Dopo quasi trent’anni di lavoro una buona parte del territorio del Mozambico è stato liberato dalle mine antiuomo. Il governo di Maputo ha annunciato ufficialmente la fine delle operazioni di bonifica delle migliaia di ordigni che furono sparsi nel Paese sia durante la guerra di indipendenza con gli ex coloni portoghesi, sia durante la successiva guerra civile conclusasi nel 1992. Proprio per questi motivi il Mozambico è stato per lungo tempo considerato il Paese al mondo più a rischio a causa delle mine. Il governo ha tuttavia avvertito che solo le zone sospette sono state sminate e non l’intero territorio.
Insieme ad Angola, Afghanistan, Cambogia e Sud-Sudan, il Mozambico è uno dei Paesi più minati al mondo. La maggior parte delle mine erano state piazzate dall’ex colonizzatore portoghese durante la guerra di indipendenza durata 10 anni e terminata nel 1974, a cui sono seguiti sedici anni di guerra civile fino al 1992, durante i quali il governo mozambicano ha continuato l’uso delle mine per proteggere le infrastrutture fondamentali come le linee elettriche, le ferrovie e i ponti, dopo l’avvenuta indipendenza.
Le mine sono armi più crudeli delle altre: sono progettate senza tenere conto che colpiranno quasi sempre solo innocenti, civili, bambini, animali. Lo sminamento del Paese è iniziato all’indomani della fine del conflitto civile, nel 1993, ed è stato portato avanti dalla missione delle Nazioni unite in Mozambico e dall’organizzazione britannica di sminamento HALO Trust. Complessivamente, dal 2000 sono state recuperate dal 214.126 mine antiuomo.
Oltre a riconoscere il netto miglioramento della sicurezza della popolazione, le autorità ora sperano che tutti i territori sminati possano essere riconvertiti per l’attività agricola, in modo da far girare anche l’economia del Mozambico, tanto a lungo in crisi. La presenza così diffusa di mine terrestri ha ostacolato infatti lo sviluppo economico in Mozambico. Secondo gli ultimi dati della Banca Mondiale, dei suoi 26 milioni di abitanti, più della metà vive al di sotto della soglia di povertà.