Domenica 21 maggio, il ministro della sicurezza nazionale israeliano Itamar Ben Gvir ha visitato il Monte del Tempio nella Città Vecchia di Gerusalemme. Il Monte del Tempio è un luogo sacro sia per gli ebrei che per i musulmani, ed è al centro di una disputa territoriale tra Israele e i palestinesi.
La visita di Ben Gvir ha suscitato le condanne della Giordania e dei palestinesi, che hanno accusato Israele di violare il diritto internazionale e di provocare tensioni nella regione. La scelta del politico di estrema destra è stata vista anche come un affronto alla comunità musulmana, che considera il Monte del Tempio il terzo luogo più sacro dell’Islam dopo La Mecca e Medina.
La nuova visita di Ben Gvir al Monte del tempio dopo le tensioni placate
La visita di Ben Gvir ha sollevato preoccupazioni sulla situazione nella regione, poiché potrebbe portare a un’escalation delle tensioni tra Israele e i palestinesi. La comunità internazionale ha chiesto moderazione e soprattutto rispetto del diritto internazionale, al fine di evitare una nuova ondata di violenze, come quella che si è appena conclusa e che ha devastato Gaza e il sud di Israele per cinque giorni consecutivi.
Ben Gvir al Monte del Tempio a Gerusalemme ha provocato un forte contraccolpo da parte del mondo arabo e della comunità internazionale. È stato contestato duramente perché il Monte del Tempio è un luogo sacro per fedeli di credo ebraico, musulmani e cristiani, ed è al centro di una disputa territoriale tra Israele e i palestinesi.
La Giordania ha convocato l’ambasciatore israeliano per un rimprovero dopo la visita di Ben Gvir a gennaio, e la comunità internazionale ha chiesto la moderazione e il rispetto del diritto internazionale al fine di evitare una nuova ondata di violenze nella regione.
Le dichiarazioni di Ben Gvir durante la sua visita al Monte del Tempio sono state criticate perché sembrano ignorare la complessità del conflitto e la necessità di una soluzione pacifica e negoziata tra Israele e i palestinesi.
La comunità internazionale ha sottolineato l’importanza di rispettare la sacralità del Monte del Tempio per tutte le religioni e di evitare azioni che potrebbero provocare tensioni in Medio Oriente.
La soluzione al conflitto tra Israele e i palestinesi richiede un dialogo e un negoziato pacifico, che tenga conto delle esigenze e dei diritti di entrambe le parti e che garantisca sicurezza e stabilità nella regione.
Inoltre, le sue dichiarazioni sulla polizia israeliana e sulla “proprietà” del luogo sacro sono state contestate perché il Monte del Tempio è un luogo sacro per ebrei, musulmani e cristiani, ed è al centro di una disputa territoriale tra Israele e i palestinesi.
Le minacce di Hamas e di altri gruppi terroristici non possono essere ignorate, ma la risposta a tali minacce deve essere in linea con il diritto internazionale e rispettare la sacralità del Monte del Tempio per tutte le religioni. Le autorità globali hanno chiesto chiaramente a tutte le parti di evitare azioni provocatorie e di lavorare per una soluzione negoziata al conflitto.
La nuova visita del ministro di Israele Ben Gvir ha nuovamente sollevato critiche, in un momento delicato che rischia di sfociare in una ripresa del conflitto armato tra truppe israeliane e milize Islamiche.
Le reazioni del mondo arabo alla nuova provocazione di Israele
Il portavoce presidenziale dell’Autorità palestinese Nabil Abu Rudeineh ha definito la visita di Itamar Ben Gvir al Monte del Tempio a Gerusalemme un “palese attacco” alla moschea, mentre il ministero degli Esteri giordano ha descritto la visita come “un passo provocatorio condannato e un’escalation pericolosa e inaccettabile”. Anche l’Egitto, che ha un trattato di pace con Israele, ha emesso una condanna riguardo la nuova azione provocatoria messa in atto da Ben Gvir.
Il Monte del Tempio e la Città Vecchia di Gerusalemme sono stati catturati da Israele dalla Giordania nella Guerra dei Sei Giorni del 1967. Tuttavia, le autorità israeliane hanno permesso al Waqf giordano di continuare ad avere autorità religiosa sul Monte. In base al trattato di pace del 1994, Israele ha riconosciuto il “ruolo speciale di Amman…nei santuari musulmani di Gerusalemme“.
Il Monte del Tempio è considerato il luogo più sacro del giudaismo, in quanto sede di due templi biblici, mentre la Moschea di Al-Aqsa sul Monte è il terzo santuario più sacro dell’Islam, rendendo l’area un importante punto critico nel conflitto israelo-palestinese.
La questione del controllo del Monte del Tempio e della Città Vecchia di Gerusalemme rimane uno dei principali ostacoli per una soluzione pacifica del conflitto israelo-palestinese. La comunità internazionale ha chiesto a entrambe le parti di evitare azioni provocatorie e di lavorare per una soluzione pacifica e negoziata al conflitto, che tenga conto delle esigenze e dei diritti di entrambe le parti e che garantisca la sicurezza e la stabilità nella regione.
Il luogo sacro è soggetto allo status quo, un accordo che ha prevalso per decenni in collaborazione con la Giordania. Secondo questo accordo, gli ebrei e altri non musulmani possono visitare il Monte del Tempio in determinate ore, ma non possono pregare lì.
Tuttavia, negli ultimi anni, i nazionalisti religiosi ebraici, compresi i membri della nuova coalizione di governo israeliana, hanno visitato sempre più il sito e hanno chiesto uguali diritti di preghiera per gli ebrei, creando tensioni con i palestinesi e la comunità musulmana.
