Dopo i primi cento giorni del governo di Giorgia Meloni, secondo quanto rivelano da Noto Sondaggi, il ministro più apprezzato di tutti è quello dell’Agricoltura, un fedelissimo della premier: Francesco Lollobrigida. Il più conosciuto, però, è Matteo Salvini, il leader della Lega che da titolare del Mit non ha riscosso il successo che forse si sarebbe aspettato.
In linea di massima, però, e nonostante l’ultimo posto di Andrea Abodi, che gode di un 26% di fiducia, nessuno di loro piace a un italiano su due, sinonimo, ha spiegato il numero uno dell’istituto di ricerca, Antonio Noto, che dopo Meloni non c’è nessun “bomber” nella squadra scelta dalla prima presidente del Consiglio donna della storia della Repubblica italiana. Il politico su cui gli italiani ripongono più fiducia è sicuramente, e ancora, il capo dello Stato, Sergio Mattarella, dall’alto del suo 63%, a cui non arriva neanche la premier, ferma, si fa per dire, al 44%.
I primi cento giorni del governo di Giorgia Meloni, celebrati dalla presidentessa del Consiglio nel suo consueto appuntamento con “Gli appunti di Giorgia”, il format social in cui spiega quello che è andato o non è andato durante la settimana, non hanno restituito un quadro molto edificante per i ministri, anzi tutt’altro. Al lordo di un Francesco Lollobrigida, il cognato d’Italia per tanti, il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste per tutti, che guida la classifica ed è, quindi, il più amato, infatti, non c’è nessuno che spicca per davvero, meglio non c’è nessuno che supera il 50% della fiducia degli italiani, e forse è un problema. Ecco, l’ex capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia è arrivato al 45% e, appunto, è il primo della lista.
Dopo di lui ci sono Matteo Piantedosi, titolare del Viminale, al 44%, e a sorpresa sul gradino più basso del podio troviamo il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, con il 42%, percentuali tutto sommato accettabili, così come quella di Carlo Nordio, in quarta posizione nonostante le critiche delle ultime settimane per le sue parole contro i suoi ex colleghi magistrati.
Il Guardasigilli forse sfrutta il fatto che al ministero della Giustizia, di base, i “capi” siano sempre quelli in cui si ripone più fiducia (lo stesso sentimento aveva giovato anche a Marta Cartabia nell’esecutivo di Mario Draghi), ed è al 38%, a pari merito con il leghista ministro delle Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, che però è molto più conosciuto (71% contro il 57%), e anche Guido Crosetto, il ministro della Difesa che è anche noto per essere una figura dialogante.
Tutti gli altri stanno sotto, a cominciare da Antonio Tajani, coordinatore nazionale di Forza Italia, che nel governo Meloni ricopre il ruolo di vicepremier e ministro degli Affari esteri, al 37% della fiducia degli italiani come Eugenia Roccella, ministra della Famiglia (molto criticata), Adolfo Urso, titolare del fu Mise, e Raffaele Fitto, ministro per gli Affari europei, le Politiche di coesione e il PNRR, al 37%.
Poi si trova anche Matteo Salvini, l’altro vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, che è il più conosciuto di tutti – il 90% degli intervistati sa chi è -, ma in cui solo il 36% ripone fiducia, come nei confronti della sua compagna di partito e ministra del Lavoro, Marina Elvira Calderone, o di Nello Musumeci, il titolare del ministero della Protezione civile e del Mare. Prima di Anna Maria Bernini, che è una delle più conosciute con una popolarità al 61%, ma con una fiducia al 34%, c’è poi la ministra alle Disabilità, Alessandra Locatelli, al 35%.
All’ultimo posto, il ministro dello Sport e delle Politiche giovanili, Andrea Abodi, che gode del 26% di fiducia, ma solo il 22% sapeva chi effettivamente fosse. A preoccupare, piuttosto, è il penultimo posto di Roberto Calderoli, il ministro dell’Autonomia in quota Lega, noto al 71% degli italiani, in compagnia di Gilberto Pichetto Fratin, il titolare dell’Ambiente, che ha da scontare più di qualche gaffe. Non vanno molto meglio le cose neanche a Orazio Schillaci e Giuseppe Valditara, i due tecnici rispettivamente del ministero della Salute e dell’Istruzione e del Merito, che arrivano al 29%.
Qualcosa meglio fa Paolo Zangrillo, il ministro forzista della Pubblica amministrazione con il suo 30%, o Daniela Santanché, la ministra del Turismo in quota Fratelli d’Italia, che arriva al 31% ed è diciottesima, o ancora di Maria Elisabetta Alberti Casellati e Luca Ciriani, su cui gli italiani impongono fiducia al 33%.
Per Antonio Noto, il presidente di Noto Sondaggi, a pesare più di tutto per questi dati non troppo entusiastici per la compagine di governo, a eccezione della premier, “manca il bomber, per usare il gergo calcistico, cioè un uomo, o donna, forte, riconoscibile. È strano che in piena luna di miele nessuno superi il 50% di fiducia“.
Per lui, la prima posizione di Lollobrigida è dovuta al fatto che sia uno dei più vicini a Meloni, ma anche che si è reso visibile in più di un’occasione ma senza andare oltre il confine del suo ministero, a differenza di Salvini che da leader della Lega parla di tutto. E su Sangiuliano, ha detto il sondaggista, “sa sfruttare bene la comunicazione per aggregare i tifosi del suo schieramento“, mentre Crosetto deve pagare lo scotto della sua esposizione sulla guerra in Ucraina, che vede ormai la maggioranza degli italiani contraria all’invio di armi.
Al di là dei ministri, però, la figura politica su cui gli italiani ripongono più fiducia rimane il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che, secondo un sondaggio di Quorum/YouTrend per Sky Tg24, è il primo con il 63%. Molti più di Meloni, che si ferma a 44%, e molto di più soprattutto di tutti gli altri leader di partito.
Al secondo posto, tra i presidenti, c’è quello del MoVimento 5 stelle, Giuseppe Conte, che gode di fiducia dal 37% degli italiani, molto meno di Salvini, che si ferma al 28%, e soprattutto molto meno del suo ex alleato, il segretario del Partito democratico, Enrico Letta, al 26%. Il fanalino di coda, però, è Matteo Renzi, leader di Italia Viva, sotto di quattro punti percentuali rispetto al suo compagno del terzo polo, Carlo Calenda, che invece è il numero uno di Azione, e sotto anche rispetto a Silvio Berlusconi, presidente di Forza Italia, al 24%.
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