Il Movimento 5 Stelle ha occupato la Giunta per le elezioni, in segno di protesta contro i nuovi criteri per il calcolo delle schede nulle.
Come quando si occupano le scuole in segno di protesta, oggi i pentastellati hanno lo hanno fatto nell’aula di Montecitorio per ribellarsi al nuovo emendamento, sostenuto dal centrodestra, che fissa criteri diversi per calcolare le schede nulle. In questo modo hanno bloccato i lavori della Giunta per le elezioni alla Camera, che quindi sono state rinviate.
I membri del Movimento 5 Stelle si sono resi protagonisti oggi di quello che potremo definire un vero e proprio blitz di protesta. Hanno infatti bloccato i lavori della Giunta per le elezioni alla Camera, occupando l’aula di Montecitorio.
Le proteste sono contro l’emendamento della maggioranza di governo, che fissa nuovi criteri di calcolo per quanto riguarda le schede nulle. Parliamo dell’emendamento Pittalis sostenuto in primis da Fratelli d’Italia, secondo cui bisogna considerare valide anche le schede in cui ci sono più segni sulle liste della medesima coalizione.
I pentastellati hanno definito questo provvedimento, senza mezzi termini, un furto alla democrazia. In un intervento su Twitter il Movimento ha spiegato che l’aula della Giunta è stata occupata per protestare contro tale emendamento poiché il suo chiaro scopo è quello di ribaltare l’esito delle scorse elezioni, assegnando il seggio al centrodestra ai danni del M5S.
“è inaccettabile, si vogliono sovvertire i criteri con cui siamo andati al voto a settembre”
questo l’allarme lanciato dai pentastellati, che da tempo si batte contro la possibilità di approvare questo emendamento, con il serio rischio che questo tecnicismo possa cambiare i risultati dell’ultimo voto, cioè quello delle elezioni politiche del settembre 2022.
In poche parole verrebbero estromessi circa una trentina di parlamentari del M5S. Il capogruppo Francesco Silvestri ha attaccato:
“Ci batteremo in ogni sede contro questo schifo”.
Dopo che si è cercato di spostare la riunione, visti i disordini, ma senza successo perché i membri del M5S si sono schierati davanti agli ingressi principali senza dare la possibilità di continuare i lavori, si è deciso per il rinvio di una settimana ma le premesse fanno capire che non è finita qui.
A questa protesta si è unito anche Giuseppe Conte. Mentre il questore di Fratelli d’Italia, Trancassini, spiegava di voler evitare l’intervento dei commessi sebbene fosse consentito, l’ex presidente del Consiglio e leader dei 5 Stelle è arrivato per poi colloquiare in privato con lui alla ricerca di una soluzione. La gravità della situazione è confermata anche dall’arrivo poco dopo, del presidente della Camera, Lorenzo Fontana.
Insomma c’è molta tensione intorno all’approvazione di questo emendamento. Secondo uno studio del M5S, i parlamentari con il seggio a rischio sarebbero circa 30, fra cui spiccano i nomi di Eugenia Roccella, Roberto Speranza e Umberto Bossi.
In replica, il deputato di Forza Italia in Giunta Pietro Pittalis, che ha presentato il provvedimento che crea così tanto scalpore, ha detto che c’è molta disinformazione ed è questa ad alimentare la tensione.
Ha cercato chiaramente di stemperare le agitazioni, al contrario degli altri componenti della Giunta per le elezioni di Fratelli d’Italia, che hanno condannato l’accaduto in una nota:
“è accaduto un fatto molto grave alla camera dei deputati. i parlamentari dei 5 stelle hanno impedito il lavoro della giunta, un atto di violenza estrema che preclude l’esercizio della normale dialettica politica. solo il senso di responsabilità di chi ha subito tutto ciò ha evitato conseguenze peggiori”.
La vicenda parte da un ricorso che è stato presentato da Andrea Gentile di Fratelli d’Italia, riguardante un collegio uninominale in Calabria vinto per 482 voti dalla pentastellata Anna Laura Orrico. Tuttavia un riconteggio delle schede nulle in base alle regole dell’emendamento, ribalterebbe il voto favorendo invece l’esponente di FI.
Ci saranno però altre conseguenze, ad esempio potrebbe sperare di rientrare alla Camera l’ex deputata di Italia Viva Lucia Annibali, candidata in Toscana e scartata per appena 85 schede nulle. Con il riconteggio secondo i termini del provvedimento, ci sarebbero nuove ripartizioni dei seggi con uno in più al Terzo Polo e uno in meno alla coalizione di centrosinistra.
Insomma una decisione che porta dietro di sé un’inevitabile bufera, tanto che in serata, visto che gli animi non si calmavano, si è deciso di sconvocare la riunione e se ne riparlerà fra una settimana.
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