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Uscirà il 14 aprile 2016, attesissimo, il remake de Il Libro della Giungla: la trama che narra le avventure del cucciolo d’uomo Mowgli è l’unico punto d’unione con l’omonimo film d’animazione del 1967, tratto a sua volta dal celebre romanzo di Rudyard Kipling, mentre per il resto la pellicola girata da Jon Favreau presenta numerosissime novità a cominciare dalla scelta della tecnica mista live action/CGI: Mowgli (l’esordiente Neel Sethi, scelto dopo un durissimo casting) e suo padre (Ritesh Rajan, presente in poche scene) sono infatti gli unici personaggi del film interpretati da attori in carne e ossa, mentre tutti gli animali, così come la giungla, sono stati interamente riprodotti al computer.
La Walt Disney Pictures non ha badato a spese e per il remake 2016 de Il Libro della Giungla ha stanziato un budget di 150 milioni di dollari per provare a ripetere il successo planetario del film del ’67 che ancora oggi, grazie anche alle splendide musiche, viene universalmente riconosciuto come uno dei migliori prodotti Disney di ogni epoca. Impresa non facile e che tra l’altro vanta già un paio di tentativi falliti (ricorderete forse il remake del ’94 con Jason Scott Lee, passato quasi inosservato, e l’altrettanto insignificante sequel animato del 2003), ma che stavolta, potendo contare sui produttori di Pirati dei Caraibi, sulla regia su un mago del fantasy come Jon Favreau (suoi i primi due capitoli di Iron Man) e su di cast di doppiatori da Oscar, sembra poggiare su basi decisamente più solide.
Nella trama de Il Libro della Giungla, Mowgli è un giovane cucciolo di uomo cresciuto da una famiglia di lupi e costretto a lasciare la giungla quando la temibile tigre Shere Khan, segnata dalle cicatrici dell’uomo, giura di eliminarlo per evitare che una volta adulto diventi una minaccia per la sua specie. Costretto ad abbandonare la sua unica casa, Mowgli s’imbarca in un avvincente viaggio guidato dal suo severo mentore, la pantera Bagheera, e dallo spensierato e divertente orso Baloo, imbattendosi in altri pericoli rappresentati dall’ipnotica Kaa e dal chiacchierone Re Luigi.
Proprio questi ultimi due personaggi costituiscono altre due grandi differenze con la pellicola del ’67: Favreau, infatti, ha deciso di trasformare Kaa, in origine un pitone maschio, in un pitone femmina, poiché ha ritenuto che nel film mancasse un’importante figura femminile. Inoltre ha cambiato Re Luigi da orango a gigantopithecus (un genere estinto di primate che si ritiene raggiungesse i 3 metri di altezza), poiché gli oranghi non sono nativi dell’India, il luogo dove si svolge la storia.
Dicevamo invece dei doppiatori de Il Libro della Giungla 2016 e mai come in questo caso siamo di fronte a un vero e proprio cast di all star: nella versione originale abbiamo Bill Murray (Baloo), Ben Kingsley (Bagheera), Idris Elba (Shere Khan), Lupita Nyong’o (Raksha), Scarlett Johansson (Kaa), Giancarlo Esposito (Akela) e Christopher Walken (Re Luigi), mentre in quella italiana troviamo i vari Neri Marcorè (Baloo), Toni Servillo (Bagheera), Alessandro Rossi (Shere Khan), Violante Placido (Raksha), Giovanna Mezzogiorno (Kaa) e persino il buon Giancarlo Magalli (Re Luigi)!
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