Sta settimana se semo fatti ‘na bella scorpacciata de pallone: tra coppe europee e campionato formato spezzatino c’è stata almeno ‘na partita ar giorno. Ma alla fine tutta la settimana è stata ‘na sorta de grande attesa pe’ la partita che tutti aspettavano: er derby de Milano, mai così importante pe’ la lotta scudetto (o meglio non lo era da ‘n ber po’ de tempo). Allora bando alle ciance e scoprimo insieme tutto er mejo, ma pure er peggio, della settimana calcistica.
Non se po non partì dalla sfida più attesa: er derby della Madonnina. Ce se aspettava ‘na sfida combattuta, decisa dai dettagli. Non è andata proprio così. L’Inter ha dato ‘na prova de forza clamorosa, senza precedenti quest’anno pe’ superiorità mostrata in campo. Praticamente non c’è stata mai partita. La coppia d’attacco nerazzurra (la LuLa come la chiama quarcuno) ha fatto praticamente quello che je pareva dall’inizio alla fine. Er Milan non s’è quasi mai visto, tranne che nei 5 minuti de inizio secondo tempo in cui Handanovic ha salvato er risultato. Ma è stato troppo poco. L’Inter ha meritato, Lukaku è ‘na bestia sempre più devastante e mo la squadra de Conte se ritrova a +4 dalla seconda. Non sarà proprio ‘na fuga ma, pure pe’ come è arrivata, sa tanto de allungo decisivo.
Non c’è gnente da fa. Come spesso è successo negli ultimi anni quanno arriva la fase a eliminazione diretta della Champions pe’ la Juve cominciano i problemi. La partita cor Porto non era delle più facili, però manco delle più difficili parlamose chiaro. Sulla carta non ce sarebbe dovuta esse partita. E invece la Juve ce regala la perfetta fotografia de come non se approccia ‘na partita: goal regalato ar primo minuto (chiedere a Bentancur pe’ informazioni) e, come se nun bastasse, goal regalato pure ar primo minuto der secondo tempo. Quanno se dice entrà in campo cor piede giusto. Pe’ fortuna de Pirlo e della Juve c’ha pensato Chiesa a tenè apertissima la qualificazione co’ un goal ner finale. Ar ritorno però servirà un’altra Juve.
Er buon Gattuso non riesce proprio a dormì sonni tranquilli. Sta settimana per il Napoli è andata non male, malissimo. Sconfitta in Europa League 2-0 cor Granada (non proprio er Real Madrid) e batosta in campionato contro l’Atalanta ( nun parlerò de loro perchè me so stufato de parlà sempre de Muriel, leggeteve l’articolo de settimana scorsa). Tutto questo condito da ‘na serie infinita de infortuni, peraltro concentrati quasi tutti in attacco e ar centro della difesa. Er fattore sfiga sicuramente sta a fa la parte sua, ma non deve esse un alibi pe’ ‘na squadra che comunque, anche in emergenza, avrebbe potuto sicuramente fa meglio, almeno in Europa. La lotta Champions continua ad esse apertissima, ma serve ‘na scossa.
Alla fine doveva succede. Dopo la sconfitta nello scontro salvezza delicatissimo cor Torino, è arrivato l’esonero de Di Francesco. Er Cagliari se ritrova a -5 dalla salvezza e a sto punto er presidente Giulini non ha potuto fare altrimenti. Certo, cor senno de poi, magari se poteva risparmià er prolungamento di contatto de Di Francesco de qualche settimana fa. Nun è stata proprio ‘na genialata. Sorprende come ‘na squadra der genere, piena de buoni giocatori, possa sta in quella posizione. Mo toccherà ar nuovo mister Semplici provare a recuperà ‘na situazione che per il momento pare abbastanza disperata. Ce riuscirà? Ai posteri l’ardua sentenza (ammazza che frasona).
Concludiamo co’ na parentesi sur calcio internazionale. Di solito nun parlo molto de quello che non riguarda le squadre italiane, ma stavorta non me posso esime. Al Camp Nou è andata in scena ‘na partita che sa tanto de passaggio de consegne. Er PSG ha distrutto er Barca (4-1), ma soprattutto Mbappe ha giocato ‘na partita da fenomeno vero. Er francese è stato immarcabile, nun l’hanno visto mai. Tripletta in casa del Barca, davanti a un impotente Leo Messi (un goal su rigore per lui). Che possa esse l’inizio del “regno” di Mbappe? Nun penso che Messi sia pronto a mollà er trono, ma de sicuro er francesino è pronto a prenderselo. Mbappe e Haaland (pure lui mostruoso ancora ‘na volta) saranno i Ronaldo e Messi der futuro. E sto futuro nun è lontano.
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