Una delle prime domande che ci si è posti dopo (ma in realtà anche prima) l’elezione di Elly Schlein alla segreteria del Partito democratico è stata sulle alleanze che si sarebbe potuto creare con gli altri schieramenti, specie con il MoVimento 5 stelle. Ecco, in una riunione nella sede del partito guidato da Giuseppe Conte, in via di Campo Marzio, a Roma, i vertici dei pentastellati hanno ragionato proprio su questo.
Prima, però, di capire se a livello locale, e non ancora più nazionale, si possa tornare ad andare a braccetto con il Pd, l’M5s pare voglia capire da che parte vuole andare la nuova segretaria, perché se è vero che alcuni temi sono molto simili, uno su tutti il salario minimo, è anche vero che all’interno del partito del Nazareno ci sono così tante correnti, hanno ragionato, che Schlein potrebbe esserne anche risucchiata.
La vittoria a sorpresa, e quindi oltre ogni pronostico, di Elly Schlein alle primarie del Partito democratico di domenica ha acceso oltremodo i riflettori dei giornalisti, e non solo, per quella che è a tutti gli effetti la seconda forza politica del nostro Paese, e la prima delle opposizioni. Di interrogativi ce ne sono parecchi, uno su tutti concerne quel che ne sarà del Nazareno ora che ha vinto la candidata che, di fatto, aveva perso nei circoli, ma non sono gli unici.
Già prima del risultato dei gazebo, infatti, tra i temi di interesse generale c’era quello che riguardava le alleanze che si sarebbero potute fare o, in alcuni casi, rifare. Quindi quella con il terzo polo di Carlo Calenda e Matteo Renzi, ma soprattutto quella con il MoVimento 5 stelle di Giuseppe Conte.
Se la prima, ora, con la vittoria dell’italo americana sembra essere del tutto sfumata e, anzi, i due ex dem stanno cercando di attrarre l’elettorato più “moderato” del Pd, la seconda appare decisamente più fattibile perché i temi che si affrontano sono più simili – uno su tutti quello del salario minimo -, ma specialmente perché si è fatto da parte l’uomo che, invece, prima delle elezioni del 25 settembre aveva fatto in modo che non se ne facesse più nulla: Enrico Letta.
Schlein ancora non ha detto chiaramente nulla sull’argomento, qualcosa invece è trapelato dalle parole di Francesco Boccia, uno dei sostenitori della mozione per l’ex vice governatrice dell’Emilia Romagna alle primarie, subito dopo la vittoria. E quindi, prima di capire con chi ci si vuole coalizzare, soprattutto per contrastare lo strapotere del centrodestra capitanato da Giorgia Meloni e da Fratelli d’Italia, si vuole guardare prima in casa propria.
Dello stesso avviso, ovvero quello di attendere, anche i pentastellati. Riuniti in Consiglio nazionale nella sede di via di Campo Marzio a Roma, i cinque vicepresidenti, i capigruppo di Camera e Senato e all’Europarlamento, i responsabili dei comitati e l’Avvocato del popolo hanno parlato specialmente della novità della settimana.
“Salutiamo con favore la novità che si è verificata in casa Pd e speriamo incida davvero a fondo sulla riorganizzazione strutturale dei dem“, avrebbe detto ai suoi, secondo quanto apprende l’AdnKronos, Conte. L’idea, infatti, è quella di confrontarsi con la neo segretaria, ma c’è un ma. Perché nell’augurare a Schlein “di portare avanti il progetto di rinnovamento del Pd con forza”, l’ex vicepremier ha anche sottolineato che lui sa “che avrà molto da fare perché conosciamo molto bene le correnti del Pd, il modo in cui è strutturato un partito di antica tradizione. Speriamo di poter avere un dialogo con i nuovi vertici per misurarci su obiettivi concreti“.
Uno di questi potrebbe essere, appunto, quello sul salario minimo. “Ieri abbiamo chiesto la calendarizzazione della pdl, a mia firma, sul salario minimo legale: d’accordo Schlein, anche Calenda, speriamo ora di poter coinvolgere anche la maggioranza e mettere fine a buste paghe da fame“, ha detto ancora Conte al termine del Consiglio nazionale del MoVimento 5 stelle, che poi ha spiegato qual è l’obiettivo a cui tendono i grillini: “Vogliamo continuare con una forte opposizione costruttiva, non abbandoneremo un atteggiamento costruttivo con risposte concrete a un governo che fin qui si è dimostrato molto inadeguato“, ha concluso sull’argomento.
La palla non è esattamente passata alla deputata dem, che oggi, a differenza del presidente dei pentastellati, si è recata a Crotone per omaggiare i migranti morti nel naufragio vicino alle coste calabresi, ma sarà soprattutto lei a decidere che ne sarà di questo ritorno di fiamma tra i due schieramenti. Perché se i sondaggi dovessero continuare a premiare i dem in luogo proprio dell’M5s, potrebbero essere i secondi a rincorrere i primi (come succede ovunque, per giunta) e saranno loro a scegliere se tornare insieme o no. Non è questo, però, il momento, dopo tutto le elezioni politiche sono lontanissime, e anche a livello locale, lo scoglio delle amministrative è di là da venire.
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