La seconda avventura di Cristiano Ronaldo al Manchester United è finita molto peggio della prima (in effetti, ci voleva poco). Con un comunicato ufficiale, i Red Devils hanno fatto sapere che, di comune accordo, le loro strade si separeranno. Sempre nella nota, il club inglese ha detto che rimarranno concentrati per “continuare i progressi della squadra sotto Erik ten Hag”. A stretto giro, è arrivata anche la risposta di CR7: “Amo lo United, ma è arrivato il momento di una nuova sfida”.
Non sorprende, insomma, la scelta del Manchester United e del campione portoghese di concludere prima del tempo il rapporto che li teneva insieme. Il fenomeno di Madeira, impegnato ora con la sua Nazionale, di cui è capitano, ai Mondiali in Qatar, poco prima, della kermesse calcistica, infatti, non aveva parlato molto bene della sua seconda esperienza in Premier League e aveva anche attaccato il suo allenatore.
“Cristiano Ronaldo lascerà il Manchester United di comune accordo, con effetto immediato“. Semplice, conciso e lineare, è così il comunicato con cui i Red Devils hanno annunciato quello che in realtà si era capito da un bel po’, anche prima delle dichiarazioni provocatorie del campione portoghese nei confronti del tecnico Erik ten Hag e della società inglese.
La seconda esperienza di CR7 all’Old Trafford, nata sotto i migliori auspici in una mattinata di fine agosto di più di un anno fa, quando Ronaldo scappò da Vinovo dopo gli allenamenti con la Juventus sul suo aereo privato, si è in pratica trasformata in un incubo. Perché il ritorno del figliol prodigo non ha dato i suoi frutti, anzi.
Nessun rammarico, per lo meno non esternato pubblicamente dal club di Premier League che, invece, lo ha ringraziato “per il suo immenso contributo in due periodi, segnando 145 gol in 346 presenze, e augura a lui e alla sua famiglia ogni bene per il futuro“. Certo, nella nota lo United ha anche fatto notare che tutti, lì, “rimangono concentrati sul continuare i progressi della squadra sotto Erik ten Hag e lavorare insieme per raggiungere il successo in campo“, ma ecco, a frecciata si risponde con frecciata.
Immediata, tra l’altro, è arrivata anche la replica di Ronaldo al “suo” club. “A seguito di conversazioni con il Manchester United, abbiamo concordato di comune accordo di rescindere il nostro contratto in anticipo. Amo il Manchester United e amo i tifosi, questo non cambierà mai. Tuttavia, mi sembra il momento giusto per cercare una nuova sfida“, ha detto il campionato portoghese dal Qatar. “Auguro alla squadra ogni successo per il resto della stagione e per il futuro“.
E del suo di futuro, invece, che ne sarà? È difficile pensare che il vincitore di cinque Palloni d’oro, che si sta giocando il suo ultimo Mondiale da protagonista, possa essere svincolato, eppure è la triste e amara realtà. Come abbiamo già detto, l’andamento della coppa del mondo potrebbe cambiare di molto le carte in tavola.
Mettendo in mostra tutto il talento e l’abnegazione come non ha potuto fare in un anno e mezzo all’Old Trafford, il campione portoghese potrebbe trovare una squadra in grado di aggiudicarsi i suoi ultimi anni di carriera – ha pur sempre 37 anni, e a febbraio saranno 38 – di primo livello, o comunque che gioca in campionati che possono essere definiti top, in Serie A, magari, alla Roma del suo connazionale José Mourinho, per esempio.
Oppure potrebbe essere un ritorno, gli auguriamo migliore di quello ai Red Devils, nel suo Sporting, lì dove la sua stella ha iniziato a brillare. Oppure, ancora, il Real Madrid, la società che lo ha accolto da re e che potrebbe trovare in CR7 un degno sostituto, al momento, di Karim Benzema. Ma quello è quasi un sogno, che ha lui per primo.
Se, però, le cose non dovessero andare bene, be’, Ronaldo potrebbe rispondere per la prima volta alle sirene della Major Soccer League, in altre parole il campionato del Nord America. Che significa soldi, tanti, e prestigio un po’ meno. Ma, d’altronde, a uno che ha vinto tutto – tranne il Mondiale – interessa solo giocare, e farlo bene. Essere coccolato, pure, che anche quello non guasta mai.
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