S’intitola Il mercante di luce, l’ultimo appassionante romanzo di Roberto Vecchioni, pubblicato da Einaudi e in libreria dal 28 ottobre 2014. La trama, semplice e breve, mescola temi epici e liricità amorose, raccontando la storia di Marco, diciassettenne affetto da vecchiaia precoce e quella di Stefano, suo padre, professore di letteratura greca, convinto che solo la grandezza della cultura possa illuminare il buio perenne cui è condannata la memoria dell’uomo. Da uno dei padri storici della musica cantautorale italiana, un romanzo intenso che affronta temi come la vita e la morte e il rapporto padre e figlio in cui il primo, in lotta contro lo scorrere del tempo, cerca di trasmettere all’altro il suo credo e i suoi valori, finendo per ricevere, lui stesso, molto più di quanto non si aspettasse.
Trama
Marco è un adolescente affetto da progeria, una malattia che accelera il trascorrere del tempo, condannando chi ne soffre ad una vecchiaia precoce. Suo padre Stefano è un professore di letteratura greca, sconosciuto eppure grande, coltissimo, che non ha mai smesso di lottare – insegnando come se fosse una missione – contro la stupidità umana e l’omologazione cui sono preda i ragazzi di oggi. Pur con i suoi difetti e la grande disillusione nei confronti della vita, Stefano è deciso a trasmettere al figlio, prossimo alla fine, tutto quello che possiede: la conoscenza e la sua cultura infinita. Ed il ragazzo, sveglio e curioso, è pronto a ricevere tutto quello che il padre può dargli, emozionandosi di fronte a tutto ciò che, grazie agli insegnamenti del genitore, scopre ogni volta. Chi tra i due è il mercante della luce? All’interrogativo sarà proprio la poesia greca a rispondere, quel misterioso ed affascinante filo che li unisce grazie al quale i due, in un viaggio lontano nel tempo in cui, sospesi tra le liriche di Saffo, di Omero e dei tanti poeti greci, troveranno uno spiraglio per salvarsi.
Recensione
Incentrato sull’amore per i libri e per la vita, Il mercante di luce ruota, in realtà, intorno ad un grande ossimoro: un padre frustrato e deluso dalla vita che vuole, e deve, insegnare al figlio morente ad amarla. Al centro di tutto la lirica greca, che riempie, con l’intensità che solo i versi di una poetessa come Saffo possono regalare, tutta la narrazione.
Una storia breve, come dicevamo, e semplice che tratta temi spesso considerati banali arricchiti però dagli ingredienti che derivano dai grandi classici letterari. ‘Con questo libro chiudo un debito che sentivo di avere da 45 anni, ha affermato l’autore, da tanto dura il mio amore per le lettere classiche; e per esprimerlo sono dovuto ricorrere a una situazione estrema: due persone che si incontrano allo svincolo del senso della vita‘.
Ma la bravura di Vecchioni, tra i cantautori più colti della scena musicale italiana, sta nel fatto non solo di aver elevato ad una trattazione più aulica alcuni dei temi triti e ritriti della narrativa contemporanea, ma di averlo fatto concentrando tutta la storia in un numero davvero esiguo di pagine – poco più di cento. Arrivando a scrivere, come ha giustamente detto qualcuno ‘la ballata più lunga, personale, sincera fin quasi alla crudeltà, che abbia scritto sin qui‘.
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