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Il mostro di Loch Ness è stato trovato da un robot-siluro tech

Il mostro di Loch Ness è stato trovato, questa volta è ufficiale: tuttavia, non è una sorta di dinosauro millenario, ma è un oggetto di scena. Trattasi nientemeno che di parte della scenografia di un film su Sherlock Holmes girato nel 1969, che poi è affondato ed è stato ritrovato solo pochi giorni fa dal sonar montato a bordo di un robot-siluro della norvegese Kongsberg Maritime. Certo, fa riflettere che – nonostante tutte le operazioni anche tecnologiche di scandagliamento del profondo e lungo lago, si sia dovuto attendere solo ora dal 1969 prima di scovarlo. Merito del Munin Autonomous Underwater Vehicle (AUV) che era stato ingaggiato dalla jointventure tra The Loch Ness Project e VisitScotland.

Il mostro di Loch Ness è stato trovato però anche un’altra volta, grazie nientemeno che ad Apple. Sembra quasi un soggetto di un film demenziale, ma è la verità: certo, stiamo parlando di un qualcosa che è paragonabile ovviamente a una delle tante segnalazioni giunte finora agli amici di Nessy, dunque niente di certo, ma è di sicuro l’avvistamento più buffo degli ultimi anni, quantomeno per la modalità con cui è stato conseguito. Già, perché la presunta immagine del mostrone del lago scozzese è giunta proprio dalle mappe di Apple, grazie alla simultanea scoperta di due differenti utenti, che vorrebbero davvero diventare i mitici scopritori del dinosauro dimenticato. Qui sotto la foto, lo vedete bene? No? Andiamo dopo il salto per un’immagine ravvicinata.

Ricetta per portare turisti in una zona altrimenti non così appetitosa e ricca di bellezza: creare un fenomeno virale ben prima che si utilizzasse questo aggettivo per qualcosa legato alla rete. Inventarsi dunque una leggenda, mettere mistero quanto basta e lasciare bollire a fuoco basso per decenni. Se si vuole, aggiungere poi a crudo anche un filo di avvistamenti anti Cristo per dare più credibilità e il gioco è fatto. Milioni di persone hanno visitato un lago che altrimenti nessuno si sarebbe filato, con un tripudio di gadget, documentari, film, magliette e le inevitabili burle. Ogni tanto, effettivamente, qualcosa viene avvistato. Spesso sono riflessi di luce, spesso è un granello di polvere nell’obiettivo che crea forme strane, altre volte è un animale più banale di un plesiosauro multimillenario, come un’oca oppure altre è un tronco deforme a galleggiare alla deriva. Insomma, non si può negare che qualcosa ci sia, ma è più che probabile che non sia quel che si vuole credere che sia. Dicevamo delle mappe di Apple – date un’occhiata all’ingrandimento qui sotto, mostra ciò che si è avvistato. Ora, non sono un criptozoologo e nemmeno uno zoologo, ma più che un mostro sembra quasi uno squalo balena.

Peccato che non siano mai stati visti squali balena in un lago scozzese, come è giusto che sia. Dunque che diavolo è? Quel che è stato segnalato al Nessie Fan Club (ebbene sì, esiste davvero) dai due appassionati Andrew Dixon e Peter Thain, praticamente in simultanea, può essere probabilmente tre cose. La prima è un gioco di riflessi che crea strane forme sul fondale sabbioso. La seconda è legata a un possibile difetto dell’immagine salvata dagli scatti satellitari. La terza, volendo, è una trota XXL. Oppure sì, è Loch Ness che è riuscito a sfuggire a miliardi di appostamenti, che ha abilmente evitato di essere spiato da tonnellate di strumentazioni fisse e poi si è fatto sorprendere da un satellite che passava di lì per tutt’altro. Chissà se, nel caso, Apple vorrà il proprio marchio e lo userà come testimonial del prossimo iPhone?

Diego Barbera

Diego Barbera è stato un redattore interno di Nanopress fino al 2018. Si è occupato di tecnologia, sport, cronaca.

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