Le vittime, mai ritrovate, potrebbero essere centinaia. Un bilancio terribile, per quella che è destinata a diventare una delle peggiori tragedie dei migranti nel Mediterraneo.
Tante le polemiche per i presunti mancati soccorsi da parte di Atena alla nave affondata con 750 migranti a bordo. Rischiano di essere fino a 600 le vittime del sud del Peloponneso, che non verranno mai ritrovate, secondo il medico Manolis Makaris che ha accolto i superstiti. Le ore passano dal naufragio, ma il mare non sta riconsegnando i corpi dei centinaia di dispersi di Pylos.
Molte delle vittime non verranno mai ritrovate, e il numero rischia di salire vertiginosamente. Se nella giornata di ieri i dati ufficiali parlavano di 78 vittime, adesso i dispersi sono centinaia e il mare non sta restituendo i cadaveri dei migranti andati a fondo con il peschereccio a sud del Peloponneso.
Ma nonostante oltre i numeri, già nelle scorse 24 ore si era intuita la possibilità di una vera tragedia, una delle peggiori del Mediterraneo. Una previsione che purtroppo adesso si sta avverando. Come se non bastasse inoltre, i testimoni hanno riferito della presenza di almeno 100 bambini nella stiva.
I superstiti ai medici hanno raccontato che erano chiuso all’interno dell’imbarcazione che era partita vuota dall’Egitto per poi fermarsi a Tobruk in Libia, con direzione Italia. E le polemiche montano, soprattutto dopo la rivelazione di questi ultimi dettagli mentre le autorità di Atene letteralmente travolte per la mancata risposta ai soccorsi ancora non si sono sbilanciate sulle stime del naufragio in quanto a vite spezzate.
Ma il medico dell’ospedale che ha accolto i primi sopravvissuti ha fatto sapere che i morti potrebbero arrivate a 600. Tutti i superstiti hanno confermato infatti al personale e ai soccorsi che a bordo vi erano 750 persone. Una testimonianza fornita all’unisono. Rimangono 78 i corpi recuperati, e appena 104 le persone portate in salvo. Tutti uomini, a eccezione di una donna, nessun bambino. Il più giovane ha 16 anni, mentre il più anziano 40. Vengono dal Pakistan, dalla Siria e dall’Egitto.
Il Parlamento Europeo ha reso oggi omaggio alle vittime, e dopo le dichiarazioni del medico Manolis Makaris la stima dei morti continua. Inizia inoltre la ricerca alle responsabilità del disastro. Nella giornata di ieri la guardia costiera greca aveva fatto sapere avere avvicinato la barca, ma che a bordo avevano comunicato di volere proseguire per la loro strada. Le comunicazioni ufficiali, a parte il rapporto del corpo paramilitare greco, stentando ad arrivare.
Già ieri Nawal Soufi, attivista, aveva raccontato che le richieste di aiuto invece erano arrivate dal peschereccio in difficoltà. E gli attivisti lo avevano segnalato alle autorità di Atene nella notte tra il 12 e il 23 giugno.
La navigazione andava avanti da cinque giorni, e ormai la gente a bordo aveva terminato acqua e cibo. A bordo i passeggeri avevano segnalato inoltre la presenza di sei cadaveri. Dunque una situazione complicata. Poi sempre l’attivista racconta dell’avvicinamento da parte di una nave, che aveva iniziato a tirare delle bottiglie d’acqua all’interno del peschereccio, ma che l’operazione era stata condotta in malo modo e che l’oscillazione provocato dalla gente a bordo – per accaparrarsi l’acqua – avrebbe potuto causare il ribaltamento della nave.
Dubbi anche per quanto riguarda la descrizione della guardia costiera greca dei presenti a bordo che avrebbero affermato di proseguire per l’Italia, “a tutti i costi”. Nawal Soufi infatti contesta la versione delle autorità greche, che avevano comunicato come la nave avesse rifiutato ogni tipo di assistenza.
La stessa versione era stata smentita inoltre da Alarm Phone. Le autorità della Grecia infatti, denuncia l’Ong che aveva segnalato la nave in difficoltà, sarebbero state a conoscenza della presenza di una imbarcazione affollata e inadeguata. Nonostante questo nessuna operazione di salvataggio è stata portata a compimento.
Inoltre adesso è emerso dal racconto di alcuni superstiti, che l’incidente sarebbe avvenuto dopo che proprio la guardia costiera era intervenuta agganciando il peschereccio con delle corde per provare a trainarlo. Da lì il peschereccio si sarebbe ribaltato. Lo ha detto Kriton Arseni, rappresentante di Mera25, partito politico greco di sinistra. Ma ancora, le autorità greche, prendono tempo, non solo sulle reali dinamiche dell’incidente e sulla stima dei morti, ma anche sulle presunte responsabilità del naufragio.
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