Il padre della bambina scomparsa lo scorso sabato a Firenze esce dal carcere. Il magistrato di sorveglianza ha attenuato la misura cautelare. Il giovane si trovava in carcere da marzo per furto e altri reati contro il patrimonio
Ha lasciato la Casa Circondariale di Sollicciano (FI) Miguel Angel Romero Chiccllo, il giovane 27enne padre di Mia Kataleya Chicllo Alvarez, per i familiari semplicemente Kata, la bambina di soli 5 anni di origine peruviana scomparsa lo scorso 10 giugno da Novoli, un quartiere periferico di Firenze. La piccola viveva insieme alla madre Katherina Alvarez e al fratello più piccolo nell’ex hotel Astor occupato abusivamente.
Il padre si trovava nel carcere fiorentino dallo scorso marzo in seguito ad una condanna, in primo grado, per furto e altri reati contro il patrimonio.
Nella giornata di ieri il magistrato di sorveglianza fiorentino ha attenuato la misura cautelare, degradando la misura della custodia cautelare in carcere a quella dell’obbligo di firma.
Ad aver inciso sulla decisone certamente il desiderio manifestato dal padre di stare vicino alla famiglia in un momento così delicato e la profonda sofferenza dell’uomo. Sofferenza che domenica pomeriggio lo ha portato, dopo aver appreso la notizia della scomparsa della figlia, ad ingerire del detersivo rendendo necessario il trasporto d’urgenza in ospedale per sottoporlo ad una lavanda gastrica. Una volta rientrato in carcere, nel corso della notte, ha tentato nuovamente il suicidio facendo ricorso ad un filo.
Nei confronti del detenuto era così stato attivato il “Piano nazionale per la prevenzione delle condotte suicidarie nel sistema penitenziario per gli adulti“, siglato il 21 luglio 2017.
Il giorno successivo, lunedì 12 giugno, anche la madre di Kata ha commesso un gesto analogo. Avrebbe tentato il suicidio ingerendo della candeggina, sia pure in una piccola quantità. Subito è stata soccorsa e trasportata all’ospedale di Careggi (FI).
Intanto nella serata di ieri la comunità peruviana locale ha organizzato una veglia attorno all’immobile occupato per chiedere che Kata possa far ritorno dalla sua famiglia senza che le sia inflitto del male. Circa duecento i membri della comunità chi si sono radunati per pregare, accendendo numerose fiaccole. Molti i messaggi scritti su alcuni striscioni, tra i quali “I bambini non si toccano” e ancora “Kata è una bambina peruviana“.
Intanto la Procura di Firenze, congiuntamente alla D.I.A. (Direzione Distrettuale Antimafia), continua ad indagare per sequestro di persona a scopo di estorsione ai sensi dell’art. 630 c.p. Si ipotizza infatti che la scomparsa della piccola sia strettamente connessa al racket degli affitti degli immobili occupati abusivamente o comunque ad uno screzio dei parenti di Kata con persone tutt’altro che raccomandabili.
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