Il marito di Alice Neri, Nicholas Negrini, si affida anche al generale Luciano Garofano per arrivare alla verità sul giallo della sua morte: l’ex comandante del Ris di Parma sul luogo del rogo per alcuni rilievi in qualità di consulente di parte.
In queste ore, il generale Garofano si è recato con gli altri consulenti della famiglia di Alice Neri sul luogo del ritrovamento dell’auto e del corpo della 32enne a Fossa di Concordia, nel Modenese.
Alice Neri morta a Fossa di Concordia: sopralluogo dei consulenti del marito sulla scena del rogo
Nel lavoro del team di esperti scelti dalla famiglia di Alice Neri per arrivare alla verità sulla sua morte, da qualche ora si è innestato il contributo del generale Luciano Garofano, ex comandante del Ris di Parma incaricato come consulente dal marito della donna, Nicholas Negrini.
In corso un primo sopralluogo di Garofano nel posto in cui, il 18 novembre scorso, furono ritrovati l’auto e il corpo bruciati di Alice Neri.
Secondo il generale, si tratta di un’attività utile perché potenzialmente capace di portare all’attenzione degli inquirenti elementi che potrebbero essere sfuggiti nei precedenti rilievi.
In ogni indagine, ha precisato il generale oggi consulente del marito di Alice Neri, è pressoché fisiologico che alcuni dettagli possano scappare all’occhio investigativo, anche nelle migliori delle inchieste. E la chiave per verità su Alice Neri, secondo il marito, potrebbe passare proprio attraverso un dettaglio ancora da scoprire.
Il generale Garofano ritiene verosimile che l’azione omicidiaria e quella della distruzione del cadavere – dato alle fiamme insieme al veicolo della vittima – possa essere riconducibile all’azione di un solo soggetto.
Non esclude però anche l’ipotesi che un delitto atroce come quello di Alice Neri sia maturato nel concorso di più persone.
Le parole del generale Garofano sul caso
A Ore 14, trasmissione di Milo Infante, il generale Garofano ha commentato il sopralluogo in corso da parte dei consulenti della famiglia di Alice Neri.
Sul luogo non si è scavato e siamo alla ricerca di qualche elemento che può essere sfuggito
Gli esperti cercano qualcosa, ha dichiarato l’ex comandante del Ris di Parma, che possa essere riconducibile ad Alice Neri o al suo aggressore. “Fra i vari frammenti può capitare qualche reperto utile alle indagini (…), la storia è piena di esempi di elementi che possono essere sfuggiti”.
Il marito della 32enne: “Non potevo stare fermo ad aspettare”
Ai microfoni dello stesso programma di Rai2, il marito di Alice Neri, Nicholas Negrini, ha precisato che ogni sforzo della famiglia ha come scopo quello di fare massima chiarezza sui fatti.
È il momento di scandagliare tutte le zone d’ombra che riguardano il caso, non potevo stare fermo ad aspettare
“Lo faccio soprattuto per mia figlia – ha aggiunto l’uomo – perché quando diventerà grande cercherà notizie sull’accaduto e voglio che lei sappia che ce l’ho messa tutta, per quanto posso, per far emergere la verità“.
Secondo quanto descritto dal marito, Alice Neri stava attraversando un periodo di profonda crisi personale che l’avrebbe condotta ad uno stato di estrema fragilità.
“Era seguita da specialisti e prendeva farmaci, non era in condizioni ottimali per cui quando sento anche critiche e giudizi nei suoi confronti bisogna tenere fermo questo punto: non era spinta dalla ragione o da celte ponderate, ma viveva un momento di difficoltò personale. Non ci deve essere pregiudizio, ma solo comprensione“.
Il marito di Alice Neri ha sottolineato che, sebbene a carico del principale sospettato Mohamed Gaaloul sussistano numerosi elementi, “ci sono alcune zone d’ombra che non ci possiamo permettere di tenere fuori dal contesto perché possono raccontare molto di più“.