La siccità sta diventando un vero e proprio pericolo per il nostro Paese, e non solo d’estate. I fiumi del Nord Italia sono in grave sofferenza e iniziano a vedersi i primi rischi per la produzione idroelettrica.
Il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha ipotizzato anche un altro possibile scenario se la situazione non cambia: quello del razionamento dell’acqua. Vediamo nello specifico.
È uno dei rischi che più sta preoccupando il Governo del Paese. La siccità, che prima colpiva soltanto nei periodi estivi, ora, invece, lo scenario è completamente cambiato. Anche l’inverno, che prima invece si presentava freddo e piovoso, permettendo quindi, ai ghiacciai e alle riserve idriche, di riempirsi per poter esser sfruttate a pieno fra la primavera e l’estate, ora non è più così.
Come cambiare? O meglio, come poter prevedere la fine di una situazione come quella che si sta vivendo? A dare una spiegazione di qual è lo scenario che si sta preparando è lo stesso ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin: “Ci sono dei rischi sulla produzione idroelettrica, perché se le dighe non sono in grado di far scendere l’acqua, la ruota non gira” – spiega in un’intervista.
Risultato? Potrebbero esserci, in alcune zone d’Italia, possibili razionamenti d’acqua per far fronte ad altre situazioni, fra cui quella della produzione di energia idroelettrica.
Il ministro, però ha precisato che non si tratta di una situazione da applicare nell’immediato: “Nessuna decisione di razionamento, ma io credo che dopo un giro di confronto con tutti i grandi consorzi che gestiscono le dighe, con i gestori del sistema idrico integrato nazionale, si debbano tirare le somme” – spiega.
Fino ad arrivare alla decisione più estrema, ovvero quella che, su alcuni territori, sia fondamentale arrivare a un provvedimento di questo tipo, quale il razionamento dell’acqua.
Una riduzione, come continua il ministro Fratin, che non è solo questione di questo anno. Anche lo scorso 2022 si sono avute delle riduzioni: “[…] Speriamo che si riescano a riempire le dighe nei prossimi due, tre mesi, visto che qualche pioggia dovrebbe esserci, altrimenti ci sarebbero delle conseguenze”.
C’è, anche, un altro problema sul quale fa porre l’attenzione il ministro. L’Italia importa energia dalla Francia, che la produce da fonti nucleari. La stessa Francia ha programmato lo spegnimento di alcune centrali nucleari, in particolare “dove la carenza di risorse idriche fa mancare l’acqua dei raffreddamenti” – continua. Questo ci fa capire come l’Italia debba cercare, quanto prima, una soluzione anche a questo tipo di problematica.
Pichetto Fratin, inoltre, dà anche un’anticipazione: al prossimo Consiglio dei Ministri si valuterà la nomina di un commissario che abbia tutti i poteri sulla questione acqua e la sua gestione. “Abbiamo il 50% della neve che dovrebbe esserci sulle montagne, e siamo a meno della metà dei livelli di fiumi e laghi. Serve un ragionamento per un intervento immediato” – spiega.
Un ragionamento sull’acqua che inizia a venir meno per le varie esigenze, sia nutritive, che per i campi che per le industrie. Non si può più aspettare per trovare una soluzione.
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