIA*
ORE 18:42 – Peppe De Cristoforo, alleanza Verdi e Sinistra *NO VOTO DI FIDUCIA*
ORE 18:53 – Julia Unterberger, per le Autonomie *ASTENUTI e NO VOTO DI FIDUCIA*
ORE 19:00 – Matteo Renzi, Azione e Italia Viva *NO VOTO DI FIDUCIA*
ORE 19:12 – Silvio Berlusconi, Forza Italia *Sì VOTO DI FIDUCIA*
ORE 19:26 – Barbara Floridia, MoVimento 5 stelle *NO VOTO DI FIDUCIA*
ORE 19:37 – Massimiliano Romeo, Lega *Sì VOTO DI FIDUCIA*
ORE 19:49 – Simona Malpezzi, Partito democratico *NO VOTO DI FIDUCIA*
ORE 20:02 – Isabella Rauti, Fratelli d’Italia *Sì VOTO DI FIDUCIA*
ORE 20:14 – Il presidente del Senato dichiara l’inizio del voto di fiducia.
ORE 20:53 – Il Senato approva la mozione di fiducia dei capigruppo della maggioranza di governo con 115 favorevoli, 79 contrari e cinque astenuti.
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