[didascalia fornitore=”altro”]Foto di ESB Professional/Shutterstock.com[/didascalia]
Fra poco più di un mese ricomincia la scuola e migliaia di adolescenti più o meno brufolosi finiranno fra i banchi di qualche liceo classico. E anche quest’anno migliaia di genitori tireranno in ballo i vantaggi dell’elasticità mentale per giustificare la scelta di avere spinto i propri pargoli verso il classico. Nel 2018 l’umanità ha davvero bisogno di scrollarsi di dosso tutte le narcisistiche ed elitarie mistificazioni sull’elasticità mentale.
Che i genitori continuino pure a iscrivere i figli al classico per i motivi che ritengono validi, ma non voglio mai più sentir parlare di “elasticità mentale”. Ho fatto il classico, dunque parlo con cognizione di causa. Negli anni diversi personaggi mi hanno raccontato quali attività, secondo il loro personale giudizio, contribuirebbero ad aumentare l’elasticità mentale:
Dunque il top del top dell’elasticità mentale è rappresentata da un diplomato al liceo classico, polistrumentista, poliglotta e nerd. Un soggetto simile avrebbe una mente talmente elastica da riuscire a cavarsela fuori dal naso per poi appallottolarla e palleggiare.
Mi sfugge tuttavia il metro attraverso il quale si possa misurare l’elasticità mentale. In generale i test per l’elasticità mentale vedono favorite le persone che escono dal classico perché si tratta di prove da svolgere col sedere incollato alla sedia e basate su parole, numeri e logica. Tutte cose, cioè, che rientrano abbondantemente nell’esperienza di un diplomato al liceo classico.
Eppure sono sicuro che si possa dimostrare l’elasticità mentale di un soggetto sottoponendolo a delle prove di natura diversa, per esempio dando un’armonica diatonica in chiave di SOL ad un armonicista abituato a suonare esclusivamente in chiave di DO e vedendo cosa ne esce fuori. Oppure chiedendo ad un cuoco di inventarsi una cena per 12 persone utilizzando solo ingredienti esotici che non ha mai visto prima. Oppure ancora chiedendo ad un ingegnere meccanico di aggiustare una lavatrice rotta utilizzando esclusivamente pezzi ricavati da un vecchio scooter. Oppure chiedendo ad un terrorista di confezionare una bomba utilizzando esclusivamente ingredienti comprati nella drogheria sotto casa con un budget di 50 euro.
In tutte queste prove di elasticità mentale come se la caverebbe un ragazzino del liceo classico? Probabilmente otterrebbe un risultato risibile. Possiamo ipotizzare che il tipo di prova influenzi il risultato? A questo proposito un certo Einstein sosteneva che “ognuno è un genio, ma se si giudica un pesce dalla sua abilità di arrampicarsi sugli alberi lui passerà tutta la sua vita a credersi stupido”.
Che i giovani italiani continuino pure a masturbarsi con “Tityre tu patulae” e amenità simili, ma ammettiamo anche che mille altre attività contribuiscono a favorire e sviluppare l’elasticità mentale. Non esiste solo il liceo classico.
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