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Politica

Il governo sta avendo dei problemi per la riforma del codice appalti

La riforma del codice degli appalti licenziata nel Consiglio dei ministri di martedì sta creando più di qualche grattacapo alla maggioranza di governo. Due dei sindacati maggiori hanno organizzato una manifestazione per sabato contro quello che si è deciso, l’Anci, l’associazione dei sindaci, ha messo alla luce alcuni punti deboli, e soprattutto lo ha fatto il presidente dell’Anac, l’autorità nazionale anticorruzione, Giuseppe Busia, oltre che ovviamente le opposizioni, terzo polo e Partito democratico in testa a tutti.

Matteo Salvini, ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, vicepremier e segretario federale della Lega – Nanopress.it

Il successore di Raffaele Cantone aveva criticato il fatto che, con il nuovo codice, potesse diminuire la trasparenza, mettendo l’accento anche sul fatto che potessero essere chiamati per realizzare opere pubbliche amici di sindaci o assessori, una frase che non è piaciuta soprattutto alla Lega, che ha confermato la fiducia negli amministratori locali, invece, e prima aveva anche “sfiduciato” Busia, ma che ha anche portato a una quasi dietrofront, non nel merito, del presidente dell’Anac, che ha spiegato che l’autorità nazionale anticorruzione ritiene che i sindaci sono degli eroi, e per il quale anche dal Carroccio, secondo quanto filtra anche dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, quello di Matteo Salvini per altro, si è deciso di ritirare le armi, e che continuerà a esserci collaborazione con l’autorità.

La Lega è andata all’attacco di Busia, il presidente dell’Anac, dopo le frasi contro il nuovo codice degli appalti

Con il timore che il progetto da 19 miliardi di euro, la terza rata del Pnrr, per intenderci, vada in fumo perché non si è riusciti a centrare tutti gli obiettivi, e anche perché dalla Commissione europea alcuni sono tornati indietro con qualche perplessità, il governo di Giorgia Meloni sta combattendo con un’opinione pubblica, meglio, con alcuni settori di essa, per la riforma del codice degli appalti approvata in Consiglio dei ministri martedì scorsa.

Celebrata e voluta dalla Lega perché porterà a procedure molto più veloci dal punto di vista burocratico, e pensata anche in funzione di quel Recovery Fund, anche se sarà efficace solo dal primo luglio del 2023, ovvero quando si inizierà a ragionare sulla quarta rata del fondo che l’Unione europea ha messo a disposizione per il post pandemia, sta creando delle polemiche, dicevamo.

Giuseppe Busia, il presidente dell’Anac – Nanopress.it

Uil e Cisl, due dei tre maggiori sindacati in Italia, hanno confermato la manifestazione in piazza per sabato primo aprile perché per loro si torna indietro di 50 anni “in termini di legalità, trasparenza e tutela dei lavoratori“, hanno detto; la Cna, la confederazione degli artigianato e della piccola e media impresa, per bocca soprattutto degli artigiani, si sente esclusa; l’Anci, ancora, che è l’associazione dei comuni italiani, lamenta l’inserimento dell’obbligo dei Comuni non capoluogo ad aggregarsi e qualificarsi per fare le gare; le donne, i giovani, le cui istanze sono state portate dal terzo polo e dal Partito democratico, e per ultimo anche il presidente dell’Anac, Giuseppe Busia, hanno trovato non poche perplessità nel testo approvato dall’esecutivo.


Nello specifico, il numero uno dell’autorità nazionale anticorruzione è stato quello che, forse, ci è andato giù più pesante. Busia, infatti, ha spiegato in un’intervista a Repubblica che “concentrarsi solo sulla velocità rischia di andare a discapito di trasparenza, concorrenza, tutele dei lavoratori e in definitiva della qualità delle opere pubbliche“. Giusto, per lui, enfatizzare, come ha fatto il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, e leader del Carroccio, Matteo Salvini, il fatto che ci sarà più velocità, più cantieri e più lavoro, ma per lui non è quello il modo corretto: “Procedere per affidamento diretto non è la strada, rischia di escludere le imprese migliori, danneggiando la Pubblica amministrazione, le aziende e i cittadini“, ha detto ancora.

