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Il Mose sta salvando Venezia da eventuali allagamenti

Negli ultimi giorni, il Mose sta letteralmente salvando Venezia da eventuali allagamenti: le frequenti piogge insieme alle alte maree, infatti, avrebbero potuto creare danni esattamente come accadde nel 2019.

Venezia – Nanopress

Il Mose è stato costruito al fine di proteggere Venezia da eventuali allagamenti e a quanto pare sta assolvendo perfettamente al suo compito. Se non ci fossero state le barriere, infatti, probabilmente l’intera città, date le condizioni climatiche che stanno coinvolgendo gran parte del Nord Italia, sarebbe allagata oggi.

Il Mose ha salvato Venezia

Il Mose ha salvato letteralmente Venezia da un possibile allagamento, questa è la realtà emersa di recente. Non a caso, la sua introduzione – che rientra nel “Piano generale degli interventi” per le attività di salvaguardia del territorio – nasce proprio allo scopo di proteggere la laguna, il suo ecosistema e le varie problematiche ambientali che da tempo attanagliano tutta la zona. Le sua barriere – costituite da schiere di paratoie – sono state inserite sul fondale e servono a separare la laguna dal mare quando l’acqua è molto alta.

A quanto pare la sua installazione è stata di fondamentale importanza per Venezia e i suoi abitanti, perché ha letteralmente salvato tutti loro dagli allagamenti causati dal maltempo che sta investendo gran parte del Nord Italia.

Mose – Nanopress

E non solo, perché anche la Basilica di San Marco – che si trova comunque nel punto più basso di Venezia – è salva sia grazie al Mose sia grazie alle barriere da poco installate in vetro per proteggerne i pavimenti, fermo restando che questa si allaga già quando la marea supera gli 80 centimetri.

La funzione del Mose

Le quattro barriere del Mose sono state alzate già due volte in due giorni: la prima lunedì pomeriggio, la seconda martedì intorno alle 2. Il risultato è che Venezia è stata sì colpita dalla pioggia, ma questa non ha causato eccessivi danni.

Come ha affermato il Centro previsioni e segnalazioni maree del Comune di Venezia, nelle ultime ore il mare ha raggiunto il suo picco massimo. Il livello più alto registrato risale esattamente alle 9:40 ed è di 170 centimetri rispetto al valore medio (considerando che si parla di “acqua alta” generalmente quando l’acqua supera gli 80 centimetri). Cosa l’abbia causata è chiaro: è stata l’alta marea, provocata com’è noto dall’attrazione della Luna e del Sole sulle masse d’acqua e anche da temporali e vento che di fatto si stanno verificando spesso negli ultimi giorni.

Per comprendere l’importanza del Mose per l’intera città, dobbiamo fare un passo indietro nel passato. Era il 12 novembre del 2019 – quindi il periodo era più o meno lo stesso che stiamo vivendo oggi – quando l’acqua nel canale raggiunse i 187 centimetri sopra il livello del mare, dando vita all’allagamento peggiore degli ultimi anni. Considerando le previsioni meteo di oggi, la situazione sarebbe stata pressoché la stessa rispetto a quella che si era verificata all’epoca, cosa che ha spinto la popolazione – soprattutto chi vive oppure lavora in stabili situati al piano terra – a prendere tempestivamente precauzioni. Eppure queste si stanno rivelando completamente inutili.

Qui si comprende l’importanza della barriera: tre anni fa non funzionava, oggi sì. Ed è proprio questo che fa la differenza: oggi le dighe hanno fatto sì che possa esserci un dislivello di circa 100 centimetri tra il mare e la laguna. Basti pensare che esattamente alle 8:15 di mattina la bocca di porto del Lido (cioè la più grande in assoluto) ha visto la marea raggiungere i 165 centimetri, mentre nello stesso momento a Punta della Dogana, cioè in città, l’acqua ne ha raggiunti solo 65.

Da un paio di anni a questa parte in sostanza il Mose riesce a “tenere a bada” il livello del mare, facendo sì che non superi i 90 centimetri ed infatti le barriere vengono attivate quando secondo le previsioni la marea potrebbe superare i 110 centimetri, cosa che sta accadendo molto più spesso rispetto al passato ultimamente. Per comprendere la portata del fenomeno, basti pensare che mentre dal 1870 al 1949 furono registrati 30 episodi, solo tra il 2010 e il 2019 – quindi in un arco di tempo di gran lunga inferiore – ne sono stati registrati addirittura 95.

Ma cosa determina questo cambiamento in negativo? Innanzitutto i succitati fattori astronomici e meteorologici, ma poi anche l’abbassamento del suolo registrato negli ultimi anni, dovuto soprattutto dallo svuotamento della falda acquifera e l’innalzamento del mare, conseguenza diretta del cambiamento climatico, hanno giocato un ruolo fondamentale. Il dato più spaventoso è che entrambi dipendono comunque dalle attività umane e questo ci fa comprendere quanto l’uomo stia rovinando il Pianeta in cui vive.

Anna Gaia Cavallo

Mi chiamo Anna Gaia Cavallo, ho 30 anni, sono nata a Salerno e lì ho vissuto fino ai miei 18 anni. Poi il viaggio verso Siena per l'università, la laurea in economia e gestione d'impresa e poi il ritorno nella mia città natale. Qui, dopo un anno di lavoro nel settore economico, ho capito che non era questa la strada giusta per me e ho deciso di seguire quella che era sempre stata la mia più grande passione fin da piccola: la scrittura. A quel punto ho lasciato tutto quello che avevo costruito nei sei anni precedenti e ho intrapreso un altro percorso, quello che mi ha portato a diventare giornalista. Iscritta all'albo dei pubblicisti della Campania dal 2019, dopo aver attraversato diversi mondi, sono approdata sul pianeta Nanopress nel 2022 come editor e qui amo occuparmi di cronaca e attualità, ma quando mi capita di scrivere di musica raggiungo il massimo del piacere.

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