Durante la sua visita di domenica, Ben Gvir ha fatto riferimento alle richieste del suo partito, sostenendo la necessità di investire di più nel Negev e nella Galilea, dove vive una grande popolazione araba. La sua visita è stata criticata perché potrebbe aumentare le tensioni tra Israele e i palestinesi e compromettere gli sforzi per una soluzione pacifica del conflitto.
Giovedì, centinaia di visitatori ebrei tra cui il ministro del Negev e della Galilea Yitzhak Wasserlauf e il parlamentare Yitzhak Kroizer, entrambi del partito Otzma Yehudit di Ben Gvir, insieme ai parlamentari del Likud Dan Illouz, Amit Halevi e Ariel Kallner, sono entrati nel luogo sacro, suscitando preoccupazioni per una possibile escalation delle tensioni nella regione.
La soluzione al conflitto attuale richiede un dialogo e un negoziato pacifico, che tenga conto delle esigenze e dei diritti di entrambe le parti e che garantisca la sicurezza e la stabilità, cosa che sembra scontata e già ripetuta ma è necessario sottolineare che si tratta di una scelta obbligata per evitare una crisi medio-orientale ma, anche, un’ulteriore scompenso nella già profonda crisi internazionale in atto.
Ben Gvir non si è unito ai visitatori del Monte del Tempio, ma ha partecipato alla Marcia delle Bandiere, una parata annuale attraverso il quartiere musulmano della Città Vecchia di Gerusalemme che è stata segnata da scontri con i residenti palestinesi locali.
Le visite dei legislatori al Monte del Tempio e la marcia della bandiera hanno suscitato critiche da parte della Giordania e di alcuni alleati di Israele, che hanno chiesto la moderazione e il rispetto del diritto internazionale per evitare una nuova ondata di violenze nella regione.
La comunità internazionale ha sottolineato l’importanza di rispettare la sacralità del Monte del Tempio per tutte le religioni e di evitare azioni che potrebbero provocare tensioni nella regione. La soluzione al conflitto tra Israele e i palestinesi richiede un dialogo e un negoziato pacifico, che tenga contodelle esigenze e dei diritti di entrambe le parti e che garantisca la sicurezza e la stabilità nella regione.
Un alto legislatore ultraortodosso della coalizione di governo israeliana ha chiesto al primo ministro Netanyahu di impedire a ministri o legislatori di visitare il Monte del Tempio, citando i rischi per la sicurezza e la diplomazia e affermando che era sacrilego.
La richiesta del legislatore ultraortodosso evidenzia la complessità delle questioni religiose e politiche che circondano il Monte del Tempio e la necessità di trovare soluzioni pacifiche e negoziate per evitare tensioni e conflitti nella regione.
Ben Gvir ha fatto questa visita provocando condanne da parte del mondo arabo. Netanyahu ha poi incontrato il re giordano Abdullah II ad Amman per discutere di come mantenere la calma sul Monte del Tempio. Tuttavia il politico israeliano ha promesso di continuare a visitare il sito a prescindere.
Le osservazioni di Ben Gvir sul bilancio isreliano inoltre, sono arrivate in un momento di tensioni all’interno del governo israeliano mentre la Knesset si prepara a votare il bilancio complessivo per il 2023-2024. La mancata approvazione del bilancio entro il 29 maggio potrebbe portare allo scioglimento automatico del governo e alle elezioni anticipate.
Il partito di estrema destra Otzma Yehudit di Ben Gvir e il partito ultraconservatore Noam stanno cercando di sfruttare la situazione per presentare le loro richieste di bilancio dell’ultimo minuto. Anche i partiti ultraortodossi stanno chiedendo finanziamenti per le loro cause e minacciano di non sostenere il piano se le loro richieste non saranno soddisfatte.
La situazione politica è complessa, ma la comunità internazionale ha ribadito l’importanza di evitare azioni provocatorie e di lavorare per una soluzione pacifica e negoziata del conflitto tra Israele e i palestinesi. La questione della Spianata delle moschee e della Città Vecchia di Gerusalemme rimane uno dei principali ostacoli per una soluzione pacifica del conflitto.
Ben Gvir ha ordinato ai legislatori di Otzma Yehudit di boicottare i voti della Knesset nel tentativo di fare pressione sui partiti alleati per ottenere maggiori fondi per le priorità del suo partito nel bilancio, in particolare per il ministero del Negev e della Galilea detenuto dalla fazione.
Otzma Yehudit si è lamentata del fatto che altri partiti stanno ricevendo miliardi per i loro progetti, mentre loro hanno ricevuto meno fondi per le questioni che ritengono importanti, come l’insediamento ebraico nel nord e nel sud del paese.
Netanyahu e Ben Gvir si sono incontrati la settimana scorsa per cercare di risolvere la disputa. Tuttavia, secondo Channel 12, l’atmosfera non era positiva e Netanyahu ha detto a Ben Gvir che non c’era modo di reindirizzare i fondi alle sue priorità.
La situazione politica in Israele è complessa e le tensioni tra i partiti alleati possono influire sull’approvazione del bilancio.
È importante che il governo israeliano dia priorità alla coesione interna e alla stabilità politica per poter affrontare le sfide che il paese deve affrontare, tra cui le questioni di sicurezza, l’economia e la pandemia.
La comunità internazionale sta seguendo da vicino gli sviluppi in Israele e ha più volte sottolineato l’importanza di rispettare il diritto internazionale, concorsi gli Usa storicamente vicino alle autorità israeliane, per poter trovare soluzioni negoziate per le questioni in sospeso, tra cui il conflitto con i palestinesi.