Condivisibile, forse, sicuramente dagli esponenti dem, che hanno precisato che quelli che sono i timori sollevati dal presidente dell’Anac sono gli stessi che hanno anche loro, dalle fila dell’opposizione. Non condivisibile, invece, per i leghisti, e specialmente perché Busia ha poi puntato il dito contro i sindaci, in cui ha parlato del fatto che con questo nuovo codice degli appalti “potrebbero essere chiamate le persone più vicine al dirigente, al sindaco o all’assessore. E ridurre la trasparenza aumenta i rischi corruttivi, specie ora che le risorse sono tante“.

Queste frasi, soprattutto, hanno alzato i toni tra la Lega e il successore di Raffaele Cantone,  prima fra tutti la risposta che è stata data da Stefano Locatelli, responsabile Enti Locali di via Bellerio, che le ha definite “gravi, inqualificabili e disinformate dichiarazioni del presidente Busia sul Codice Salvini: se parla così di migliaia di sindaci e pensa che siano tutti corrotti, non può stare più in quel ruolo, Busia ha dei compiti di controllo, invece certifica di essere prevenuto, non neutrale e quindi non credibile“.

Un po’ più cauti ci sono andati i deputati, sempre del Carroccio, in commissione Ambiente, Gianpiero Zinzi, Alessandro Benvenuto, Gianangelo Bof, Elisa Montemagni e Graziano Pizzimenti, che hanno prima, come Lega, confermato la loro fiducia nei confronti degli amministratori locali, e poi hanno affondato il colpo: “Busia – hanno dichiarato -, prima di sparare a zero sui sindaci e sul codice Salvini, dovrebbe ragionare su quale sia il futuro che vuole per l’Italia. Noi vogliamo efficienza e sburocratizzazione per un paese veloce, non ci sono dubbi“.

Intervista su La7, all’Aria che tira, il presidente dell’Anac è pero tornato indietro sui suoi passi, per lo meno per quanto riguarda le frasi sugli amministratori locali che hanno fatto infuriare il secondo partito della maggioranza di governo. “Amministratori corrotti? No, nel modo più assoluto – ha risposto Busia da Mirta Merlino -. I sindaci, soprattutto nei piccoli comuni, sono degli eroi. Svolgono una funzione essenziale, importantissima, pagati pochissimo e si assumono grandi responsabilità. Verso i sindaci Anac nutre solo ammirazione“. Per lui, “controllabilità e trasparenza si possono conciliare” e fare le gare per gli appalti “in sé non è il grosso del tempo che si spende. Se non si fa neanche un avviso le imprese migliori sono penalizzate“, e sono quelle “incapaci” a “provocare ritardi“.

Matteo Salvini – Nanopress.it

Una pezza che pare sia piaciuta al ministero di Salvini e al vicepremier in persona, anche lui, secondo quanto filtra, pronto a fare un passo indietro rispetto alle dichiarazioni fatte dai suoi, ma anche un passo avanti per quanto riguarda il miglioramento della legge stessa. Dal dicastero di Villa Patrizi, si è espressa “grande soddisfazione e sollievo per l’evidente correzione di rotta del Presidente Anac, Busia, che ora ha definito i sindaci eroi da ammirare“. I contatti tra il ministro e il numero uno dell’Anac, hanno continuato, “non sono mai venuti meno, nemmeno nelle ultime ore. Il ministro non si sottrae al confronto costruttivo per il bene del Paese e al fianco degli amministratori locali“, e poi hanno specificato che “evidentemente le reazioni della Lega sono servite per un chiarimento“, un chiarimento che Salvini, di nuovo, ha apprezzato tanto da aver anche aperto al confronto, appunto.

Mariacristina Ponti

Nata nel lontano 1992, nel giorno più bello per nascere, a Cagliari. Dopo la maturità scientifica, volo a Padova e poi a Roma per studiare lettere. Nella Capitale poi rimango anche per il master in giornalismo. Tra stage a profusione, sempre nelle redazioni sportive, anche se il vero amore è sempre stato la politica, ho ancora da ritirare un tesserino da professionista.

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