Dopo le immagini della squadra sotto la curva a La Spezia, oggi i tifosi del Milan hanno raggiunto in corteo Milanello per sostenere i rossoneri nelle difficoltà: “Noi ci crediamo”.
Corteo di circa 500 persone nella giornata di oggi a Milanello. Al centro sportivo rossonero la Curva Sud ha incitato la squadra in vista del derby, dopo la brutta sconfitta di ieri arrivata per il diavolo in casa dello Spezia. Un momento di difficoltà per il Milan, che delude sul campo, ma che ritrova l’affiatamento degli ultras. No, andare sotto la curva non è stato un patibolo. Pioli: “Ci hanno solo stimolato, a dare il massimo“.
Brutta sconfitta quella di ieri per i rossoneri, che si aggiunge ad altri risultati scoraggianti. I calciatori sono andati come di consueto sotto la Curva a fine gara – una delle più presenti del campionato di Seria A – ma stavolta non per festeggiare. Piuttosto per un confronto, sicuramente da parte di atleti che non devono rendere conto a nessun ultras infastidito da un paio di debacle; ma nessuna minaccia o richiami all’ordine, come si poteva – erroneamente – immaginare.
Il confronto, al quale ha partecipato anche l’allenatore Stefano Pioli, è durato un paio di minuti. Due lunghi minuti, nei quali i giocatori sono andati a colloquio, hanno annuito, hanno ascoltato la loro gente. Ma no, non sono state scuse ai tifosi, l’episodio non rientra nella categoria delle stucchevoli scene di ultras con il cappuccio sulla testa che “minacciano” la squadra di “tirare fuori gli attributi”. Il confronto è stato profondo, indipendentemente dalla sensibilità di ognuno che può o meno giudicare tale episodio seccante o grottesco.
Lo ha detto anche Pioli, tornando sull’episodio di La Spezia: “Quello che è successo sotto la curva è una cosa positiva. Siamo andati a salutarli come facciamo sempre. Ci hanno solo stimolato, spronato a dare il massimo“.
Rimangono diverse le letture al confronto di ieri, post Spezia-Milan 2-0, tra squadra e tifosi. C’è chi parla di “patibolo” per la squadra, chi invece quasi di “minacce” o “richiamo all’ordine”. Niente di tutto questo. Lo dicono non solo le immagini ma anche quanto successo nella giornata di oggi.
Lo dimostra anche l’affiatamento di oggi da parte dei tifosi milanisti, che al grido di “noi ci crediamo” si sono presentati in corteo a Milanello nel momento più duro della stagione. Non per minacciare, ma per sostenere. Scene già viste a Milano, sponda rossonera, negli ultimi tre anni di grandi risultati – per una squadra che ancora conserva il tricolore sul petto e si è conquistata l’accesso tra le prime quattro d’Europa in Champions League.
Si arriva dunque alla giornata di oggi, e al corteo organizzato al centro sportivo del diavolo. Alle 12 la Curva Sud si è riunita davanti ai cancelli, per provare a risollevare la squadra in vista del derby di ritorno di martedì, che determinerà l’accesso alla finale di Champions.
Quel faccia a faccia, secondo quanto riporto dall’Ansa, è al vaglio della Procura della Federazione per verificare se l’arringa dei capi ultras alla squadra sia stata di fatto un semplice incitamento o rientri nella categoria delle minacce. Il Codice della Giustizia sportiva vieta le gogne pubbliche per i calciatori, che non devono sottoporsi alle frange più estremiste delle curve. Nessun codice vieta l’incitamento alla squadra in vista di un importante appuntamento, o il saluto dei calciatori a fine gara al suo pubblico.
Del resto la società del Milan difficilmente si sarebbe permessa di pubblicare le immagini di quel confronto tra tifosi e squadra, sui propri canali ufficiali, qualora avesse fiutato aria di minacce o di “gogna” per i propri calciatori.
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