La neonata, salvata a Jandairis, città siriana al confine con la Turchia, è venuta alla luce mentre il terremoto si abbatteva sul suo Paese.
La sua famiglia non c’è più: la madre, il padre, le sue tre sorelle, suo fratello e sua zia sono stati trovati tutti morti sotto le macerie. Lei, così piccola, ma già così forte, è riuscita a farcela. A Idlib, invece, due fratellini sono stati estratti vivi dopo oltre 17 ore sotto un cumulo di detriti che ha sommerso la loro casa. La più grande ha protetto il più piccolo fino all’arrivo dei soccorritori.
Un vero e proprio miracolo quello avvenuto a Jandairis, in Siria, dove una bimba – nata proprio mentre il terremoto devastava la sua casa e il suo Paese – è stata estratta viva da quel cumulo di povere e macerie. Il video in cui i soccorritori la prendono in braccio e la tengono al caldo con una coperta ha fatto il giro del mondo, accendendo un barlume di speranza sulla tragedia che ha colpito la Turchia e la Siria.
La piccola aveva ancora il cordone ombelicale attaccato alla mamma, che però non è sopravvissuta, così come non ce l’hanno fatta suo padre, le sue tre sorelle, suo fratello e sua zia. L’unico della sua famiglia che è riuscito a salvarsi è stato lo zio. Proprio lui, mentre scavava a mani nude, ha sentito un vagito e ha visto la piccola. Portata in ospedale, i medici hanno fatto sapere che sta bene e che le sue condizioni di salute sono buone.
Una sorta di ‘regalo’ per chi scava senza sosta da oltre 48 ore arriva anche da Idlib, dove due fratellini sono stati estratti vivi dopo oltre 17 ore sotto un cumulo di detriti che ha sommerso la loro casa. La sorellina ha protetto il fratellino più piccolo fino all’arrivo dei soccorritori. Storie simili, di vita e speranza, arrivano anche dalla Turchia. A Nizip, quartiere di Gaziantep a circa 30 chilometri dall’epicentro del sisma, una donna e i suoi tre figli sono stati tirati fuori dai resti di un palazzo 30 ore dopo il terremoto.
Tante storie, tutte maledettamente simili, molte legate ai bambini, vittime di una tragedia più grande di loro, che ora, oltre alla guerra, dovranno affrontare la sciagura di essere rimasti soli al mondo. Sono sempre loro le vittime di un dramma che finora ha fatto oltre 8mila morti, ma il numero è destinato purtroppo a salire. Secondo l’Unicef, due terzi della popolazione necessiterà di assistenza umanitaria a causa del peggioramento della crisi economica.
“Questo è il terremoto più potente che ha colpito la regione in circa 100 anni ed è avvenuto nel momento peggiore possibile per i bambini e le famiglie vulnerabili nelle aree colpite. Decine di scuole, ospedali e altre strutture mediche ed educative sono state danneggiate o distrutte dalle scosse, con un forte impatto sui bambini”.
ha detto il portavoce Unicef James Elder.
Il lavoro dei volontari e dei vigili del fuoco non si ferma. È ormai una corsa contro il tempo e il freddo per rintracciare eventuali sopravvissuti ed estrarli dalle macerie.
Le conseguenze del sisma potrebbero toccare 23 milioni di persone, un numero impressionante, se si considera anche che la gran parte di loro sono bambini.
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