Il ministro dell’Istruzione ad interim dell’Iran Reza Morad Sahraei, ha minacciato gli studenti universitari che protestavano all’esterno degli edifici scolastici, minacciando di espulsione sia i giovani in protesta che i professori. Dopo le nuove norme introdotte sull’uso dell’hijab la popolazione iraniana è tornata nuovamente a riaccendere le proteste, mai scemate del tutto, che si erano già riscaldate a causa della faccenda degli avvelenamenti di migliaia di studentesse, avvenuti nelle scuole primarie e secondaria della nazione.
La guida Suprema dell’Iran ali Khamenei ha parlato in merito all’utilizzo del velo per ben due volte in una settimana e anche la magistratura iraniana, venerdì 7 aprile, ha confermato che le donne che verranno colte ad infrangere le norme che regolano l’utilizzo del velo e che perseverano nel non utilizzarlo saranno considerate sia a livello religioso che legalmente come spia delle organizzazioni occidentali. Secondo il regime in Iran le manifestazioni sono state spinte dalle autorità occidentali che vogliono minare la Repubblica islamica iraniana e frenare la sua espansione.
Il ministro dell’Istruzione si è scagliato contro i professori e gli studenti universitari in protesta e ha minacciato la loro sospensione.
È emersa una registrazione audio dell’incontro di Sahraei presso la Farhangian University, ovvero una università pubblica per la formazione dei professori della quale è attualmente il rettore, dove spiega che la sua università è più importante di tutte le altre università, compresa quella della guardia rivoluzionaria, in Iran e chiunque avesse parlato contro il regime iraniano e contro le autorità sarebbe stato identificato e sicuramente espulso.
Il ministro ha precisato in merito che: “la linea rossa è l’esistenza del regime e chiunque la attraversi non avrebbe un posto all’università. Chiunque abbia preso parte alle recenti proteste, anche in minima parte, sarà identificato nel prossimo futuro e sarà espulso.”
Sottolineando inoltre che “I professori che non si muoverebbero nel quadro stabilito dal regime non avranno un posto in questa università. Registrate questo e parlatene a tutti. Il regime vuole addestrare le proprie forze all’Università Farhangian, e quando qualcuno non accetta il sistema, non appartiene a questo posto”.
Non ha ancora ricevuto ufficialmente la sua carica, ma la sua nomina sembra effettivamente perfettamente in linea con la politica attuata dal presidente Raisi riguardo alla repressione degli studenti.
Il ministro ad interim è già accusato per il suo precedente ruolo di professore presso l’università iraniana Allameh Tabataba’i dove sta affrontando diverse controversie riguardo le sue credenziali accademiche.
Stando a quanto riferito da Iran International si tratta di un soggetto che è stato incoronato professore all’interno delle università iraniane grazie agli alti ranghi statali e ai legami con il regime.
Il professore universitario ministro è molto legato a Gholam–Ali Haddad–Adel che è stato il suo braccio destro e collaboratore presso la Fondazione Saadi Foundation, ovvero un centro culturale che ha il compito di promuovere la lingua persiana tra i non persiani.
Sahraei ha molta influenza in Iran nell’ambito accademico ed ha assegnato molte persone al ruolo di addetti culturali della Repubblica islamica collocate in diverse ambasciate sotto le vesti di insegnanti persiani.
Anche se il curriculum del ministro lo descrive come un accademico di alto livello, secondo i media locali e critici politici, si tratta di una figura del regime travestita da professore universitario.
Iran International ha rivelato che diversi studenti che stanno compiendo i percorsi di studio presso l’università dov’è il ministro professor hanno rivelato che non li ha mai seguiti ed aiutati durante i loro percorso accademico.
Secondo l’opinione pubblica il ministro è stato scelto per attuare una repressione più dura nei confronti degli studenti, che si sono ribellati contro la Repubblica islamica dell’Iran e hanno dato sostegno alle rivolte attuate a seguito della morte di Mahsa Amini, a causa delle percosse ricevute dalla polizia morale mentre si trovava in custodia per aver indossato il velo.
Già all’inizio del mese il ministero dell’Istruzione superiore iraniano ha precisato che le istituzioni sotto la propria copertura non avrebbero più offerto nessun servizio educativo agli studenti che non avrebbero rispettato le regole dell’hijab.
Ha precisato in merito che: “Tutte le università e gli istituti di istruzione superiore sotto la copertura del ministero delle scienze, della ricerca e della tecnologia non saranno obbligati a offrire servizi educativi, assistenziali e di altro tipo ai pochi studenti che non rispettano le leggi e i regolamenti delle università in questo senso ”.
Il regime iraniano ha compiuto qualcosa di estremamente brutale crudele nei confronti dei giovani manifestanti, che hanno preso parte la rivoluzione in Iran per chiedere diritti primari e tutela ora negata e ma soprattutto la piena delle violenze e dei soprusi contro le donne e i cittadini.
Anche la star di Hollywood Angelina Jolie ha voluto esprimere la propria solidarietà nei confronti delle dozzine di giovani iraniani che hanno perso gli occhi a causa dei colpi ricevuti dalla polizia durante le proteste antigovernative.
L’attrice e regista americana è sempre stata molto legata alle tematiche sociali e alle problematiche che colpiscono i più deboli e per questo ha deciso di esporsi anche per questa causa.
Venerdì 7 Aprile ha pubblicato Sul suo account Instagram le foto di due giovani manifestanti che sono stati colpiti ad un occhio durante le proteste perdendo successivamente l’ha vista. Si tratta di Elahe Tavakolian e Zanyar Tondro.
Sui profili delle giovani oltre alla foto che rivela chiaramente la violenza subita sono emerse anche le parole: “Hai mirato ai miei occhi, ma il mio cuore batte ancora .”
Jolie ha voluto aggiungere il suo pensiero scrivendo: “Pensando ai giovani iraniani che hanno subito lesioni agli occhi per protestare contro l’uccisione di Mahsa Amini, come Elahe Tavakolian e Zanyar Tondro. Molti sopravvissuti hanno perso la vista da uno o entrambi gli occhi. È un promemoria del prezzo che i giovani iraniani stanno pagando nella loro lotta per i diritti e le libertà”.
Il regime iraniano ha deciso già nei primi tempi dopo l’inizio della protesta di colpire i giovani manifestanti al volto e soprattutto agli occhi, ma anche ai genitali come monito per placare la rivolta e lasciare un marchio indelebile a chi ha sfidato il regime per la libertà.
Il popolo iraniano aveva lanciato una campagna su Twitter a sostegno di Tondro che aveva lasciato assieme al padre il paese per cercare di essere curato in Europa nelle scorse settimane. Durante il viaggio però la barca si è capovolta ed è stato tratto in arresto dalla polizia turca che lo ha accompagnato in un campo profughi nella città di Mugla.
Per quanto riguarda invece Tavakolian La giovane studentessa invece ha perso gli occhi durante le manifestazioni a causa dei proiettili sparati dalle forze di sicurezza iraniane.
Nonostante la paura di avere ripercussioni importanti e la concreta possibilità di perdere la vita, il popolo iraniano ha deciso di proseguire per liberare il paese da un regime dittatoriale che soffoca le aspettative e i sogni dei giovani limitando in maniera importante il loro futuro e soprattutto quello delle giovani donne.
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