Il MoVimento 5 stelle e Giuseppe Conte, il suo presidente, hanno sciolto le riserve per quanto riguarda le elezioni regionali in Lombardia. Dopo giorni di attesa e di incontri con Pierfrancesco Majorino, candidato del Partito democratico ed europarlamentare sempre tra le fila dello schieramento di Enrico Letta, ha detto che si è aperti a mettere a punto un programma che possa essere condiviso e migliorato anche dai pentastellati.
Diversamente da quello che succederà nel Lazio, quindi, in cui il candidato dem, Alessio D’Amato, dovrebbe essere appoggiato dal terzo polo di Carlo Calenda e Matteo Renzi, per Palazzo Lombardia i due alleati del governo giallorosso torneranno a correre insieme. Per quanto riguarda, invece, la Lega che, assieme alle altre forze della maggioranza, sostiene il governatore uscente, Attilio Fontana, ci sono state altre defezioni nel gruppo regionale lombardo: ai tre fuoriusciti, che hanno creato la corrente del Comitato Nord, si è aggiunto oggi anche Massimiliano Bastoni.
Dopo giorni di tavoli, di discussioni, di incontri, il MoVimento 5 stelle ha finalmente deciso: per la corsa alle regionali della Lombardia, che si terranno, esattamente come quelle del Lazio, il 12 e 13 febbraio, Giuseppe Conte e i suoi sosterranno Pierfrancesco Majorino, l’europarlamentare in quota Partito democratico, già scelto come candidato dello schieramento da qualche settimana.
Ad annunciare la svolta per il palazzo occupato, al momento, da Attilio Fontana, è stato lo stesso europarlamentare in lungo tweet. Con l’arrivo delle nuove forze, che si alleeranno in nome di un programma condiviso anche con il centrosinistra, i sindaci lombardi, si potrebbe arrivare anche a vincere alle urne contro l’attuale governatore, in quota centrodestra, e contro la candidata del terzo polo, Letizia Moratti.
A differenza, quindi, di quanto succederà con molta probabilità per la corsa alla Pisana – con Carlo Calenda e Matteo Renzi che dovrebbero appoggiare Alessio D’Amato del Pd e il MoVimento 5 stelle avrà un candidato suo – Conte, che ha un peso nettamente minore in Lombardia, ha deciso di schierarsi dalla parte dell’uomo dei dem in nome di un programma legato “al welfare, allo sviluppo, alle politiche attive del lavoro, alla tutela dell’ambiente e del patrimonio agricolo nel tempo della crisi climatica, alla cultura delle pari opportunità, della trasparenza e della legalità e a tanto altro rappresenti una svolta radicale“, ha spiegato ancora Majorino.
Rimanendo in Lombardia, tra l’altro, un altro importante pezzo della giunta che finora ha sostenuto Fontana e che dallo stesso partito del governatore proveniva, la Lega, è andato a confluire nel nuovo gruppo del Comitato Nord. Dopo Antonello Formenti, Federico Lena e Roberto Mura, anche Massimiliano Bastoni ha deciso di aderire alla corrente ideata da Umberto Bossi, ma che dal Senatur non ha ancora trovato l’approvazione, per lo meno non a Palazzo Lombardia.
“La mia scelta viene dopo alcuni giorni di profonda riflessione. Ormai non vi sono più le condizioni che mi portarono ad aderire al movimento che mi appassionò alla politica poco più che ventenne – ha scritto in un comunicato il consigliere che, per lunghi anni, è stato parte integrande della giunta comunale di Milano, ed è famoso per una sua vecchia campagna elettorale con lo slogan “Bastoni contro l’immigrazione” -. Ritengo che temi quali l’autonomia e la difesa delle identità regionali siano da porre al primo posto nell’agenda politica, cosa che in Lega in questo momento non vedo possibile“.
L’ormai ex leghista – i suoi colleghi sono stati espulsi da Matteo Salvini – ha lamentato anche “la mancanza di coinvolgimento della base militante nelle scelte fondamentali“, che è pure il motivo per cui lui si è chiamato fuori. Questo, però, non significa che remerà contro Fontana, anzi, avrà il suo “pieno sostegno“.
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